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PERICOLOSO ?
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PERICOLOSO ?
Mi piacerebbe che si discutesse su cosa significa pericoloso (sto ovviamente parlando di sostanze, miscele, rifiuti, non di persone, comportamenti, ecc. )
Anche per capire che cosa si deve (dovrebbe) fare quando si ha a che fare con una materia (per materia intendo una sostanza, una miscela, un rifiuto) pericolosa.
E, viste le discussioni che ci sono su questo (ed altri) sito, prendo ad esempio le materie pericolose per l’ambiente.
Dunque, anche per i rifiuti, il riferimento (parlo dell’Italia) è all’ADR, che significa (in linea generale) al GHS e al Regolamento CLP.
Prima osservazione (un po’ “naif”): ma i rifiuti non sono sempre pericolosi per l’ambiente ?
Ma, tornando alle normative esistenti, un rifiuto è pericoloso per l’ambiente se, fatte le dovute prove, risultano certi valori di CL50 per i pesci, CE50 per i crostacei, CEr50 per le alghe, NOEC, BCF, Kow, applicando poi certi fattori M, ecc.
Su tali basi i rifiuti possono essere classificati in categoria acuta 1, categoria cronica 1, categoria cronica 2.
Seconda osservazione: che differenza c’è fra le 3 categorie sopra citate ?
Per il trasporto: nessuna ! Le disposizioni per il trasporto sono eguali per tutte le categorie !
Per la classificazione ai sensi della normativa sui rifiuti (H14): nessuna (è uguale all’ADR) !
Per l’etichettatura, ai fini del trasporto e ai fini del regolamento CLP: nessuna !
E lascio perdere quello che dice il GHS !
Terza osservazione (a latere): ma veramente si pensa di nutrire pesci, crostacei e alghe con i rifiuti, per vedere “l’effetto che fa” ?
Dove voglio arrivare ?
Al fatto che sarebbe molto più semplice NON fare distinzioni e stabilire dei criteri che valgano solo per dire se una materia è pericolosa per l’ambiente sì o no (cioè niente categorie). Per inciso ricordo che purtroppo, quando avevo un ruolo nel GHS, non sono riuscito ad occuparmi anche delle materie pericolose per l’ambiente (ma le/gli interessate/i italiane/i dov’erano ?), dal momento che ero impegnato (a torto o a ragione) a cercare di limitare le “follie” di esperte/i di tutto il mondo in materia di pericoli fisici e di tossicità acuta.
Ho anche maturato l’idea che una analoga semplificazione potrebbe valore per le altre caratteristiche di pericolosità.
Faccio un esempio: i liquidi infiammabili.
Nel regolamento CLP sono previste 3 categorie (corrispondenti a 3 gruppi di imballaggio nell’ADR); per il GHS sono 4 !
E qual è la differenza ?
Per il regolamento CLP solo il fatto che per la categoria 3 sull’etichetta va scritto “Attenzione” invece di “Pericolo”; e, per la normativa sul trasporto (semplificando un po’), che la prova di caduta per gli imballaggi che contengono i liquidi infiammabili deve essere effettuata ad altezze diverse.
Vogliamo semplificare ?
Anche perché il pericolo per l’ambiente, o il pericolo di incendio, dipendono da diecimila circostanze (non solo da CL50 o punto di infiammabilità, ecc.) e quindi RICORDIAMOCI che i criteri sono solo delle semplificazioni/approssimazioni della realtà !
Ma, ammesso che quanto ho detto sia vero, qualcuna/o dovrebbe prendere l’iniziativa … e … viste le passate esperienze .. non sono certo io la persona che può promuoverla.
N.B. Sarà ormai il “tic” di una persona anziana, ma continuo a pensare che conta di più una proposta avanzata nella sede opportuna (ci sono !) che diecimila lamentele o cento arrampicamenti sugli specchi per interpretare (a proprio favore) una norma.
Anche per capire che cosa si deve (dovrebbe) fare quando si ha a che fare con una materia (per materia intendo una sostanza, una miscela, un rifiuto) pericolosa.
E, viste le discussioni che ci sono su questo (ed altri) sito, prendo ad esempio le materie pericolose per l’ambiente.
Dunque, anche per i rifiuti, il riferimento (parlo dell’Italia) è all’ADR, che significa (in linea generale) al GHS e al Regolamento CLP.
Prima osservazione (un po’ “naif”): ma i rifiuti non sono sempre pericolosi per l’ambiente ?
Ma, tornando alle normative esistenti, un rifiuto è pericoloso per l’ambiente se, fatte le dovute prove, risultano certi valori di CL50 per i pesci, CE50 per i crostacei, CEr50 per le alghe, NOEC, BCF, Kow, applicando poi certi fattori M, ecc.
Su tali basi i rifiuti possono essere classificati in categoria acuta 1, categoria cronica 1, categoria cronica 2.
Seconda osservazione: che differenza c’è fra le 3 categorie sopra citate ?
Per il trasporto: nessuna ! Le disposizioni per il trasporto sono eguali per tutte le categorie !
Per la classificazione ai sensi della normativa sui rifiuti (H14): nessuna (è uguale all’ADR) !
Per l’etichettatura, ai fini del trasporto e ai fini del regolamento CLP: nessuna !
E lascio perdere quello che dice il GHS !
Terza osservazione (a latere): ma veramente si pensa di nutrire pesci, crostacei e alghe con i rifiuti, per vedere “l’effetto che fa” ?
Dove voglio arrivare ?
Al fatto che sarebbe molto più semplice NON fare distinzioni e stabilire dei criteri che valgano solo per dire se una materia è pericolosa per l’ambiente sì o no (cioè niente categorie). Per inciso ricordo che purtroppo, quando avevo un ruolo nel GHS, non sono riuscito ad occuparmi anche delle materie pericolose per l’ambiente (ma le/gli interessate/i italiane/i dov’erano ?), dal momento che ero impegnato (a torto o a ragione) a cercare di limitare le “follie” di esperte/i di tutto il mondo in materia di pericoli fisici e di tossicità acuta.
Ho anche maturato l’idea che una analoga semplificazione potrebbe valore per le altre caratteristiche di pericolosità.
Faccio un esempio: i liquidi infiammabili.
Nel regolamento CLP sono previste 3 categorie (corrispondenti a 3 gruppi di imballaggio nell’ADR); per il GHS sono 4 !
E qual è la differenza ?
Per il regolamento CLP solo il fatto che per la categoria 3 sull’etichetta va scritto “Attenzione” invece di “Pericolo”; e, per la normativa sul trasporto (semplificando un po’), che la prova di caduta per gli imballaggi che contengono i liquidi infiammabili deve essere effettuata ad altezze diverse.
Vogliamo semplificare ?
Anche perché il pericolo per l’ambiente, o il pericolo di incendio, dipendono da diecimila circostanze (non solo da CL50 o punto di infiammabilità, ecc.) e quindi RICORDIAMOCI che i criteri sono solo delle semplificazioni/approssimazioni della realtà !
Ma, ammesso che quanto ho detto sia vero, qualcuna/o dovrebbe prendere l’iniziativa … e … viste le passate esperienze .. non sono certo io la persona che può promuoverla.
N.B. Sarà ormai il “tic” di una persona anziana, ma continuo a pensare che conta di più una proposta avanzata nella sede opportuna (ci sono !) che diecimila lamentele o cento arrampicamenti sugli specchi per interpretare (a proprio favore) una norma.
benassaisergio- Utente Attivo
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