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Terre e rocce da scavo, la nuova disciplina
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Terre e rocce da scavo, la nuova disciplina
Il Consiglio dei Ministri di ieri ha varato definitivamente il Dpr che, con 31 articoli e 10 allegati, riforma e bene la disciplina sulla gestione delle terre e rocce di scavo. Il decreto sarà presto pubblicato in Gazzetta ufficiale e dalla sua entrata in vigore saranno abrogati il Dm 161/2012 sulla gestione dei grandi cantieri; l'articolo 184-bis, comma 2-bis, Dlgs 152/2006 che ne chiarisce il campo di applicazione; gli articoli 41, comma 2 e 41-bis Dl 69/2013 (legge 98/2013) sui materiali di riporto e sulla gestione dei piccoli cantieri. Il nuovo Dpr attua la delega regolamentare concessa dal Parlamento al Governo con l'articolo 8 del Dl 133/2014 (legge 164/2014) e riscrive integralmente, semplificandola, una disciplina articolata e complessa.
Fonte: http://www.ilsole24ore.com/art/norme-e-tributi/2017-05-19/rocce-e-terre-scavo-arriva-semplificazione-195635.shtml?uuid=AEnqmnPB
Fonte: http://www.ilsole24ore.com/art/norme-e-tributi/2017-05-19/rocce-e-terre-scavo-arriva-semplificazione-195635.shtml?uuid=AEnqmnPB
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Re: Terre e rocce da scavo, la nuova disciplina
tu mi consentirai di leggere prima il testo come esce sulla gazzetta (la strada tra palazzo chigi e la sede dell'IZPS ha effetti dislessici, talvolta...) e poi di esprimermi sul fatto se la riforma della disciplina delle TRS sia stata eseguita "bene". Vero ?
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Re: Terre e rocce da scavo, la nuova disciplina
Aurora Brancia ha scritto:la strada tra palazzo chigi e la sede dell'IZPS ha effetti dislessici, talvolta...
Ciò è molto saggio.Aurora Brancia ha scritto:e poi di esprimermi sul fatto se la riforma della disciplina delle TRS sia stata eseguita "bene". Vero ?
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Re: Terre e rocce da scavo, la nuova disciplina
Aurora Brancia ha scritto:(la strada tra palazzo chigi e la sede dell'IZPS ha effetti dislessici, talvolta...)
[/color]
Da ingenuo quale sono. Esiste davvero la possibilità (se si, in base a quale procedura legislativa?) che vengano effettuate modifiche al testo uscito dal CdM prima della pubblicazione in GU?
matteorossi- Utente Attivo
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Re: Terre e rocce da scavo, la nuova disciplina
Aurora Brancia ha scritto:la strada tra palazzo chigi e la sede dell'IZPS
Lo considero un lapsus più che Freudiano visto che quello è l'acronimo dell'Istituto Zooprofilattico...
Lo so che tu intendevi dire IPZS
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isamonfroni- Moderatrice
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Re: Terre e rocce da scavo, la nuova disciplina
isamonfroni ha scritto:Aurora Brancia ha scritto:la strada tra palazzo chigi e la sede dell'IZPS
Lo considero un lapsus più che Freudiano visto che quello è l'acronimo dell'Istituto Zooprofilattico...
Lo so che tu intendevi dire IPZS
esattamente
e anche molto "più che freudiano", come lapsus
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Aurora Brancia- Moderatrice
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Re: Terre e rocce da scavo, la nuova disciplina
siamo alle solite ... il DPR recante il Regolamento ecceterea eccetera, in Gazzetta Ufficiale di oggi:
http://www.gazzettaufficiale.it/atto/serie_generale/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2017-08-07&atto.codiceRedazionale=17G00135&elenco30giorni=false
in vigore dal 22 agosto... non ho parole
http://www.gazzettaufficiale.it/atto/serie_generale/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2017-08-07&atto.codiceRedazionale=17G00135&elenco30giorni=false
in vigore dal 22 agosto... non ho parole
PiazzaPulita- Utente Attivo
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Re: Terre e rocce da scavo, la nuova disciplina
ALEEEEEE'!!!!
Contavo tantissimissimo sull'italica abitudine di pubblicare sempre durante i periodi di ferie generali le normative nuove e "sconvolgenti".
Vado di corsa a vedere che hanno creato...
Grazie mille, Piazza, di esserti sobbarcato tu sto spulciare metodico.
Contavo tantissimissimo sull'italica abitudine di pubblicare sempre durante i periodi di ferie generali le normative nuove e "sconvolgenti".
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Aurora Brancia- Moderatrice
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Re: Terre e rocce da scavo, la nuova disciplina
sto solo all'art. 11, e già mi si sono rizzati i capelli sulla nuca almeno un paio di volte....
certo, riuscire a scrivere "per legge" nel 2017 in G.U. che i valori naturali di fondo se li deve cercare a spese proprie il proponente del riutilizzo in contraddittorio con le ARPA -che avrebbero dovuto pensarci istituzionalmente dal 2000- richiede una faccia con guanciotte molto, molto simili a glutei.
detta da signora, ovviamente.
certo, riuscire a scrivere "per legge" nel 2017 in G.U. che i valori naturali di fondo se li deve cercare a spese proprie il proponente del riutilizzo in contraddittorio con le ARPA -che avrebbero dovuto pensarci istituzionalmente dal 2000- richiede una faccia con guanciotte molto, molto simili a glutei.
detta da signora, ovviamente.
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Aurora Brancia- Moderatrice
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Re: Terre e rocce da scavo, la nuova disciplina
Aurora Brancia ha scritto:sto solo all'art. 11, e già mi si sono rizzati i capelli sulla nuca almeno un paio di volte....
certo, riuscire a scrivere "per legge" nel 2017 in G.U. che i valori naturali di fondo se li deve cercare a spese proprie il proponente del riutilizzo in contraddittorio con le ARPA -che avrebbero dovuto pensarci istituzionalmente dal 2000- richiede una faccia con guanciotte molto, molto simili a glutei.
detta da signora, ovviamente.
[premessa->non amo gli off-topic, ma quando è ora, ci vogliono anche quelli] in un paese che da almeno sei anni viene governato da individui il cui nome non lo si è mai sentito alle elezioni, un paese in cui il capo dell'agenzia della sicurezza idrogeologica (C.d. italiasicura) è un giornalista laureato in psicologia, il ministro dell'ambiente è un commercialista, quello della salute una ragioniera e quello dell'istruzione ha la terza media, le guanciotte simili ai glutei sono un puro e semplice dettaglio trascurabile
lore68- Membro della community
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Re: Terre e rocce da scavo, la nuova disciplina
lore68 ha scritto:Aurora Brancia ha scritto:sto solo all'art. 11, e già mi si sono rizzati i capelli sulla nuca almeno un paio di volte....
certo, riuscire a scrivere "per legge" nel 2017 in G.U. che i valori naturali di fondo se li deve cercare a spese proprie il proponente del riutilizzo in contraddittorio con le ARPA -che avrebbero dovuto pensarci istituzionalmente dal 2000- richiede una faccia con guanciotte molto, molto simili a glutei.
detta da signora, ovviamente.
[premessa->non amo gli off-topic, ma quando è ora, ci vogliono anche quelli] in un paese che da almeno sei anni viene governato da individui il cui nome non lo si è mai sentito alle elezioni, un paese in cui il capo dell'agenzia della sicurezza idrogeologica (C.d. italiasicura) è un giornalista laureato in psicologia, il ministro dell'ambiente è un commercialista, quello della salute una ragioniera e quello dell'istruzione ha la terza media, le guanciotte simili ai glutei sono un puro e semplice dettaglio trascurabile
concordo con entrambi
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isamonfroni- Moderatrice
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Re: Terre e rocce da scavo, la nuova disciplina
Aurora Brancia ha scritto:sto solo all'art. 11, e già mi si sono rizzati i capelli sulla nuca almeno un paio di volte....
certo, riuscire a scrivere "per legge" nel 2017 in G.U. che i valori naturali di fondo se li deve cercare a spese proprie il proponente del riutilizzo in contraddittorio con le ARPA -che avrebbero dovuto pensarci istituzionalmente dal 2000- richiede una faccia con guanciotte molto, molto simili a glutei.
detta da signora, ovviamente.
Assolutamente senza spirito polemico e con rispetto alle considerazioni di Aurora (io non ho capelli che possano rizzarsi), mi pongo la domanda del perchè debba essere a carico della collettività, e quindi a carico anche mio con le tasse che pago, il costo della determinazione dei valori di fondo di un terreno, effettuata esclusivamente per consentire eventuali operazioni di riutilizzo di interesse privatistico. Questa considerazione si applica a molte situazioni ambientali e potremmo parlarne in termini generali.
euclione- Utente Attivo
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Re: Terre e rocce da scavo, la nuova disciplina
Condivido il primo pensiero. Mentre per il secondo condivido solo il finale (abbiamo seri problemi di competenza e capacità della classe dirigenziale) le quali non sono legate, a mio avviso, in forma diretta con il titolo di studio (e se non ricordo male la ministra dell'istruzione ha un diploma riconosciuto come laurea e quella della salute ha fatto un liceo, non ragioneria). Il primo della fila in un ministero non deve essere necessariamente un tecnico ma avere il giusto vocabolario, saper comunicare e saper scegliere i collaboratori. Un politico promuove un'idea ma non è, credo, mai lui a scrivere letteralmente leggi e provvedimenti. Da quando voto (non sono moltissimi anni) ho visto un peggioramento ed un inaridimento della classe dirigente che, negli ultimi anni, ha perso anche il vocabolario. Resta il fatto che le persone che ci governano, direttamente o indirettamente, sono espressione della volontà del popolo italiano. E da quel che sento in giro, sono un buon campione rappresentativo dei peggiori difetti delle persone (egoismo, arrivismo, benaltrismo, colpadeglialtrismo).isamonfroni ha scritto:lore68 ha scritto:Aurora Brancia ha scritto:sto solo all'art. 11, e già mi si sono rizzati i capelli sulla nuca almeno un paio di volte....
certo, riuscire a scrivere "per legge" nel 2017 in G.U. che i valori naturali di fondo se li deve cercare a spese proprie il proponente del riutilizzo in contraddittorio con le ARPA -che avrebbero dovuto pensarci istituzionalmente dal 2000- richiede una faccia con guanciotte molto, molto simili a glutei.
detta da signora, ovviamente.
[premessa->non amo gli off-topic, ma quando è ora, ci vogliono anche quelli] in un paese che da almeno sei anni viene governato da individui il cui nome non lo si è mai sentito alle elezioni, un paese in cui il capo dell'agenzia della sicurezza idrogeologica (C.d. italiasicura) è un giornalista laureato in psicologia, il ministro dell'ambiente è un commercialista, quello della salute una ragioniera e quello dell'istruzione ha la terza media, le guanciotte simili ai glutei sono un puro e semplice dettaglio trascurabile
concordo con entrambi
Chiudo l'OT.
Devo ancora finire di leggere il regolamento. Poi sentirò qualche azienda coinvolta e vediamo che ne pensano. Spero solo che questo provvedimento, brutto o sbagliato che sia, duri più di un anno che, almeno in Veneto, abbiamo avuto 3 o 4 diverse modalità di gestione negli ultimi anni (e mi tocca aggiornare tutte le procedure per le 14001... ).
lucamarangon- Utente Attivo
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Re: Terre e rocce da scavo, la nuova disciplina
euclione ha scritto:Aurora Brancia ha scritto:sto solo all'art. 11, e già mi si sono rizzati i capelli sulla nuca almeno un paio di volte....
certo, riuscire a scrivere "per legge" nel 2017 in G.U. che i valori naturali di fondo se li deve cercare a spese proprie il proponente del riutilizzo in contraddittorio con le ARPA -che avrebbero dovuto pensarci istituzionalmente dal 2000- richiede una faccia con guanciotte molto, molto simili a glutei.
detta da signora, ovviamente.
Assolutamente senza spirito polemico e con rispetto alle considerazioni di Aurora (io non ho capelli che possano rizzarsi), mi pongo la domanda del perchè debba essere a carico della collettività, e quindi a carico anche mio con le tasse che pago, il costo della determinazione dei valori di fondo di un terreno, effettuata esclusivamente per consentire eventuali operazioni di riutilizzo di interesse privatistico. Questa considerazione si applica a molte situazioni ambientali e potremmo parlarne in termini generali.
il nocciolo della questione sta in due punti che si è possono riassumere nei seguenti.
1) Quando si parla di valore di fondo del terreno non si parla di "valore di fondo" relativo a ciascun cantiere/opera di scavo/giardinetto privato come quello di casa tua/grande cantiere ecc., ma di media statistica riferibile ad una determinata area geografica, geologica, geochimica e sedimentologica. ESEMPIO In un'area di pianura alluvionale come quella del ferrarese i metalli pesanti potranno essere molto bassi perchè privi di mineralizzazioni che ospitano naturalmente tali elementi. In un'area prossima ad affioramenti di rocce plutoniche idrotermali come certe zone intorno a pergine valsugana oppure predazzo oppure prossime a province vulcaniche come capita ad esempio nei campi flegrei o nelle province laziali ci possono essere piombo, zinco, cromo ben oltre i livelli di legge per questioni puramente geomineralogiche.
E non è che tutti quelli che abitano nella pianura ferrarese debbano ogni volta analizzare il terreno per dimostrare quello che uno studio di largo respiro può dimostrare.
2) uno studio esteso a larghe zone di territorio (ma se si vuole essere onesti anche uno ristretto alla propria area di cantiere) è fuori delle possibilità del privato, che non può contare, come può avvenire al contrario per un'ente istituzionale come l'Arpa, su strumenti come le convenzioni con gli istituti universitari di geologia e geochimica.
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Re: Terre e rocce da scavo, la nuova disciplina
Ma quanto è bello il Veneto
http://www.arpa.veneto.it/temi-ambientali/suolo/file-e-allegati/documenti/metalli-pesanti/Metalli_metalloidi_suoli_Veneto.pdf
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Fafnir- Utente Attivo
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Re: Terre e rocce da scavo, la nuova disciplina
Per Lore68. Hai scritto: "uno studio esteso a larghe zone di territorio (ma se si vuole essere onesti anche uno ristretto alla propria area di cantiere) è fuori delle possibilità del privato, che non può contare, come può avvenire al contrario per un'ente istituzionale come l'Arpa, su strumenti come le convenzioni con gli istituti universitari di geologia e geochimica."
Questo ragionamento non mi convince. Sostanzialmente sostieni che se una cosa che interessa un privato costa troppo per essere sostenuta dall'interessato deve intervenire la fiscalità generale, cioè devo pagarla io. Non mi convince. Allargo il discorso: se la misurazione dei valori di fondo fosse di interesse generale, Governo/Regione/Provincia dovrebbero valutarne i costi e stanziare quanto necessario, rispettando ovviamente le priorità che sono tante. Anche in questa ipotesi, che resta tutta da dimostrare, campa cavallo. Quanto alle convenzioni con gli istituti universitari, volendo potrebbe farle anche la rappresentanza delle imprese attiva sul territorio, per esempio Confindustria Emilia Romagna. Il principio "tu paghi io guadagno" odora di stantio e dovremmo poterlo superare.
Questo ragionamento non mi convince. Sostanzialmente sostieni che se una cosa che interessa un privato costa troppo per essere sostenuta dall'interessato deve intervenire la fiscalità generale, cioè devo pagarla io. Non mi convince. Allargo il discorso: se la misurazione dei valori di fondo fosse di interesse generale, Governo/Regione/Provincia dovrebbero valutarne i costi e stanziare quanto necessario, rispettando ovviamente le priorità che sono tante. Anche in questa ipotesi, che resta tutta da dimostrare, campa cavallo. Quanto alle convenzioni con gli istituti universitari, volendo potrebbe farle anche la rappresentanza delle imprese attiva sul territorio, per esempio Confindustria Emilia Romagna. Il principio "tu paghi io guadagno" odora di stantio e dovremmo poterlo superare.
euclione- Utente Attivo
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Re: Terre e rocce da scavo, la nuova disciplina
mi accodo, nel complesso, a quanto rilevate.
E vi informo che ho terminato la prima "lettura" (dell'articolato, peraltro, e parti salienti degli allegati).
Non so voi, ma io ormai da anni mi sono piegata a libretto che una legge vada letta ben più di una volta, se si intende conoscerla per bene, unica eccezione in Italia la costituzione che ha articoli brevi, netti e chiari (almeno nella sua versione originale, già nel 2001 un pochetto di casino l'hanno combinato) e quindi, oltre il già citato problema tecnico della definizione dei VF, che ricordiamo da art. 240 potere essere sia naturali che antropici, ne avevo già trovato anche uno che, a me, pare macroscopicamente una gran fesseria, e che è proprio all'inizio, art. 4 c.3, dove si parla (ancora !!!) del rispetto del test di cessione.
Come prima cosa, sottolineo che almeno stavolta il "test di cessione ex DM 5 febbraio 1998" è limitato alla sola matrice "materiali di riporto", che è già molto meglio che non sull'intero terreno.
Ma a me resta, senza ombra di dubbio, la domanda: ma chi l'ha detto che il rispetto del test di cessione sia in sè protettivo della falda sottostante ???
Fosse solo perchè nel 1998 eravamo prima anche persino del 471/99 e quindi di CSR non ne ne parlava del tutto, normativamente discutendo, ma - di grazia - qualcuno se l'è mai fatta una comparazione tra tutti questi "valori limite" ma anche concentrazioni di soglia delle acque?
E no, perchè io me la so' fatta, e da tempo, e ci sono cose che gridano vendetta al cielo non saprei se più a quello della logica o più a quello dell'aritmetica, e vi porto un esempio per tutti: il limite per la cessione di rame è di 50 μg/L, la csc per il rame nella tab. 2 del 152 E PERSINO PER LE ACQUE POTABILI è di 1000 μg/L. Ma di che parliamo, e su che base ?
Ne viene di conseguenza, dunque, che in art. 26, relativamente al riutilizzo in situ di TRS da bonifica, io mi ritrovi a leggere una enormità scientifico-giuridica come quella della letterilla b) del commillo 2:
Neh, per cortesia ma anche per mia scienza, ma senza il percorso di lisciviazione dei contaminanti in falda posso capire COME abbiano fatto ad approvare un'AdR ????
Se volete, vi terrò aggiornati sulle mie eventuali (quasi sicure) ulteriori chiose su questo decreto, che come sempre denota il voler contemperare degli "opposti equilibri" denegando in un articolo di legge ciò che è invece prescritto in un altro articolo di qualche altra legge.
Disse Nicholas Ray, tantissimi anni fa, di non sapere quale fosse la strada del successo, ma era convinto che la strada dell'insuccesso sicuro fosse quella di voler piacere a tutti.
E vi informo che ho terminato la prima "lettura" (dell'articolato, peraltro, e parti salienti degli allegati).
Non so voi, ma io ormai da anni mi sono piegata a libretto che una legge vada letta ben più di una volta, se si intende conoscerla per bene, unica eccezione in Italia la costituzione che ha articoli brevi, netti e chiari (almeno nella sua versione originale, già nel 2001 un pochetto di casino l'hanno combinato) e quindi, oltre il già citato problema tecnico della definizione dei VF, che ricordiamo da art. 240 potere essere sia naturali che antropici, ne avevo già trovato anche uno che, a me, pare macroscopicamente una gran fesseria, e che è proprio all'inizio, art. 4 c.3, dove si parla (ancora !!!) del rispetto del test di cessione.
Come prima cosa, sottolineo che almeno stavolta il "test di cessione ex DM 5 febbraio 1998" è limitato alla sola matrice "materiali di riporto", che è già molto meglio che non sull'intero terreno.
Ma a me resta, senza ombra di dubbio, la domanda: ma chi l'ha detto che il rispetto del test di cessione sia in sè protettivo della falda sottostante ???
Fosse solo perchè nel 1998 eravamo prima anche persino del 471/99 e quindi di CSR non ne ne parlava del tutto, normativamente discutendo, ma - di grazia - qualcuno se l'è mai fatta una comparazione tra tutti questi "valori limite" ma anche concentrazioni di soglia delle acque?
E no, perchè io me la so' fatta, e da tempo, e ci sono cose che gridano vendetta al cielo non saprei se più a quello della logica o più a quello dell'aritmetica, e vi porto un esempio per tutti: il limite per la cessione di rame è di 50 μg/L, la csc per il rame nella tab. 2 del 152 E PERSINO PER LE ACQUE POTABILI è di 1000 μg/L. Ma di che parliamo, e su che base ?
Ne viene di conseguenza, dunque, che in art. 26, relativamente al riutilizzo in situ di TRS da bonifica, io mi ritrovi a leggere una enormità scientifico-giuridica come quella della letterilla b) del commillo 2:
DPR 120/17, art.26 c.2 .b) ha scritto:b) qualora ai fini del calcolo delle concentrazioni soglia di rischio non sia stato preso in considerazione il percorso di lisciviazione in falda, l’utilizzo delle terre e rocce da scavo è consentito solo nel rispetto delle condizioni e delle limitazioni d’uso indicate all’atto dell’approvazione dell’analisi di rischio da parte dell’autorità competente
Neh, per cortesia ma anche per mia scienza, ma senza il percorso di lisciviazione dei contaminanti in falda posso capire COME abbiano fatto ad approvare un'AdR ????
Se volete, vi terrò aggiornati sulle mie eventuali (quasi sicure) ulteriori chiose su questo decreto, che come sempre denota il voler contemperare degli "opposti equilibri" denegando in un articolo di legge ciò che è invece prescritto in un altro articolo di qualche altra legge.
Disse Nicholas Ray, tantissimi anni fa, di non sapere quale fosse la strada del successo, ma era convinto che la strada dell'insuccesso sicuro fosse quella di voler piacere a tutti.
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Re: Terre e rocce da scavo, la nuova disciplina
euclione ha scritto:Per Lore68. Hai scritto: "uno studio esteso a larghe zone di territorio (ma se si vuole essere onesti anche uno ristretto alla propria area di cantiere) è fuori delle possibilità del privato, che non può contare, come può avvenire al contrario per un'ente istituzionale come l'Arpa, su strumenti come le convenzioni con gli istituti universitari di geologia e geochimica."
Questo ragionamento non mi convince. Sostanzialmente sostieni che se una cosa che interessa un privato costa troppo per essere sostenuta dall'interessato deve intervenire la fiscalità generale, cioè devo pagarla io. Non mi convince. Allargo il discorso: se la misurazione dei valori di fondo fosse di interesse generale, Governo/Regione/Provincia dovrebbero valutarne i costi e stanziare quanto necessario, rispettando ovviamente le priorità che sono tante. Anche in questa ipotesi, che resta tutta da dimostrare, campa cavallo. Quanto alle convenzioni con gli istituti universitari, volendo potrebbe farle anche la rappresentanza delle imprese attiva sul territorio, per esempio Confindustria Emilia Romagna. Il principio "tu paghi io guadagno" odora di stantio e dovremmo poterlo superare.
Qualcosa mi dice che forse non hai ben chiaro cosa significhi "valore di fondo".
Hai idea della complessità scientifica che implica uno studio di questo tipo? forse non ti rendi conto che questi che fai sono discorsi da bancone del bar, x favore....
non basta mica far analizzare due campioni di cui uno di bianco ! ! ! !
Ultima modifica di lore68 il Gio Ago 10, 2017 12:21 pm - modificato 2 volte.
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Re: Terre e rocce da scavo, la nuova disciplina
ecco, io esattamente una cosa come questa intendevo !!!!Fafnir ha scritto:Ma quanto è bello il Veneto
http://www.arpa.veneto.it/temi-ambientali/suolo/file-e-allegati/documenti/metalli-pesanti/Metalli_metalloidi_suoli_Veneto.pdf
e grazie infinite per il link, Fafnir: pubblicazione illuminante già salvata nella cartella "TU amb" del mio PC.
P.S.: magari, ne discutiamo di dettaglio in altre sedi
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Aurora Brancia ha scritto:ecco, io esattamente una cosa come questa intendevo !!!!Fafnir ha scritto:Ma quanto è bello il Veneto
http://www.arpa.veneto.it/temi-ambientali/suolo/file-e-allegati/documenti/metalli-pesanti/Metalli_metalloidi_suoli_Veneto.pdf
e grazie infinite per il link, Fafnir: pubblicazione illuminante già salvata nella cartella "TU amb" del mio PC.
P.S.: magari, ne discutiamo di dettaglio in altre sedi
appunto..... e basta solo sfogliare le prime pagine per far capire come l'approccio metodologico per arrivare a risultati che abbiano significato sia al di fuori della portata del singolo
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Re: Terre e rocce da scavo, la nuova disciplina
Aurora Brancia ha scritto:ecco, io esattamente una cosa come questa intendevo !!!!Fafnir ha scritto:Ma quanto è bello il Veneto
http://www.arpa.veneto.it/temi-ambientali/suolo/file-e-allegati/documenti/metalli-pesanti/Metalli_metalloidi_suoli_Veneto.pdf
e grazie infinite per il link, Fafnir: pubblicazione illuminante già salvata nella cartella "TU amb" del mio PC.
P.S.: magari, ne discutiamo di dettaglio in altre sedi
Mi sento molto soddisfatto di ARPA veneto e in generale di parecchie iniziative tecnico-scientifiche della regione, sfortunatamente sembra essere solo un' isola felice e come sempre in Italia le cose belle vengono fuori dalle iniziative dei singoli e non in modo sistematico....
Un lavoro simile è stato fatto anche per i fanghi da depurazione e per i sedimenti della laguna.
Fafnir- Utente Attivo
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Re: Terre e rocce da scavo, la nuova disciplina
lore68 ha scritto:Qualcosa mi dice che forse non hai ben chiaro cosa significhi "valore di fondo".euclione ha scritto:Per Lore68. Hai scritto: "uno studio esteso a larghe zone di territorio (ma se si vuole essere onesti anche uno ristretto alla propria area di cantiere) è fuori delle possibilità del privato, che non può contare, come può avvenire al contrario per un'ente istituzionale come l'Arpa, su strumenti come le convenzioni con gli istituti universitari di geologia e geochimica."
Questo ragionamento non mi convince. Sostanzialmente sostieni che se una cosa che interessa un privato costa troppo per essere sostenuta dall'interessato deve intervenire la fiscalità generale, cioè devo pagarla io. Non mi convince. Allargo il discorso: se la misurazione dei valori di fondo fosse di interesse generale, Governo/Regione/Provincia dovrebbero valutarne i costi e stanziare quanto necessario, rispettando ovviamente le priorità che sono tante. Anche in questa ipotesi, che resta tutta da dimostrare, campa cavallo. Quanto alle convenzioni con gli istituti universitari, volendo potrebbe farle anche la rappresentanza delle imprese attiva sul territorio, per esempio Confindustria Emilia Romagna. Il principio "tu paghi io guadagno" odora di stantio e dovremmo poterlo superare.
Hai idea della complessità scientifica che implica uno studio di questo tipo? forse non ti rendi conto che questi che fai sono discorsi da bancone del bar, x favore....
non basta mica far analizzare due campioni di cui uno di bianco ! ! ! !
Faccio ammenda se ho fatto discorsi qualunquistici e comunque conosco la complessità della valutazione dei valori di fondo. Rimango però convinto che, almeno fintanto che l'utilizzo di una terra di scavo non è nè un diritto costituzionale nè tanto meno un obbligo di legge, i costi li debba sostenere chi intende trarne un vantaggio e non io, tanti o pochi che siano e a maggior ragione se sono elevati. La terra scavata si può sempre mandare in discarica. E poi, scusate, con lo stesso principio potrei pretendere che VIA ed AIA siano pagate dall'Amministrazione perchè troppo costose. Mi sarei se mai aspettato argomenti ambientalisti, del tipo: se non posso utilizzarli danneggio l'ambiente, perchè devo smaltirli (e pagare la discarica) e procurarmi terre vergini da una cava (e pagare la cava). Discarica e cava (che spesso coincidono) non sono propriamente il massimo dal punto di vista ecologico. Sono argomenti che ho usato anch'io e su questo sarebbe ragionevole discutere, ma non sull'entità del costo. Per favore.
euclione- Utente Attivo
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Re: Terre e rocce da scavo, la nuova disciplina
euclione ha scritto:
Faccio ammenda se ho fatto discorsi qualunquistici e comunque conosco la complessità della valutazione dei valori di fondo. Rimango però convinto che, almeno fintanto che l'utilizzo di una terra di scavo non è nè un diritto costituzionale nè tanto meno un obbligo di legge, i costi li debba sostenere chi intende trarne un vantaggio e non io, tanti o pochi che siano e a maggior ragione se sono elevati. La terra scavata si può sempre mandare in discarica. E poi, scusate, con lo stesso principio potrei pretendere che VIA ed AIA siano pagate dall'Amministrazione perchè troppo costose. Mi sarei se mai aspettato argomenti ambientalisti, del tipo: se non posso utilizzarli danneggio l'ambiente, perchè devo smaltirli (e pagare la discarica) e procurarmi terre vergini da una cava (e pagare la cava). Discarica e cava (che spesso coincidono) non sono propriamente il massimo dal punto di vista ecologico. Sono argomenti che ho usato anch'io e su questo sarebbe ragionevole discutere, ma non sull'entità del costo. Per favore.
Ok, e allora, per favore sempre, su questo ti rispondo io.
prima degli art. da 183 a seguire c'è l'art. 179 che detta la gerarchia della gestione rifiuti, e mandare del terreno in una discarica, per quanto per inerti, è davvero conto ogni logica ambientale possibile: e persino considerarla un rifiuto da recuperare ai fini del c.d. "rimodellamento paesaggistico" delle cave esaurite, ottenibile anche con inerti da demolizione non altrimenti nè più fruttuosamente recuperabili come materia, altrettanto se non peggio: è difficile far crescere il grano sulle scarde di mattonella o di igienici o di mattoni forati...
Ma, a parte questo che secondo me non è poco, la assoluta necessità che siano le istituzioni pubbliche a dovere attestare i VF dei territori di pertinenza deriva dall'avere - noi e solo noi italioti in tutta la UE - un Titolo V nella Parte Quarta, dove per decidere se spendere o meno soldi - pubblici o privati che siano - di "bonifica" occorre innanzi tutto sapere DA PRIMA se un certo elemento naturale ci sta perchè ce l'ha messo il Grande Geologo o ci è finito perchè non sempre e non tutti conoscono le leggi, e taluni pur conoscendole se ne straf...regano.
E qui andremmo - come discussione - sulla differenza non infima ma significativa nel merito dei VFA, dove A sta per antropici, che possono differire anche non di poco dai VFN, o naturali.
Se a tutto questo aggiungi che abbiamo ancora (spero in una prossima e felice abrogazione) un art. 241 che prevede la fissazione di valori di concentrazioni di soglia ammesse per la destinazione agricola dei terreni stessi, e che la conoscenza del territorio è motivo di predisporre delle VAS con un senso davvero di tutela ambientale locale e localizzata, forse sul fatto che i VF si dovessero stabilire a cura delle arpa sin dal 1999 una ratio legis ce la trovi pure tu.
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sto ancora cercando un aforisma che mi identifichi senza confondimenti indesiderati, ma non c'è.
Aurora Brancia- Moderatrice
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Re: Terre e rocce da scavo, la nuova disciplina
DPR 120/2017 Terre e Rocce da Scavo
Capo II - Terre e rocce da scavo prodotte in cantieri di grandi dimensioni
art.9
"1. Il piano di utilizzo delle terre e rocce da scavo, redatto in conformità alle disposizioni di cui all’allegato 5, è trasmesso dal proponente all’autorità competente e all’Agenzia di protezione ambientale territorialmente competente, per via telematica, almeno novanta giorni prima dell’inizio dei lavori. Nel caso in cui l’opera sia oggetto di una procedura di valutazione di impatto ambientale o di autorizzazione integrata ambientale ai sensi della normativa vigente, la trasmissione del piano di utilizzo avviene prima della conclusione del procedimento"
Trattandosi di cantieri di grandi dimensioni, così come definiti nell'art.2, non è pleonastico?
4. "Decorsi novanta giorni dalla presentazione del piano di utilizzo ovvero dalla eventuale integrazione dello stesso ai sensi del comma 3, il proponente, a condizione che siano rispettati i requisiti indicati nell’articolo 4, avvia la gestione delle terre e rocce da scavo nel rispetto del piano di utilizzo, fermi restando gli eventuali altri obblighi previsti dalla normativa vigente per la realizzazione dell’opera."
Trattandosi di opere in procedimenti di VIA, non è sempre e comunque necessario il parere di compatibilità ambientale prima di avviare i lavori? In che casi quindi ci si potrebbe avvalere della novità del silenzio-assenso trascorsi i 90 gg?
Capo II - Terre e rocce da scavo prodotte in cantieri di grandi dimensioni
art.9
"1. Il piano di utilizzo delle terre e rocce da scavo, redatto in conformità alle disposizioni di cui all’allegato 5, è trasmesso dal proponente all’autorità competente e all’Agenzia di protezione ambientale territorialmente competente, per via telematica, almeno novanta giorni prima dell’inizio dei lavori. Nel caso in cui l’opera sia oggetto di una procedura di valutazione di impatto ambientale o di autorizzazione integrata ambientale ai sensi della normativa vigente, la trasmissione del piano di utilizzo avviene prima della conclusione del procedimento"
Trattandosi di cantieri di grandi dimensioni, così come definiti nell'art.2, non è pleonastico?
4. "Decorsi novanta giorni dalla presentazione del piano di utilizzo ovvero dalla eventuale integrazione dello stesso ai sensi del comma 3, il proponente, a condizione che siano rispettati i requisiti indicati nell’articolo 4, avvia la gestione delle terre e rocce da scavo nel rispetto del piano di utilizzo, fermi restando gli eventuali altri obblighi previsti dalla normativa vigente per la realizzazione dell’opera."
Trattandosi di opere in procedimenti di VIA, non è sempre e comunque necessario il parere di compatibilità ambientale prima di avviare i lavori? In che casi quindi ci si potrebbe avvalere della novità del silenzio-assenso trascorsi i 90 gg?
matteorossi- Utente Attivo
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Re: Terre e rocce da scavo, la nuova disciplina
nei casi in cui si ricordino che, quando hanno tutto quello che hanno chiesto -e che la legge prevede- a disposizione, una procedura di VIA sempre in 60 gg dovrebbe concludersi.
Dando un'occhiata alla recente novellazione della L. 241/90 è detto proprio facile facile.
Comunque, un grande cantiere non è mica detto sia sempre assoggettato nè assoggettabile a VIA.
Dando un'occhiata alla recente novellazione della L. 241/90 è detto proprio facile facile.
Comunque, un grande cantiere non è mica detto sia sempre assoggettato nè assoggettabile a VIA.
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Aurora Brancia- Moderatrice
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