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Quantificare i rifiuti di origine commerciale
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Quantificare i rifiuti di origine commerciale
Salve a tutti, mi chiamo Gabriele e sono un laurando in Ingegneria. La mia tesi si occupa di raccolta differenziata nel centro storico della mia città. Si vogliono proporre metodi innovativi ed alternativi per una corretta gestione del rifiuto in un'area con spazi ridotti, presenza di turisti e tutte le problematiche legate allo smaltimento/recupero in tali aree.
Senza annoiarvi ulteriormente, arrivo alla domanda:
Per quantificare i rifiuti prodotti nel centro storico - visto che i dati a mia disposizione riguardano l'intera città e comunque si concentrano solo sulla produzione dei residenti - sto facendo un'indagine che coinvolge sia i residenti che le attività commerciali in base alla via di appartenenza.
Per quanto riguarda i residenti, nulla di più semplice: trovo il numero di residenti in ciascuna via, li sommo e moltiplico il loro numero per la produzione media di rifiuti solidi urbani annua trovata in letteratura (circa 500 Kg/anno).
Riguardo le attività commerciali, e qui il mio grosso problema, sono riuscito a tirar fuori un censimento decente tramite le utenze commerciali che pagano la TARSU al comune. Bene: da questi dati, come posso risalire ai quantitativi di rifiuti differenziabili e non prodotti da ciascuno? Ovviamente oltre alle utenze, conosco anche la categoria a cui tali utenze appartengono (mercato ortofrutticolo, ufficio, studio medico, negozio di beni durevoli, supermercato ecc...).
Grazie mille per la collaborazione!
Senza annoiarvi ulteriormente, arrivo alla domanda:
Per quantificare i rifiuti prodotti nel centro storico - visto che i dati a mia disposizione riguardano l'intera città e comunque si concentrano solo sulla produzione dei residenti - sto facendo un'indagine che coinvolge sia i residenti che le attività commerciali in base alla via di appartenenza.
Per quanto riguarda i residenti, nulla di più semplice: trovo il numero di residenti in ciascuna via, li sommo e moltiplico il loro numero per la produzione media di rifiuti solidi urbani annua trovata in letteratura (circa 500 Kg/anno).
Riguardo le attività commerciali, e qui il mio grosso problema, sono riuscito a tirar fuori un censimento decente tramite le utenze commerciali che pagano la TARSU al comune. Bene: da questi dati, come posso risalire ai quantitativi di rifiuti differenziabili e non prodotti da ciascuno? Ovviamente oltre alle utenze, conosco anche la categoria a cui tali utenze appartengono (mercato ortofrutticolo, ufficio, studio medico, negozio di beni durevoli, supermercato ecc...).
Grazie mille per la collaborazione!
virtusmankind- Membro della community
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Re: Quantificare i rifiuti di origine commerciale
Ovviamente, per correttezza, vorrei specificare che intendo per rifiuti derivanti dalle attività commerciali, quei rifiuti (cartoni, imballaggi in plastica, rifiuto organico) che allo stato attuale vengono raccolti dal servizio di raccolta cittadino e che, con tutta probabilità sono assimilati ai rifiuti urbani e non a quelli speciali come previsto dal 152/06!
virtusmankind- Membro della community
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Località : Rieti
Re: Quantificare i rifiuti di origine commerciale
Ciao Gabriele,
benvenuto sul Forum.
Poiche' la seconda e' generalmente prevalente (dipende molto dalla politica locale di assimilazione), il risultato e' ampiamente sovrastimato.
Dovresti soltanto moltiplicare la produzione media per il numero di abitanti avendo poi l'accortezza di correggerlo in ragione della vocazione più' o meno economica dell'area interessata.
Tieni conto, inoltre, che una parte di quei rifiuti passa attraverso altri canali di raccolta (ingombranti, RAEE, rifiuti da spazzamento,...) e non andrebbero considerati nel dimensionamento di un servizio di raccolta domiciliare.
Se proprio vuoi procedere per via teorica (del resto si tratta di una tesi di laurea) un buon riferimento e' costituito dagli allegati al DPR 158/99, i cui coefficienti, tuttavia, sono caratterizzati da range di variabilita' molto ampi e, senza riscontri sul campo, il lavoro sarebbe affetto da un grado di discrezionalita' non accettabile a fini progettuali.
Facci sapere come procederai.
In bocca al lupo!
benvenuto sul Forum.
Non e' corretto perche' que quantitativo include sia la componente domestica che quella non domestica.Per quanto riguarda i residenti, nulla di più semplice: trovo il numero di residenti in ciascuna via, li sommo e moltiplico il loro numero per la produzione media di rifiuti solidi urbani annua trovata in letteratura (circa 500 Kg/anno)
Poiche' la seconda e' generalmente prevalente (dipende molto dalla politica locale di assimilazione), il risultato e' ampiamente sovrastimato.
Dovresti soltanto moltiplicare la produzione media per il numero di abitanti avendo poi l'accortezza di correggerlo in ragione della vocazione più' o meno economica dell'area interessata.
Tieni conto, inoltre, che una parte di quei rifiuti passa attraverso altri canali di raccolta (ingombranti, RAEE, rifiuti da spazzamento,...) e non andrebbero considerati nel dimensionamento di un servizio di raccolta domiciliare.
Se proprio vuoi procedere per via teorica (del resto si tratta di una tesi di laurea) un buon riferimento e' costituito dagli allegati al DPR 158/99, i cui coefficienti, tuttavia, sono caratterizzati da range di variabilita' molto ampi e, senza riscontri sul campo, il lavoro sarebbe affetto da un grado di discrezionalita' non accettabile a fini progettuali.
Facci sapere come procederai.
In bocca al lupo!
Admin- Amministratore
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Re: Quantificare i rifiuti di origine commerciale
Ti ringrazio per la preziosissima dritta. Vediamose ben ho capito: dovrei ricalcolare tutte le produzioni medie sia dei residenti che delle attività produttive rispetto al 158/99 attraverso i coefficienti Ka, Kb (per i residenti), Kc e Kd (per le attività produttive)?
In questo caso il problema è duplice: non ho dati che scendano così nel dettaglio del numero di componenti per ciascun nucleo familiare e soprattutto non ho un riferimento per i coefficienti della città di Rieti (ma credo sia un problema comune).
Sul sito della confcommercio, c'è una sezione meravigliosa, peccato che i comuni non la considerino neanche! (cercate Sportello Unico Tarsu/Tia della confcommercio)
A questo punto, in via del tutto sperimentale, potrei considerare il valore medio del range proposto per il centro italia dal 158. E per essere pignolo, come faccio a stabilire, per quel quantitativo di rifiuti prodotti da ciascuna categoria, le singole frazioni merceologiche che la compongono (carta, vetro, imballaggi...)?
Resta comunque il problema dei residenti, di cui non conosco in alcun modo la distribuzione dei componenti per nucleo familiare.
In alternativa, se mi basassi sulle produzioni medie da letteratura (i circa 500 kg, che se non sbaglio sono anche più dettagliati, per aree geografiche, nei rapporti ISPRA: confermo, dal rapporto rifiuti urbani 2012 ISPRA, per il Lazio (2010) si ha una produzione di 599 kg/anno pro capite. E per la precisione c'è anche il dettaglio città per città, con Rieti che si attesta sui 501 Kg/ab*anno), dovrei soltanto moltiplicare i residenti per quella produzione media, non curandomi affatto delle attività produttive? (Tenete conto che è un centro storico, con un po di negozi al dettaglio, non un nucleo industriale o un'area commerciale!)
Grazie, grazie ed ancora grazie!
In questo caso il problema è duplice: non ho dati che scendano così nel dettaglio del numero di componenti per ciascun nucleo familiare e soprattutto non ho un riferimento per i coefficienti della città di Rieti (ma credo sia un problema comune).
Sul sito della confcommercio, c'è una sezione meravigliosa, peccato che i comuni non la considerino neanche! (cercate Sportello Unico Tarsu/Tia della confcommercio)
A questo punto, in via del tutto sperimentale, potrei considerare il valore medio del range proposto per il centro italia dal 158. E per essere pignolo, come faccio a stabilire, per quel quantitativo di rifiuti prodotti da ciascuna categoria, le singole frazioni merceologiche che la compongono (carta, vetro, imballaggi...)?
Resta comunque il problema dei residenti, di cui non conosco in alcun modo la distribuzione dei componenti per nucleo familiare.
In alternativa, se mi basassi sulle produzioni medie da letteratura (i circa 500 kg, che se non sbaglio sono anche più dettagliati, per aree geografiche, nei rapporti ISPRA: confermo, dal rapporto rifiuti urbani 2012 ISPRA, per il Lazio (2010) si ha una produzione di 599 kg/anno pro capite. E per la precisione c'è anche il dettaglio città per città, con Rieti che si attesta sui 501 Kg/ab*anno), dovrei soltanto moltiplicare i residenti per quella produzione media, non curandomi affatto delle attività produttive? (Tenete conto che è un centro storico, con un po di negozi al dettaglio, non un nucleo industriale o un'area commerciale!)
Grazie, grazie ed ancora grazie!
virtusmankind- Membro della community
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Età : 39
Località : Rieti
Re: Quantificare i rifiuti di origine commerciale
Ciao, anche da me benvenuto sul forum.
Ti stavo per suggerire il rapporto ISPRA ma vedo che hai già fatto da solo.
Il rapporto è il documento più ufficiale che esiste, quindi puoi senz'altro utilizzarlo.
Poi, ti suggerirei anche di fare un salto presso gli uffici comunali che si occupano della raccolta degli RSU,loro dovrebbero avere i dati che ti servono.
Ti stavo per suggerire il rapporto ISPRA ma vedo che hai già fatto da solo.
Il rapporto è il documento più ufficiale che esiste, quindi puoi senz'altro utilizzarlo.
Poi, ti suggerirei anche di fare un salto presso gli uffici comunali che si occupano della raccolta degli RSU,loro dovrebbero avere i dati che ti servono.
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Un vale più di mille parole!
Ma, a volte è ancora meglio!
isamonfroni- Moderatrice
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Re: Quantificare i rifiuti di origine commerciale
Un progetto per un servizio di raccolta domiciliare dei rifiuti, anche a livello di "progetto di massima", non puo' prescindere dall'esatta conoscenza dei flussi di rifiuto.
Il totale della produzione, caratterizzato da variabilita' stagionale più' o meno significativa (connessa, p.e., a presenze turistiche) puo' essere determinato, con sufficiente accuratezza, dall'analisi dei servizi esistenti. Generalmente, poi, l'introduzione di servizi di questo tipo comporta una riduzione della produzione per effetto di vari fattori (migrazione, limitazione di conferimenti impropri e di speciali, induzione di comportamenti più' sostenibili,...) e della quale andrebbe tenuto conto.
Per quanto riguarda la composizione media, l'ideale e' un'analisi merceologica. Ad ogni modo, studi generici sulla composizione dei rifiuti urbani sono disponibili in letteratura.
La progettazione esecutiva, invece, richiede il censimento puntuale delle utenze.
Dipende dallo scopo che si prefigge la tesi.
Il totale della produzione, caratterizzato da variabilita' stagionale più' o meno significativa (connessa, p.e., a presenze turistiche) puo' essere determinato, con sufficiente accuratezza, dall'analisi dei servizi esistenti. Generalmente, poi, l'introduzione di servizi di questo tipo comporta una riduzione della produzione per effetto di vari fattori (migrazione, limitazione di conferimenti impropri e di speciali, induzione di comportamenti più' sostenibili,...) e della quale andrebbe tenuto conto.
Per quanto riguarda la composizione media, l'ideale e' un'analisi merceologica. Ad ogni modo, studi generici sulla composizione dei rifiuti urbani sono disponibili in letteratura.
La progettazione esecutiva, invece, richiede il censimento puntuale delle utenze.
Dipende dallo scopo che si prefigge la tesi.
Admin- Amministratore
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Data d'iscrizione : 13.01.10
Età : 51
Re: Quantificare i rifiuti di origine commerciale
Benvenuto nel forum anche da parte mia.
Da quanto capito, credo di essere stato un tuo precedecessore, laureandomi con una tesi sul ruolo della TIA nella gestione dei RSU.
Non so a che livello di puntualizzazione vuoi arrivare per i dati da riportare nella tesi: a mio tempo feci un lavoro puntuale sia per le utenze domestiche che non domestiche, ma perchè mi basai su un sistema di raccolta che utilizzava sistemi di identificazione e pesatura dinamica (dagli svuotamenti, potevo risalire univocamente a: produttore, tipologia di rifiuto conferito, quantità dei rifiuti conferiti, data e ora dello scarico), e, fondamentale, trovai piena collaborazione nel Comune, che mi fornii alcuni estratti delle banche dati (praticamente tutti i dati, con esclusione dei nominativi .. per ovvi motivi di privacy).
Diversamente, scendere nel dettaglio è praticamente impossibile: soprattutto per le utenze non domestiche; ti posso assicurare, dati alla mano, che due identiche attività, operanti su superfici uguali .. possono produrre quantità di rifiuti notevolmente diversi (pensa al fruttivendolo all'interno di un centro commerciale, e un fruttivendolo imboscato in estrema periferia).
Relativamente ai modelli di raccolta, per dare un tocco veramente innovativo e futuristico alla tua tesi (nel nord europa si mettono a ridere quando parli di queste cose, mentre in Italia ti guardano come se stessero vedendo star treck negli anni '60), esci dal canonico modo di pensare che oltre ai sacchetti e ai codici a barre non si possa utilizzare.
.. e, come feci io a suo tempo, fatti un giretto a Ecomondo la prossima settimana.
Da quanto capito, credo di essere stato un tuo precedecessore, laureandomi con una tesi sul ruolo della TIA nella gestione dei RSU.
Non so a che livello di puntualizzazione vuoi arrivare per i dati da riportare nella tesi: a mio tempo feci un lavoro puntuale sia per le utenze domestiche che non domestiche, ma perchè mi basai su un sistema di raccolta che utilizzava sistemi di identificazione e pesatura dinamica (dagli svuotamenti, potevo risalire univocamente a: produttore, tipologia di rifiuto conferito, quantità dei rifiuti conferiti, data e ora dello scarico), e, fondamentale, trovai piena collaborazione nel Comune, che mi fornii alcuni estratti delle banche dati (praticamente tutti i dati, con esclusione dei nominativi .. per ovvi motivi di privacy).
Diversamente, scendere nel dettaglio è praticamente impossibile: soprattutto per le utenze non domestiche; ti posso assicurare, dati alla mano, che due identiche attività, operanti su superfici uguali .. possono produrre quantità di rifiuti notevolmente diversi (pensa al fruttivendolo all'interno di un centro commerciale, e un fruttivendolo imboscato in estrema periferia).
Relativamente ai modelli di raccolta, per dare un tocco veramente innovativo e futuristico alla tua tesi (nel nord europa si mettono a ridere quando parli di queste cose, mentre in Italia ti guardano come se stessero vedendo star treck negli anni '60), esci dal canonico modo di pensare che oltre ai sacchetti e ai codici a barre non si possa utilizzare.
.. e, come feci io a suo tempo, fatti un giretto a Ecomondo la prossima settimana.
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Come lo scoglio infrango. Come l'onda travolgo.
Gabriele Stefani- Moderatore
- Messaggi : 3268
Data d'iscrizione : 23.11.10
Re: Quantificare i rifiuti di origine commerciale
Admin ha scritto:Un progetto per un servizio di raccolta domiciliare dei rifiuti, anche a livello di "progetto di massima", non puo' prescindere dall'esatta conoscenza dei flussi di rifiuto.
Il totale della produzione, caratterizzato da variabilita' stagionale più' o meno significativa (connessa, p.e., a presenze turistiche) puo' essere determinato, con sufficiente accuratezza, dall'analisi dei servizi esistenti. Generalmente, poi, l'introduzione di servizi di questo tipo comporta una riduzione della produzione per effetto di vari fattori (migrazione, limitazione di conferimenti impropri e di speciali, induzione di comportamenti più' sostenibili,...) e della quale andrebbe tenuto conto.
Per quanto riguarda la composizione media, l'ideale e' un'analisi merceologica. Ad ogni modo, studi generici sulla composizione dei rifiuti urbani sono disponibili in letteratura.
La progettazione esecutiva, invece, richiede il censimento puntuale delle utenze.
Dipende dallo scopo che si prefigge la tesi.
Condivido pienamente quanto ha (o hai, non so se darvi del Lei o del tu, scusatemi!) detto. Per la mia voglia di capirci quanto più possibile, di fornire un lavoro preciso e puntuale, scenderei nel dettaglio di utenza per utenza. Credo comunque che un progetto di massima possa essere una buona base di partenza, perchè il cuore del mio lavoro è proporre diverse idee alternative alle classiche raccolte porta a porta o stradali che si vedono ovunque.
In aggiunta, purtroppo, non è semplice trovare chi ti sappia fornire materiale di buona qualità e che abbia idee precise su quello che stai facendo, quindi cerco di tirar fuori informazioni e chiedere volta per volta all'ufficio competente. Discorso diverso, almeno in linea di massima, riguardo le analisi merceologiche e tutto quello che gravita intorno alla gestione pratica del rifiuto, gestito da un'azienda municipalizzata con i soliti problemi economici. Sto cercando di contattare chi può darmi qualche dritta, lavorando all'interno dell'azienda.
Vediamo cosa riesco ad ottenere, e da quello stabilirò il dettaglio a cui posso scendere. Il tempo stringe, non vorrei tirarla per le lunghissime! Mi piacerebbe un po' di esperienza lavorativa sul campo dopo tanti anni sui libri!
ilGabri ha scritto:Benvenuto nel forum anche da parte mia.
Da quanto capito, credo di essere stato un tuo precedecessore, laureandomi con una tesi sul ruolo della TIA nella gestione dei RSU.
Non so a che livello di puntualizzazione vuoi arrivare per i dati da riportare nella tesi: a mio tempo feci un lavoro puntuale sia per le utenze domestiche che non domestiche, ma perchè mi basai su un sistema di raccolta che utilizzava sistemi di identificazione e pesatura dinamica (dagli svuotamenti, potevo risalire univocamente a: produttore, tipologia di rifiuto conferito, quantità dei rifiuti conferiti, data e ora dello scarico), e, fondamentale, trovai piena collaborazione nel Comune, che mi fornii alcuni estratti delle banche dati (praticamente tutti i dati, con esclusione dei nominativi .. per ovvi motivi di privacy).
Diversamente, scendere nel dettaglio è praticamente impossibile: soprattutto per le utenze non domestiche; ti posso assicurare, dati alla mano, che due identiche attività, operanti su superfici uguali .. possono produrre quantità di rifiuti notevolmente diversi (pensa al fruttivendolo all'interno di un centro commerciale, e un fruttivendolo imboscato in estrema periferia).
Relativamente ai modelli di raccolta, per dare un tocco veramente innovativo e futuristico alla tua tesi (nel nord europa si mettono a ridere quando parli di queste cose, mentre in Italia ti guardano come se stessero vedendo star treck negli anni '60), esci dal canonico modo di pensare che oltre ai sacchetti e ai codici a barre non si possa utilizzare.
.. e, come feci io a suo tempo, fatti un giretto a Ecomondo la prossima settimana.
Grazie per il benvenuto. Come ho scritto appena sopra, il cuore della mia tesi è la proposta di idee alternative per gestire i rifiuti, quindi un dettaglio così straordinario (magari esistessero banche dati di questo tipo!) sarà difficile da raggiungere e forse anche troppo spinto. Anche perchè qui nel centro Italia la gestione dei rifiuti e la raccolta differenziata è vista, come dici giustamente, come un mostro galattico. Detto questo, ovviamente progettare e verificare la fattibilità tecnica ed economica di alcuni interventi di gestione, richiede necessariamente flussi di rifiuti calcolati con buona precisione. Un dato medio di letteratura potrà forse darmi stime accettabili, con i pochi mezzi a disposizione di un povero studente!
Cerco, nella mia "ignoranza" di andare un po' oltre i sacchetti ed i codici a barre (anche perchè sono visti e rivisti, dove sta l'innovazione?) Mi sono immerso nel mondo del trasporto pneumatico delle frazioni differenziate, sto cercando materiale riguardo il tritarifiuti per l'organico e soluzioni per il sottovuoto dell'organico stesso, cerco di studiare il banale (mica tanto, a quanto pare) vuoto a rendere e la raccolta multimateriale spinta, oltre agli incentivi di ogni tipo per i cittadini virtuosi. E non mi accontento ancora!
Ammetto che fare una tesi su questi argomenti un po' mi scoraggia, perchè mi sembra di raccontare cose già viste altrove, senza contribuire in niente di così davvero innovativo. Però il professore me l'ha proposta con interesse e credo che la mia città ne abbia bisogno. Aggiungeteci poi che ho scelto l'argomento rifiuti perchè mi ritenevo carente in materia, visto che nei miei studi di Ingegnere Ambientale è stato l'argomento meno contemplato e volevo capirne un po di più - per cultura personale e perchè è un ramo che mi affascina.
Sono stato anche fortunato, sia per aver trovato una comunità così preparata, gentile e puntuale che per esserci capitato qualche giorno prima di Ecomondo, che cercherò di visitare senza pensarci due volte!
Di nuovo, grazie!
virtusmankind- Membro della community
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Età : 39
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Re: Quantificare i rifiuti di origine commerciale
virtusmankind ha scritto:Grazie per il benvenuto.
Ci manchere .. è il minimo!
Guarda: ancora da studente, ho avuto la fortuna di incrociare un "folle" ingegnere italo-tedesco che ha iniziato a propinarmi i primi concetti di modelli organizzativi per la gestione dei rifiuti .. visti dalla prospettiva tedesca, e non italiana.virtusmankind ha scritto:
Anche perchè qui nel centro Italia la gestione dei rifiuti e la raccolta differenziata è vista, come dici giustamente, come un mostro galattico.
la mia tesi è stata di fatto il sunto di 2 anni di esperienza sul campo maturate grazie a questa esperienza: ricordo che dall'avvio del nuovo servizio (tolti tutti i cassonetti stradali, abiliti i sacchetti abbandonati, tolte tutte le campane per la raccolta differenziata, a favore di cassonetti personalizzati per il secco indifferenziato e la raccolta di tutte le frazioni differenziate al Centro di Raccolta), per 6 mesi mi era impossibile scendere dall'auto e entrare in un bar per un caffè, per via delle insulti e degli improperi che mi arrivavano da chiunque incontrassi. 2 anni fa è stato proposto alla cittadinanza una variazione del modello organizzativo di raccolta .. ed è scoppiata una mezza rivolta popolare, volendo a tutti i costi mantere l'attuale sitema (in vigore dal 1999/2000).
sulla scia di questo lavoro, ho avuto la possibilità di lavorare anche in altre zone d'Italia, vantando (per motivi personali e professionali) una fattiva collaborazione con l'ex municipalizzata di Mazara del Vallo (sul perchè ex, qualche ex consigliere della giunta Lombardo potrebbe fornire utili indicazioni). Giusto per ribadire, come sottolineavi tu, l'ignoranza che regna in Italia, ma soprattutto, la paura dell'innovazione, del cambiamento .. che potrebbe portare a scossini poltronali troppo pericolose ed incontrollate (giusto per rimanere in tema di OT).
verissimo: conoscere i vari flussi di rifiuto è importante.virtusmankind ha scritto:
Detto questo, ovviamente progettare e verificare la fattibilità tecnica ed economica di alcuni interventi di gestione, richiede necessariamente flussi di rifiuti calcolati con buona precisione. Un dato medio di letteratura potrà forse darmi stime accettabili, con i pochi mezzi a disposizione di un povero studente!
ma allo stesso modo, è importante conoscere l'ambito in cui si va ad operare.
molto spesso questo viene dimenticato, se non tralasciato completamente, ritrovandosi poi in fase di gestione, dinanzi a problemi che nessuno aveva mai visto e/o valutato (un esempio: muncipalità che acquista 20 nuovi autocompattatori, e al primo giro di raccolta .. si accorge che i mezzi non passano su buona parte delle vie comunali! riderai, ma ti assicuro che è capitato, e mi è anche stato detto: "è possibile trovare una soluzione?" purtroppo non ho ancora il potere di sdoppiare i compattatori .. soprattutto a costo zero).
in funzione di tutte queste variabili, è molto probabile si debbano valutare, anche per lo stesso comune, modelli di raccolta differenti (va tanto di moda il termine INTEGRATO .. ma poi ci si dimentica di metterlo in pratica limitandosi ad un banale copia/incolla: se ha funzionato ad Aosta, funzionerà sicuramente anche a Napoli!), il che richiede attrezzature differenti, mezzi differenti, personale differente .. piano finanziario differente (mi chiederai cosa centra il piano finanziario .. e ti risponderò che alla fine, è questo (purtroppo o per fortuna) che detta le regole del gioco.
chiedilo a qualche illustre esponente di un movimento ambientalista molto conosciuto e molto potente in Italia, che non più tardi di 3 mesi fa, nel corso di un convegno pubblico, parlava dei codici a barre come della manna, della soluzione che risolverà tutti i problemi del settore RSU (peccato non abbia mai avuto la coerenza di salire sulla pedana di un compattatore alle 3.00 di mattina, osservando cosa fanno gli operatori).virtusmankind ha scritto:
Cerco, nella mia "ignoranza" di andare un po' oltre i sacchetti ed i codici a barre (anche perchè sono visti e rivisti, dove sta l'innovazione?)
soluzione ad alto contenuto tecnico ed ingegnerisco, applicato in diverse nuove realizzazioni (Tokio, Taiwan, Barcellona), ma in Italia .. impossibile da applicare: costi troppo elevati (un impianto base costa indicativamente 10.000.000 €), molte frazioni differenziate non possono essere raccolte (vedi ad esempio il vetro: a lungo andare, lo scorrimento del materiale sulle tubazioni porta a grossi fenomeni di usura), ma soprattutto, architettonicamente impossibile (di al sindaco di Rieti che deve radere al suolo mezza città, perchè devi far passare i condotti pneumatici per i rifiuti).virtusmankind ha scritto:
Mi sono immerso nel mondo del trasporto pneumatico delle frazioni differenziate
quella dei dissipatori di rifiuti alimentari o trituratori domestici da installare sotto il lavello è una soluzione largamente adottata negli Stati Uniti, dove hanno condotte fognarie ispezionabili con un suv, ed impianti di depurazione adeguati. Da noi, questa soluzione è vietata espressamente: lungo le tubature si accumulerebbe così tanti residui solidi da creare più intasamenti che altro, e gli attuali impianti finali non sarebbero in grado di trattare il carico organico in arrivo (troppo elevato). In molte realtà, all'interno dei vari regolamenti sono state inserite azioni del tipo "restano a carico dell’utente le eventuali responsabilità per lo smaltimento non autorizzato dei rifiuti (art.256 d.lgs n.152 del 3.4.2006) e per i danni o disservizi che dovessero verificarsi a carico degli impianti pubblici".virtusmankind ha scritto:
sto cercando materiale riguardo il tritarifiuti per l'organico
ho visto qualche prototipo artigianale, ma ben lontano dal pensare di proporla come soluzione industriale.virtusmankind ha scritto:
e soluzioni per il sottovuoto dell'organico stesso,
sto lavorando su questo aspetto da 5 anni, e qualcosa (mi autoelogio) credo di aver estratto dal cilindro: fatta qualche installazione per una catena di supermercati, in un campeggio della riviera adriatica (raccolte in 1 settimana 22.000 bottiglie di PET, grazie anche alla formula: "1 bottiglia di PET = 2 €cent da spendere nei negozi all'interno della struttura turistica). il mondo politico (quello che decide) per ora non ha preso posizione.virtusmankind ha scritto:
cerco di studiare il banale (mica tanto, a quanto pare) vuoto a rendere e la raccolta multimateriale spinta, oltre agli incentivi di ogni tipo per i cittadini virtuosi.
mai accontentarsi! un mio professore dell'ITIS mi diceva sempre: "vuoi arrivare al 6? .. allora devi puntare al 9!"virtusmankind ha scritto:E non mi accontento ancora!
Il tuo Professore ha ragione, e ti suggerisco anche qui di cambiare prospettiva: non limitarti a raccontare asetticamente quello che vedi in giro! racconta quello che vedi in giro .. ma applicato alla realtà dove vivi, che conosci .. cercando di capire i pro e i contro che una tale novità potrebbe portare! e ti assicuro (lo dico per esperienza) avrai delle conforanti risposte (a proposito: hai mai aperto il cassonetto vicino a casa tua, e guardato cosa c'è dentro? .. ti consiglio di fare anche questo: vedrai che alcune cose che hai letto nei vari libri .. ti suoneranno strane, sbagliate, poco veritiere .. ma questo ti aiuterà a crearti un tuo pensiero, una tua idea .. a trovare una tua soluzione (e in questo campo, se ci mettiamo io e te .. stai sicuro che nel 99% dei casi troveremo soluzioni differenti, ma non per questo giuste o sbagliate, ma certamente .. integrabili!).virtusmankind ha scritto:
Ammetto che fare una tesi su questi argomenti un po' mi scoraggia, perchè mi sembra di raccontare cose già viste altrove, senza contribuire in niente di così davvero innovativo. Però il professore me l'ha proposta con interesse e credo che la mia città ne abbia bisogno.
Tranquillo .. se ci sarà occasione .. tra 10 anni mi ridirai se la pensi ancora così.virtusmankind ha scritto:
Aggiungeteci poi che ho scelto l'argomento rifiuti perchè mi ritenevo carente in materia, visto che nei miei studi di Ingegnere Ambientale è stato l'argomento meno contemplato e volevo capirne un po di più - per cultura personale e perchè è un ramo che mi affascina.
virtusmankind ha scritto:
Sono stato anche fortunato, sia per aver trovato una comunità così preparata, gentile e puntuale che per esserci capitato qualche giorno prima di Ecomondo, che cercherò di visitare senza pensarci due volte!
Di nuovo, grazie!
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Come lo scoglio infrango. Come l'onda travolgo.
Gabriele Stefani- Moderatore
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Re: Quantificare i rifiuti di origine commerciale
Ed è proprio per questo motivo che il mio dubbio persiste. Come li calcolo 'sti benedetti flussi di rifiuti?! Col dato medio di letteratura non curandomi delle attività commerciali, oppure cercando da qualche parte i coefficienti di calcolo della TARSU!? Tra l'altro, ho reperito il censimento ISTAT 2001 (il dato degli abitanti è pressochè simile a quello del 2011) in cui sono indicati anche i nuclei familiari e la loro composizione...Forse sarà pù facile risalire dalla TARSU alle produzioni di rifiuti. Come?ilGabri ha scritto:
verissimo: conoscere i vari flussi di rifiuto è importante.
ma allo stesso modo, è importante conoscere l'ambito in cui si va ad operare.
molto spesso questo viene dimenticato, se non tralasciato completamente, ritrovandosi poi in fase di gestione, dinanzi a problemi che nessuno aveva mai visto e/o valutato (un esempio: muncipalità che acquista 20 nuovi autocompattatori, e al primo giro di raccolta .. si accorge che i mezzi non passano su buona parte delle vie comunali! riderai, ma ti assicuro che è capitato, e mi è anche stato detto: "è possibile trovare una soluzione?" purtroppo non ho ancora il potere di sdoppiare i compattatori .. soprattutto a costo zero).
in funzione di tutte queste variabili, è molto probabile si debbano valutare, anche per lo stesso comune, modelli di raccolta differenti (va tanto di moda il termine INTEGRATO .. ma poi ci si dimentica di metterlo in pratica limitandosi ad un banale copia/incolla: se ha funzionato ad Aosta, funzionerà sicuramente anche a Napoli!), il che richiede attrezzature differenti, mezzi differenti, personale differente .. piano finanziario differente (mi chiederai cosa centra il piano finanziario .. e ti risponderò che alla fine, è questo (purtroppo o per fortuna) che detta le regole del gioco.
ilGabri ha scritto:soluzione ad alto contenuto tecnico ed ingegnerisco, applicato in diverse nuove realizzazioni (Tokio, Taiwan, Barcellona), ma in Italia .. impossibile da applicare: costi troppo elevati (un impianto base costa indicativamente 10.000.000 €), molte frazioni differenziate non possono essere raccolte (vedi ad esempio il vetro: a lungo andare, lo scorrimento del materiale sulle tubazioni porta a grossi fenomeni di usura), ma soprattutto, architettonicamente impossibile (di al sindaco di Rieti che deve radere al suolo mezza città, perchè devi far passare i condotti pneumatici per i rifiuti).virtusmankind ha scritto:
Mi sono immerso nel mondo del trasporto pneumatico delle frazioni differenziate
In pratica mi hai demolito l'idea sul nascere. Però al professore è piaciuta. La porto avanti, dimostrando magari che è inattuabile! (Come riesci a stimare i costi base e reperire informazioni tecniche dettagliate? Ho scritto alla Oppent che si occupa di trasporto pneumatico ma le brochures che mi hanno inviato possono essere piu utili ad un sindaco che ad un tecnico)
Permettimi, con tutto il rispetto, di dissentire lievemente sul riferimento normativo. Lo stesso 152, all'articolo 107 - Scarichi in reti fognarie al comma 3 cita "Non è ammesso lo smaltimento dei rifiuti, anche se triturati, in fognatura, ad eccezione di quelli organiciilGabri ha scritto:quella dei dissipatori di rifiuti alimentari o trituratori domestici da installare sotto il lavello è una soluzione largamente adottata negli Stati Uniti, dove hanno condotte fognarie ispezionabili con un suv, ed impianti di depurazione adeguati. Da noi, questa soluzione è vietata espressamente: lungo le tubature si accumulerebbe così tanti residui solidi da creare più intasamenti che altro, e gli attuali impianti finali non sarebbero in grado di trattare il carico organico in arrivo (troppo elevato). In molte realtà, all'interno dei vari regolamenti sono state inserite azioni del tipo "restano a carico dell’utente le eventuali responsabilità per lo smaltimento non autorizzato dei rifiuti (art.256 d.lgs n.152 del 3.4.2006) e per i danni o disservizi che dovessero verificarsi a carico degli impianti pubblici".virtusmankind ha scritto:
sto cercando materiale riguardo il tritarifiuti per l'organico
provenienti dagli scarti dell’alimentazione trattati con apparecchi dissipatori di rifiuti alimentari che ne riducano la massa in particelle sottili, previo accertamento dell’esistenza di un sistema di depurazione da parte dell’ente gestore del servizio idrico integrato, che assicura adeguata informazione al pubblico anche in merito alla planimetria delle zone servite da tali sistemi. L’installazione delle apparecchiature è comunicata da parte del rivenditore al gestore del servizio idrico, che ne controlla la diffusione sul territorio."
In sostanza la parte di organico derivante dall'alimentazione (credo sia una percentuale rilevante per le utenze domestiche), può essere triturata e inviata in fognatura. Ovviamente andrà prevista un'integrazione forte dell'impianto di depurazione per sopportare l'elevato carico organico in arrivo (e considera che al depuratore di Rieti arriva percolato di discarica da Malagrotta, quindi sono ben abituati a picchi di carico esagerati)
La mia idea è venuta fuori da quello che fanno sulle grosse navi, che credo di artigianale abbia veramente poco. Direi che è da approfondire più che da accantonare per direttissima!ilGabri ha scritto:ho visto qualche prototipo artigianale, ma ben lontano dal pensare di proporla come soluzione industriale.virtusmankind ha scritto:
e soluzioni per il sottovuoto dell'organico stesso,
Interessantissimo. Ti ruberò, sempre se vorrai, qualche dritta sul come calcolare la remunerazione economica equivalente. Credo molto dipenda anche dall'esistenza e dalla distanza da centri di recupero delle frazioni differenziate. Il trasporto a centinaia di km di distanza per il recupero, potrebbe assolutamente disincentivare gli incentivi!ilGabri ha scritto:sto lavorando su questo aspetto da 5 anni, e qualcosa (mi autoelogio) credo di aver estratto dal cilindro: fatta qualche installazione per una catena di supermercati, in un campeggio della riviera adriatica (raccolte in 1 settimana 22.000 bottiglie di PET, grazie anche alla formula: "1 bottiglia di PET = 2 €cent da spendere nei negozi all'interno della struttura turistica). il mondo politico (quello che decide) per ora non ha preso posizione.virtusmankind ha scritto:
cerco di studiare il banale (mica tanto, a quanto pare) vuoto a rendere e la raccolta multimateriale spinta, oltre agli incentivi di ogni tipo per i cittadini virtuosi.
Ti chiedo un chiarimento: che cosa intendi quando mi consigli di "raccontare quello che vedo in giro, applicato alla realtà dove vivo?". Sbircerò nei cassonetti della città, ma se mi scambiano per un barbone, darò tutta la colpa a te!ilGabri ha scritto:Il tuo Professore ha ragione, e ti suggerisco anche qui di cambiare prospettiva: non limitarti a raccontare asetticamente quello che vedi in giro! racconta quello che vedi in giro .. ma applicato alla realtà dove vivi, che conosci .. cercando di capire i pro e i contro che una tale novità potrebbe portare! e ti assicuro (lo dico per esperienza) avrai delle conforanti risposte (a proposito: hai mai aperto il cassonetto vicino a casa tua, e guardato cosa c'è dentro? .. ti consiglio di fare anche questo: vedrai che alcune cose che hai letto nei vari libri .. ti suoneranno strane, sbagliate, poco veritiere .. ma questo ti aiuterà a crearti un tuo pensiero, una tua idea .. a trovare una tua soluzione (e in questo campo, se ci mettiamo io e te .. stai sicuro che nel 99% dei casi troveremo soluzioni differenti, ma non per questo giuste o sbagliate, ma certamente .. integrabili!).virtusmankind ha scritto:
Ammetto che fare una tesi su questi argomenti un po' mi scoraggia, perchè mi sembra di raccontare cose già viste altrove, senza contribuire in niente di così davvero innovativo. Però il professore me l'ha proposta con interesse e credo che la mia città ne abbia bisogno.
Questo mi spaventa un po' di più. Al limite se il mondo dei rifiuti mi schifa, non disdegno gli altri rami sanitari (bonifiche, depurazione delle acque) o di pianificazione. Vedremo un po' se tra 10 anni ho trovato lavoro, prima di tutto!ilGabri ha scritto:Tranquillo .. se ci sarà occasione .. tra 10 anni mi ridirai se la pensi ancora così.virtusmankind ha scritto:
Aggiungeteci poi che ho scelto l'argomento rifiuti perchè mi ritenevo carente in materia, visto che nei miei studi di Ingegnere Ambientale è stato l'argomento meno contemplato e volevo capirne un po di più - per cultura personale e perchè è un ramo che mi affascina.
Poco da aggiungere...se non uno spudorato invito a rivelarmi qualche nuova idea originale da proporre nella tesi. Sempre che tu non sia geloso delle tue idee geniali, ma non mi sembri il tipo!
Salute!
virtusmankind- Membro della community
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Re: Quantificare i rifiuti di origine commerciale
La stima dei flussi puo' essere condotta con sufficiente accuratezza, dal momento che sei in contatto con il gestore.
Attualmente quell'area e' servita con un certo numero di percorsi stradali di raccolta, esclusivi ovvero in abbinamento ad altre zone della citta'.
Prendi come base di calcolo una settimana, sia per tenere conto della variabilita' nei week end sia perche' alcuni servizi potrebbero non essere erogati con cadenza quotidiana.
I rifiuti vengono sempre pesati ed i gestori sono solitamente propensi a collaborare.
Per i percorsi non esclusivi ripartisci le quantita' in proporzione ai volumi installati sul territorio.
Per aree a vocazione turistica e' opportuno che l'analisi preveda scenari stagionali (nei quali, a seconda dei casi, i dati possono variare fino a un ordine di grandezza!).
L'elaborazione su base teorica la utilizzerei per analisi ex post per valutare, ad esempio, eventuali scostamenti significativi dei dati a consuntivo con gli standard di riferimento.
Attenzione: i dati a cui facevi riferimento (quelli del rapporto Ispra) vanno opportunamente "ripuliti" dai flussi che non transitano dalle ordinarie raccolte srradali (stazioni ecologiche, cimiteriali, speciali in convenzione,...).
P.S. A Rimini ci saro' l'8 novembre.
Attualmente quell'area e' servita con un certo numero di percorsi stradali di raccolta, esclusivi ovvero in abbinamento ad altre zone della citta'.
Prendi come base di calcolo una settimana, sia per tenere conto della variabilita' nei week end sia perche' alcuni servizi potrebbero non essere erogati con cadenza quotidiana.
I rifiuti vengono sempre pesati ed i gestori sono solitamente propensi a collaborare.
Per i percorsi non esclusivi ripartisci le quantita' in proporzione ai volumi installati sul territorio.
Per aree a vocazione turistica e' opportuno che l'analisi preveda scenari stagionali (nei quali, a seconda dei casi, i dati possono variare fino a un ordine di grandezza!).
L'elaborazione su base teorica la utilizzerei per analisi ex post per valutare, ad esempio, eventuali scostamenti significativi dei dati a consuntivo con gli standard di riferimento.
Attenzione: i dati a cui facevi riferimento (quelli del rapporto Ispra) vanno opportunamente "ripuliti" dai flussi che non transitano dalle ordinarie raccolte srradali (stazioni ecologiche, cimiteriali, speciali in convenzione,...).
P.S. A Rimini ci saro' l'8 novembre.
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