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Rifiuti sanitari pericolosi da analisi microbiologiche di laboratorio
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GioTe
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Rifiuti sanitari pericolosi da analisi microbiologiche di laboratorio
Buongiorno, approfitto ancora della vostra esperienza, ho avuto un dubbio rispetto ad una azienda che produce rifiuti sanitari pericolosi smaltiti come ospedalieri, derivanti da analisi microbiologiche di laboratorio, quindi si sostanze di cui conoscono perfettamente origine e composizione, gli è stato suggerito di fare analisi sistematiche di caratterizzazione del rifiuto ma è il caso? e c'è qualche normativa che lo impone? se si ogni quanto tempo devono esser analixzzati?
Grazie
Grazie
GioTe- Membro della community
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Re: Rifiuti sanitari pericolosi da analisi microbiologiche di laboratorio
ti rispondo con un quesito...
i rifiuti che derivano dalle prove di laboratorio come possono essere sempre costanti? la loro composizione non dipenderà dal campione su cui sono state condotte le prove stesse?
Detto questo anche secondo me fare analisi tutte le volte diventa inapplicabile....
Attendo cmq pareri più esperti in materia...
i rifiuti che derivano dalle prove di laboratorio come possono essere sempre costanti? la loro composizione non dipenderà dal campione su cui sono state condotte le prove stesse?
Detto questo anche secondo me fare analisi tutte le volte diventa inapplicabile....
Attendo cmq pareri più esperti in materia...
ceresio18- Utente Attivo
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Re: Rifiuti sanitari pericolosi da analisi microbiologiche di laboratorio
Se ho ben inteso, i rifiuti sono costituiti da brodi di fermentazione, piastre di petri, ecc. a rischio di contaminazione biologica.
tali rifiuti sono pericolosi (per il rischio infettivo) e potrebbero (dipende dalla composizione ) essere anche a rischio chimico.
Nel caso si conosca la natura dei costituenti sia chimici che biologici del rifiuto, e inviando a smaltimento come R.O. in impianti di termodistruzione all'uopo autorizzati, non necessita analisi chimica.
L'impianto di termodistruzione può richiedere analisi specifiche per valutare l'impatto, principalmente sulla composizione dei fumi.
tali rifiuti sono pericolosi (per il rischio infettivo) e potrebbero (dipende dalla composizione ) essere anche a rischio chimico.
Nel caso si conosca la natura dei costituenti sia chimici che biologici del rifiuto, e inviando a smaltimento come R.O. in impianti di termodistruzione all'uopo autorizzati, non necessita analisi chimica.
L'impianto di termodistruzione può richiedere analisi specifiche per valutare l'impatto, principalmente sulla composizione dei fumi.
CROCIDOLITE- Utente Attivo
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Re: Rifiuti sanitari pericolosi da analisi microbiologiche di laboratorio
ecco...quello di crocidolite è un buon esempio di parere esperto....
ceresio18- Utente Attivo
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Re: Rifiuti sanitari pericolosi da analisi microbiologiche di laboratorio
Saluti a tutti,
in laboratorio analisi da attività saniatria si producono rifiuti solidi a rischio infettivo (CER 180103*) esempio pipette, piastre per terreni di coltura batterica.... tutto quello che è venuto contatto con sostanze biologiche.
Poi reflui di laboratorio prodotti da apparecchiature diagnostiche, questi reflui sono rifiuti perchè raccolti in cistrne e trasportate a smltimento.
Questi rifiuti portano il codice a specchio CER 180106* pericoloso e CER 180107 non pericoloso.
Pertanto è necessario effettuare le analisi, prima per caratterizzarli se P. o S. poi queste servono anche allo smaltitore. Se nella routine di lavoro non vengono utilizzati nuovi reagenti o non vengono apportate modifiche alla procedura di lavoro della macchina, non è necessario rifare le analisi, valgono sempre le prime.
Saluti
in laboratorio analisi da attività saniatria si producono rifiuti solidi a rischio infettivo (CER 180103*) esempio pipette, piastre per terreni di coltura batterica.... tutto quello che è venuto contatto con sostanze biologiche.
Poi reflui di laboratorio prodotti da apparecchiature diagnostiche, questi reflui sono rifiuti perchè raccolti in cistrne e trasportate a smltimento.
Questi rifiuti portano il codice a specchio CER 180106* pericoloso e CER 180107 non pericoloso.
Pertanto è necessario effettuare le analisi, prima per caratterizzarli se P. o S. poi queste servono anche allo smaltitore. Se nella routine di lavoro non vengono utilizzati nuovi reagenti o non vengono apportate modifiche alla procedura di lavoro della macchina, non è necessario rifare le analisi, valgono sempre le prime.
Saluti
tochio55- Membro della community
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Re: Rifiuti sanitari pericolosi da analisi microbiologiche di laboratorio
carlo lucotti ha scritto:Saluti a tutti,
in laboratorio analisi da attività saniatria si producono rifiuti solidi a rischio infettivo (CER 180103*) esempio pipette, piastre per terreni di coltura batterica.... tutto quello che è venuto contatto con sostanze biologiche.
Poi reflui di laboratorio prodotti da apparecchiature diagnostiche, questi reflui sono rifiuti perchè raccolti in cistrne e trasportate a smltimento.
Questi rifiuti portano il codice a specchio CER 180106* pericoloso e CER 180107 non pericoloso.
Pertanto è necessario effettuare le analisi, prima per caratterizzarli se P. o S. poi queste servono anche allo smaltitore. Se nella routine di lavoro non vengono utilizzati nuovi reagenti o non vengono apportate modifiche alla procedura di lavoro della macchina, non è necessario rifare le analisi, valgono sempre le prime.
Saluti
direi che questi sono rifiuti in quanto "sostanza o oggetto di cui il detentore si disfa, o ha l'intenzione o ha l'obbligo di disfarsi" (art. 183 comma 1 lettera a d. lgs 152/06 e non perchè raccolti in cisterne e mandati a smaltimento.
CROCIDOLITE- Utente Attivo
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Re: Rifiuti sanitari pericolosi da analisi microbiologiche di laboratorio
noi abbiamo esattamente quel genere di rifuto e lo smaltiamo con il CER 18 01 03 che ha dicitura " rifiuti che devono essere raccolti e smaltiti applicando precauzioni particolari per evitare infezioni" , è un pericoloso, gli abbiamo attribuito H9 infetto.
Per questa classe di pericolo non sono previste analisi, e del resto, come avete detto anche voi, le piastre di laboratorio possono contenere o meno i batteri, a seconda di cosa si è analizzato, ma poichè c'è la possibilità di avere Escherichia Coli ed altri batteri pericolosi, H9 è corretto.
PS il rifiuto viaggia in ADR.
Per questa classe di pericolo non sono previste analisi, e del resto, come avete detto anche voi, le piastre di laboratorio possono contenere o meno i batteri, a seconda di cosa si è analizzato, ma poichè c'è la possibilità di avere Escherichia Coli ed altri batteri pericolosi, H9 è corretto.
PS il rifiuto viaggia in ADR.
paopao- Utente Attivo
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Re: Rifiuti sanitari pericolosi da analisi microbiologiche di laboratorio
direi che questi sono rifiuti in quanto "sostanza o oggetto di cui il detentore si disfa, o ha l'intenzione o ha l'obbligo di disfarsi" (art. 183 comma 1 lettera a d. lgs 152/06 e non perchè raccolti in cisterne e mandati a smaltimento.[/quote]
Ok. riferito ai reflui intendevo chiarire il concetto di differenza tra liquidi di scarico, disciplinato dal Capo III dalla parte terza del 152/06 e rifiuto parte quarta.
Una apparecchiatura di laboratorio genera rifiuti liquidi pericolosi (sostanze contenenti reagenti e sostanze biologiche) e rifiuti non pericolosi (acque di lavaggio) che possono andare in fognatura.
I liquidi pericolosi vengono raccolti in cisterne è smaltite con il CER 180106* in quanto viene considerato il rischio chimico predominante rispetto al rischio biologico, quindi senza utilizzare il 180103*. Anche il 180106* comporta il trasporto in ADR.
Ok. riferito ai reflui intendevo chiarire il concetto di differenza tra liquidi di scarico, disciplinato dal Capo III dalla parte terza del 152/06 e rifiuto parte quarta.
Una apparecchiatura di laboratorio genera rifiuti liquidi pericolosi (sostanze contenenti reagenti e sostanze biologiche) e rifiuti non pericolosi (acque di lavaggio) che possono andare in fognatura.
I liquidi pericolosi vengono raccolti in cisterne è smaltite con il CER 180106* in quanto viene considerato il rischio chimico predominante rispetto al rischio biologico, quindi senza utilizzare il 180103*. Anche il 180106* comporta il trasporto in ADR.
tochio55- Membro della community
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Re: Rifiuti sanitari pericolosi da analisi microbiologiche di laboratorio
Non è il codice CER (180106 o altro che sia) che determina l'applicazione dell'ADR.
homer- Utente Attivo
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Re: Rifiuti sanitari pericolosi da analisi microbiologiche di laboratorio
homer ha scritto:Non è il codice CER (180106 o altro che sia) che determina l'applicazione dell'ADR.
Convengo, conosco un pò l'ADR e materia pericolosa soggetta ad ADR e trasporto rifiuti pericolosi in adr è una tematica un pò troppo complessa, affrontarla usciremmo dal tema.
L'ho accennato perchè era nel post di paopao.
tochio55- Membro della community
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Re: Rifiuti sanitari pericolosi da analisi microbiologiche di laboratorio
carlo lucotti ha scritto:direi che questi sono rifiuti in quanto "sostanza o oggetto di cui il detentore si disfa, o ha l'intenzione o ha l'obbligo di disfarsi" (art. 183 comma 1 lettera a d. lgs 152/06 e non perchè raccolti in cisterne e mandati a smaltimento.
Ok. riferito ai reflui intendevo chiarire il concetto di differenza tra liquidi di scarico, disciplinato dal Capo III dalla parte terza del 152/06 e rifiuto parte quarta.
Una apparecchiatura di laboratorio genera rifiuti liquidi pericolosi (sostanze contenenti reagenti e sostanze biologiche) e rifiuti non pericolosi (acque di lavaggio) che possono andare in fognatura.
I liquidi pericolosi vengono raccolti in cisterne è smaltite con il CER 180106* in quanto viene considerato il rischio chimico predominante rispetto al rischio biologico, quindi senza utilizzare il 180103*. Anche il 180106* comporta il trasporto in ADR.
[/quote]
ATTENZIONE: non mi risulta che i reflui di laboratorio possano andare tout court in fognatura. e' necessario avere una autorizzazione allo scarico e parametri chimico-fisico-biologici conformi ai disciplinari comunali e dell'azienda della depurazione acque reflue
CROCIDOLITE- Utente Attivo
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Re: Rifiuti sanitari pericolosi da analisi microbiologiche di laboratorio
mi sento autorizzata a intervenire.
Partiamo dai rifiuti solidi.
Allora, ci azzecca pochissimo con i rifiuti ma moltissimo con il rischio microbiologico negli ambienti di lavoro: rifiuti pericolosi a rischio infettivo da un laboratorio non dovrebbero MAI uscire. Si DEVONO sterilizzare, e pure giorno per giorno, altrimenti o si inquina tutto il lab, ed è cosa idiotissima in un lab microbiologico soprattutto, o si ha un localetto che a fine mese ci puoi fare un arma di distruzione di massa, se lavori parecchio anche dopo 3-4 giorni. Francamente, io un pochetto di igiene brutale la pretenderei anche in una struttura ospedaliera.
Passiamo ai liquidi: parlando di scarico in fognatura, ovvio che dev'essere autorizzato, anche quelli di casa devono essere autorizzati. L'unico rifiuto biologico a rischio infettivo potenziale che può andare in fognature sono le pipì, ma ciò partendo dall'assunto che la percentuale di urine con batteri è per fortuna meno dell'1 per mille: l'urina per definizione è sterile, se non è sterile hai come minimo una cistite e ti devi curare, e se non può andare in fogna la pipì, beh ditemelo subito che da domani la conservo.... I reagenti di chimica clinica di solito sono a base di enzimi atossici (pochissimi g/l), ed hanno COD ampiamente nei limiti, quindi ok per la fognatura ma questo non vale per i reagenti chimici tradizionali (es: acido picrico, soda, etc.) che in teoria è bene vadano nei liquidi pericolosi. Il problema iniziamo ad incontrarlo quando ci sono dei reagenti organici ed altri inorganici, che non è mai il caso di mischiare tra di loro sempre per la sicurezza dei lavoratori, quindi anche per quella dei trasportatori, indirettamente.
Concordo che il rischio microbiologico diventa "un'idiozia" davanti al rischio chimico, per cui se "avanza" sangue o siero liquidi è bene metterli nei rifiuti liquidi pericolosi, io propenderei per i pericolosi inorganici, tanto comunque ci si deve far una passatella significativa di ipoclorito e quindi ce lo diventano. Per quanto, sfido anche qualunque virus a campare in una soluzione mista di acetonitrile, dicloroetano, etanolo, metanolo etc.
Quanto alle analisi, è del tutto ed assolutamente inutile sia pretenderle che ancor più farle, per i motivi già detti: quello che sarebbe decisamente importante sarebbe proprio la differenziazione tra pericoloso organico e pericoloso inorganico, in quanto il pericoloso organico a termodistruzione ci va una pace, fa delle vampe bellissime di solito, mentre l'inorganico è in genere al 95% acqua e quindi, secondo me, andrebbe meglio in un impianto di depurazione chimico-fisica di rifiuti liquidi inorganici. Che però ce ne sono pochi, e in genere con vasche monoreattive, del genere "1 per le basi/1 per gli acidi" e lì invece ci sono sia gli uni che gli altri. Ma questa distinzione nei CER non c'è.
Io la facevo, ma appunto per motivi interni di sicurezza nostra, e ce lo scrivevo sopra con il vetrografico: attenzione soluzione acquosa di basi-acidi inorganici / attenzione solventi organici in soluzione acquosa.
Per quello che riguarda un laboratorio solo microbiologico, mi fate piangere di disperazione se mi dite che non sterilizzano le piastre, dopo usate. Mi farei una chiacchiera volentieri con il direttore, presumibilmente un collega biologo opino, o anzi gliela farei fare direttamente con i NAS, che sono moooooltoooo più convicenti di me.
Comunque, tenete presente che le piastre, i terreni di coltura intendo, sono brodo e gelatina. Brodo proprio di brodo, di carne e a volte verdure, con pochissimo in gr/kg di altre sostanze organiche ovviamente atossiche (se no le bestiole non crescerebbero, non vi pare?), quindi di tossico non c'è nulla: ma se non le sterilizzi... SE stiamo parlando di un laboratorio HACCP, invece... pure. Però, lì oggettivamente una disinfezione può essere sufficiente, di veramente patogeno può capitare una piastra su 100.
Partiamo dai rifiuti solidi.
Allora, ci azzecca pochissimo con i rifiuti ma moltissimo con il rischio microbiologico negli ambienti di lavoro: rifiuti pericolosi a rischio infettivo da un laboratorio non dovrebbero MAI uscire. Si DEVONO sterilizzare, e pure giorno per giorno, altrimenti o si inquina tutto il lab, ed è cosa idiotissima in un lab microbiologico soprattutto, o si ha un localetto che a fine mese ci puoi fare un arma di distruzione di massa, se lavori parecchio anche dopo 3-4 giorni. Francamente, io un pochetto di igiene brutale la pretenderei anche in una struttura ospedaliera.
Passiamo ai liquidi: parlando di scarico in fognatura, ovvio che dev'essere autorizzato, anche quelli di casa devono essere autorizzati. L'unico rifiuto biologico a rischio infettivo potenziale che può andare in fognature sono le pipì, ma ciò partendo dall'assunto che la percentuale di urine con batteri è per fortuna meno dell'1 per mille: l'urina per definizione è sterile, se non è sterile hai come minimo una cistite e ti devi curare, e se non può andare in fogna la pipì, beh ditemelo subito che da domani la conservo.... I reagenti di chimica clinica di solito sono a base di enzimi atossici (pochissimi g/l), ed hanno COD ampiamente nei limiti, quindi ok per la fognatura ma questo non vale per i reagenti chimici tradizionali (es: acido picrico, soda, etc.) che in teoria è bene vadano nei liquidi pericolosi. Il problema iniziamo ad incontrarlo quando ci sono dei reagenti organici ed altri inorganici, che non è mai il caso di mischiare tra di loro sempre per la sicurezza dei lavoratori, quindi anche per quella dei trasportatori, indirettamente.
Concordo che il rischio microbiologico diventa "un'idiozia" davanti al rischio chimico, per cui se "avanza" sangue o siero liquidi è bene metterli nei rifiuti liquidi pericolosi, io propenderei per i pericolosi inorganici, tanto comunque ci si deve far una passatella significativa di ipoclorito e quindi ce lo diventano. Per quanto, sfido anche qualunque virus a campare in una soluzione mista di acetonitrile, dicloroetano, etanolo, metanolo etc.
Quanto alle analisi, è del tutto ed assolutamente inutile sia pretenderle che ancor più farle, per i motivi già detti: quello che sarebbe decisamente importante sarebbe proprio la differenziazione tra pericoloso organico e pericoloso inorganico, in quanto il pericoloso organico a termodistruzione ci va una pace, fa delle vampe bellissime di solito, mentre l'inorganico è in genere al 95% acqua e quindi, secondo me, andrebbe meglio in un impianto di depurazione chimico-fisica di rifiuti liquidi inorganici. Che però ce ne sono pochi, e in genere con vasche monoreattive, del genere "1 per le basi/1 per gli acidi" e lì invece ci sono sia gli uni che gli altri. Ma questa distinzione nei CER non c'è.
Io la facevo, ma appunto per motivi interni di sicurezza nostra, e ce lo scrivevo sopra con il vetrografico: attenzione soluzione acquosa di basi-acidi inorganici / attenzione solventi organici in soluzione acquosa.
Per quello che riguarda un laboratorio solo microbiologico, mi fate piangere di disperazione se mi dite che non sterilizzano le piastre, dopo usate. Mi farei una chiacchiera volentieri con il direttore, presumibilmente un collega biologo opino, o anzi gliela farei fare direttamente con i NAS, che sono moooooltoooo più convicenti di me.
Comunque, tenete presente che le piastre, i terreni di coltura intendo, sono brodo e gelatina. Brodo proprio di brodo, di carne e a volte verdure, con pochissimo in gr/kg di altre sostanze organiche ovviamente atossiche (se no le bestiole non crescerebbero, non vi pare?), quindi di tossico non c'è nulla: ma se non le sterilizzi... SE stiamo parlando di un laboratorio HACCP, invece... pure. Però, lì oggettivamente una disinfezione può essere sufficiente, di veramente patogeno può capitare una piastra su 100.
Aurora Brancia- Moderatrice
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Re: Rifiuti sanitari pericolosi da analisi microbiologiche di laboratorio
"Per quello che riguarda un laboratorio solo microbiologico, mi fate piangere di disperazione se mi dite che non sterilizzano le piastre, dopo usate."
Ciao Aurora , ho letto queta tua frase e volevo dirti che inizialmente anche io volevo sterilizzare in autoclave le piastre di laboratorio, ma tutti gli esperti sentiti mi hanno detto che è un trattamento e non può essere fatto senza le dovute autorizzazioni.
Quindi niente sterilizzazione.
Ma forse ti riferisci ad una semplice spruzzata di disinfettante? allora non è affatto detto che tutti i batteri siano morti.
Ciao Aurora , ho letto queta tua frase e volevo dirti che inizialmente anche io volevo sterilizzare in autoclave le piastre di laboratorio, ma tutti gli esperti sentiti mi hanno detto che è un trattamento e non può essere fatto senza le dovute autorizzazioni.
Quindi niente sterilizzazione.
Ma forse ti riferisci ad una semplice spruzzata di disinfettante? allora non è affatto detto che tutti i batteri siano morti.
paopao- Utente Attivo
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Re: Rifiuti sanitari pericolosi da analisi microbiologiche di laboratorio
Ma che dici! O meglio, che dicono questi esperti! In un laboratorio di microbiologia una stufa a secco, ovvero un' autoclave, ci devono essere per forza, perchè servono per prepararli, i terreni di coltura. E il trattamento di sterilizzazione delle piastre va fatto "prima che diventino rifiuto", e DEVE essere fatto proprio per la sicurezza e la salute dei lavoratori, non scherziamo: il coso 81 include i laboratori di microbiologia tra le attività a rischio di esposizione ad agenti microbiologici pericolosi, attuare tutte le misure preventive possibili è un preciso dovere del datore di lavoro e pertanto una volta terminata l'analisi la piastra DEVE essere sterilizzata. Ovviamente, una volta sterilizzata non serve più a niente, non ci puoi nemmeno più contare le UFC e quindi diventa rifiuto.paopao ha scritto:"Per quello che riguarda un laboratorio solo microbiologico, mi fate piangere di disperazione se mi dite che non sterilizzano le piastre, dopo usate."
Ciao Aurora , ho letto queta tua frase e volevo dirti che inizialmente anche io volevo sterilizzare in autoclave le piastre di laboratorio, ma tutti gli esperti sentiti mi hanno detto che è un trattamento e non può essere fatto senza le dovute autorizzazioni.
Quindi niente sterilizzazione.
Ma forse ti riferisci ad una semplice spruzzata di disinfettante? allora non è affatto detto che tutti i batteri siano morti.
Certo, se ti vuoi attrezzare con un inceneritorino il discorso cambia, perchè in quel caso sì che fai un trattamento di rifiuti, ma io sto parlando solo di una sterilizzazione, non mi vorrete dire che la sterilizzazione è un trattamento tipico ed esclusivo dei rifiuti, spero, visto che è una normalissima pratica igienica che, lo ripeto, è DOVUTA per motivi sia di igiene pubblica che di igiene del lavoro in tutte e dico TUTTE le attività sanitarie e parasanitarie. Poi in ogni caso, una volta sterilizzati, per questi rifiuti comunque l'unica maniera corretta di smaltimento è l'incenerimento perchè sono voluminosi, hanno o possono conservare una discreta componente umida e soprattutto sono pieni di sostanza organica sia di natura biologica che (pensa alle provettine) artificiale che solo lì le si può smaltire.
A me sembra inverosimile che si parli di trasporto in sicurezza di materiali/rifiuti pericolosi e non si tenga in alcun conto il dovere di prevenzione dei rischi per la sicurezza e la salute negli ambienti di lavoro in cui si stoccano detti materiali/rifiuti.
Sarebbe come lasciare fumare o usare impianti elettrici non protetti o usare il cannello ossiacetilenico in un locale in cui si stoccano materiali/rifiuti esplodenti: ovvero, proibito. Ed anche piuttosto stupido, prima ancora.
Se ti arrivano i NAS o la ASL in lab e trovano 3,4,5 contenitori (ma anche 1 solo) pieni di materiale biologico potenzialmente infetto lasciato lì così com'è e i tecnici che ci lavorano vicino o nei paraggi, che dici? che gli esperti di rifiuti ti hanno detto che puoi contravvenire al Decreto 81/08 così ottemperi meglio al 152/06?
Aurora Brancia- Moderatrice
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Re: Rifiuti sanitari pericolosi da analisi microbiologiche di laboratorio
io, nel dubbio, smaltirei il tutto con cer 180103, la normativa non dice che il rifiuto deve "essere infetto" ma basta la potenziale presenza di agenti patogeni che sicuramente non possono essere elimati utilizzando dei disinfettanti, sarebbe risolto il problema dei rifiuti sanitari a rischio infettivo, per quanto riguarda le sostanze chimiche di laboratorio sicuramente prodotti come formaldeide, alcoli, limonene, diamminobenzidina etc il pericolo preponderante, visto la natura, è sicuramente quello chimico (180106) anche se venuti a contatto con materiale biologico,, alcuni tipi di fissativi (utilizzati per congelatori) hanno invece il pericolo biologico.....
marco66- Utente Attivo
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Re: Rifiuti sanitari pericolosi da analisi microbiologiche di laboratorio
Salve, sono il responsabile del laboratorio biologico di un istituto tecnico in cui si effettuano, tra le attività didattiche, allestimenti colturali, semine in piastra, ecc
Il più delle volte i ceppi seminati provengo dai ceppi che abbiamo acquistato e, più raramente, da campionamenti alimentari o ambientali, al più adoperiamo batteri di classe 2.
La normale prassi che ho fatto adottare al lab è di infilare tutto nei sacchi e procedere con la sterilizzazione in autoclave, rispettando ovviamente i tempi corretti per i volumi trattati. Al termine di questo trattamento, come devo considerare i rifiuti, assimilabili agli urbani non pericolosi? Come diceva Aurora, le sostanze chimiche sono minime, ci si discosta poco da un brodo di carne e condivido la sua analisi di ciò che possa essere contenuto nel sacco. Secondo me è un indifferenziato con un po' di organico dentro.
In sintesi: qual è il modo più corretto per smaltirlo?
Considerate che abbiamo anche i laboratori di chimica organica/biochimica, analitica/strumentale e chimica generale. Quindi abbiamo in essere lo smaltimento di varie sostanze chimiche ma vorrei non gravare ulteriormente sui costi per lo smaltimento. Grazie
Il più delle volte i ceppi seminati provengo dai ceppi che abbiamo acquistato e, più raramente, da campionamenti alimentari o ambientali, al più adoperiamo batteri di classe 2.
La normale prassi che ho fatto adottare al lab è di infilare tutto nei sacchi e procedere con la sterilizzazione in autoclave, rispettando ovviamente i tempi corretti per i volumi trattati. Al termine di questo trattamento, come devo considerare i rifiuti, assimilabili agli urbani non pericolosi? Come diceva Aurora, le sostanze chimiche sono minime, ci si discosta poco da un brodo di carne e condivido la sua analisi di ciò che possa essere contenuto nel sacco. Secondo me è un indifferenziato con un po' di organico dentro.
In sintesi: qual è il modo più corretto per smaltirlo?
Considerate che abbiamo anche i laboratori di chimica organica/biochimica, analitica/strumentale e chimica generale. Quindi abbiamo in essere lo smaltimento di varie sostanze chimiche ma vorrei non gravare ulteriormente sui costi per lo smaltimento. Grazie
prof_nuke- Nuovo Utente
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Re: Rifiuti sanitari pericolosi da analisi microbiologiche di laboratorio
Anche secondo me, ma occorrerebbe che il Comune abbia sancito questa assimilazione, perchè per quanto non pericoloso quanto l'indifferenziato urbano (anzi meno, proprio volendo dirle tutte) non esiste "l'indifferenziato speciale"prof_nuke ha scritto:Secondo me è un indifferenziato con un po' di organico dentro.
Come ho già ripetuto, la termocosazione, da intendersi tanto quanto termodistruzione con recupero energetico quando termodistruzione senza recupero energetico, è l'unico modo corretto di eliminazione di quella tipologia di rifiuto.prof_nuke ha scritto:In sintesi: qual è il modo più corretto per smaltirlo?
Ecco perchè tendo ad escludere che qualche comune possa averne sancito l'assimilabilità agli urbani: alcuni anzi molti comuni, nonostante gli strilli in capa che ci sta facendo da anni la UE, continuano ad eseguire sull'indifferenziato solo dei TMB, e per quanto poco sia l'organico di quel particolare materiale comunque io ne sconsiglio assolutamente l'interramento: che sia in discarica o a "recupero ambientale" non mi fa differenza. La prima, in assoluto perchè la discarica è da evitarsi in genere, il secondo perchè come "recupero" rispetto al recupero energetico ottenibile è un dispendio di risorse.
E io detesto che si facciano sprechi.
_________________
sto ancora cercando un aforisma che mi identifichi senza confondimenti indesiderati, ma non c'è.
Aurora Brancia- Moderatrice
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Re: Rifiuti sanitari pericolosi da analisi microbiologiche di laboratorio
prof_nuke ha scritto:
La normale prassi che ho fatto adottare al lab è di infilare tutto nei sacchi e procedere con la sterilizzazione in autoclave, rispettando ovviamente i tempi corretti per i volumi trattati.
spero che la procedura contenga anche queste note
. Il direttore o il responsabile sanitario e il gestore degli impianti di sterilizzazione localizzati all'interno delle strutture sanitarie sono responsabili dell'attivazione degli impianti e dell'efficacia del processo di sterilizzazione in tutte le sue fasi.
4. L'attivazione degli impianti di sterilizzazione localizzati all'interno delle strutture sanitarie deve essere preventivamente comunicata alla provincia ai fini dell'effettuazione dei controlli periodici.
5. Il direttore o il responsabile sanitario o i soggetti pubblici istituzionalmente competenti devono procedere alla convalida dell'impianto di sterilizzazione prima della messa in funzione degli stessi o, se si tratta di impianti gia' in esercizio, entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore del presente regolamento, secondo i criteri e per i parametri previsti dall'allegato III. La convalida deve essere ripetuta ogni ventiquattro mesi, e comunque ad ogni intervento di manutenzione straordinaria dell'impianto, e la relativa documentazione deve essere conservata per cinque anni presso la sede della struttura sanitaria o presso l'impianto e deve essere esibita ad ogni richiesta delle competenti autorita'.
6. L'efficacia del processo di sterilizzazione deve essere verificata e certificata secondo i tempi, le modalita' ed i criteri stabiliti nell'allegato III da parte del direttore o responsabile sanitario o dal responsabile tecnico.
7. Gli impianti di sterilizzazione sono sottoposti ad adeguati controlli periodici da parte delle autorita' competenti.
8. Fatto salvo l'obbligo di tenuta dei registri di carico e scarico di cui all'articolo 12 del decreto legislativo n. 22 del 1997, e successive modificazioni, presso l'impianto di sterilizzazione deve essere tenuto un registro con fogli numerati progressivamente nel quale, ai fini dell'effettuazione dei controlli, devono essere riportate le seguenti informazioni:
a) numero di identificazione del ciclo di sterilizzazione;
b) quantita' giornaliera e tipologia di rifiuti sottoposti al processo di sterilizzazione;
c) data del processo di sterilizzazione.
Art. 8
Deposito temporaneo, deposito preliminare, raccolta e trasporto dei rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo
1. Per garantire la tutela della salute e dell'ambiente, il deposito temporaneo, la movimentazione interna alla struttura sanitaria, il deposito preliminare, la raccolta ed il trasporto dei rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo devono essere effettuati utilizzando apposito imballaggio a perdere, anche flessibile, recante la scritta "Rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo" e il simbolo del rischio biologico o, se si tratta di rifiuti taglienti o pungenti, apposito imballaggio rigido a perdere, resistente alla puntura, recante la scritta "Rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo taglienti e pungenti", contenuti entrambi nel secondo imballaggio rigido esterno, eventualmente riutilizzabile previa idonea disinfezione ad ogni ciclo d'uso, recante la scritta "Rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo".
2. Gli imballaggi esterni di cui al comma 1 devono avere caratteristiche adeguate per resistere agli urti ed alle sollecitazioni provocate durante la loro movimentazione e trasporto, e devono essere realizzati in un colore idoneo a distinguerli dagli imballaggi utilizzati per il conferimento degli altri rifiuti.
3. Fatte salve le disposizioni di cui ai commi 1 e 2:
a) il deposito temporaneo di rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo deve essere effettuato in condizioni tali da non causare alterazioni che comportino rischi per la salute e puo' avere una durata massima di cinque giorni dal momento della chiusura del contenitore. Nel rispetto dei requisiti di igiene e sicurezza e sotto la responsabilita' del produttore, tale termine e' esteso a trenta giorni per quantitativi inferiori a 200 litri. La registrazione di cui all'articolo 12, comma 1 del decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22, deve avvenire entro cinque giorni;
b) le operazioni di deposito preliminare, raccolta e trasporto dei rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo restano sottoposte al regime generale dei rifiuti pericolosi;
c) per i rifiuti pericolosi a rischio infettivo destinati agli impianti di incenerimento l'intera fase di trasporto deve essere effettuata nel piu' breve tempo tecnicamente possibile;
d) il deposito preliminare dei medesimi non deve, di norma, superare i cinque giorni. La durata massima del deposito preliminare viene, comunque, fissata nel provvedimento di autorizzazione, che puo' prevedere anche l'utilizzo di sistemi di refrigerazione.
beltrale- Utente Attivo
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Re: Rifiuti sanitari pericolosi da analisi microbiologiche di laboratorio
Beltrale, ci stanno benissimo i richiami del 254/03 ma solo per i dati tecnici delle pratiche di sterilizzazione delle piastre di saggi microbiologici su materiale didattico ausiliario e/o su alimenti, ma non per tutto il resto, essendo tuttavia solo una scuola, non un ospedale nè un laboratorio "sanitario".
Siamo in puro ambito di sicurezza del lavoro e degli studenti in quanto e per quanto equiparabili, anche qui si applica prima il coso 81 e solo poi il 152...
Siamo in puro ambito di sicurezza del lavoro e degli studenti in quanto e per quanto equiparabili, anche qui si applica prima il coso 81 e solo poi il 152...
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sto ancora cercando un aforisma che mi identifichi senza confondimenti indesiderati, ma non c'è.
Aurora Brancia- Moderatrice
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Re: Rifiuti sanitari pericolosi da analisi microbiologiche di laboratorio
.. cmq fino al punto 8 quantomeno io seguirei lo stesso..
perchè il coso 81 seguirà delle linee guida che secondo me saranno similari al 254 e il gatto si morde la coda!
perchè il coso 81 seguirà delle linee guida che secondo me saranno similari al 254 e il gatto si morde la coda!
beltrale- Utente Attivo
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Re: Rifiuti sanitari pericolosi da analisi microbiologiche di laboratorio
No, ringraziando il cielo coso 81 non dà linee guida particolari se non per i microganismi di gruppo 3 e 4, quelli "terribili", il resto è affidato alla valutazione dei rischi espositivi per il personale in base alle buone "regole dell'arte".
Tra cui, in effetti, la verifica di efficacia sterilizzante richiesta dal 254/03, ma che è appunto regola dell'arte in campo di prevenzione da rischio microbiologico .
Tra cui, in effetti, la verifica di efficacia sterilizzante richiesta dal 254/03, ma che è appunto regola dell'arte in campo di prevenzione da rischio microbiologico .
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Aurora Brancia- Moderatrice
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Re: Rifiuti sanitari pericolosi da analisi microbiologiche di laboratorio
scusate, leggete anche l'articolo 2 punto 1 comma i del dpr 254 2003, così il quadro normativo dovrebbe essere più completo, poi decidete.
Dalle mie parti quando l'operatore ecologico si accorgeva di quello che c'era nella scatola/sacco (non proveniente da ospedale e disinfettato o sterilizzato che fosse) fermava la raccolta e chiamava i superiori, che chiamavano gli organi di controllo....
Se fossimo un paese civile, avremmo gli inceneritori per l'indifferenziato.
Dalle mie parti quando l'operatore ecologico si accorgeva di quello che c'era nella scatola/sacco (non proveniente da ospedale e disinfettato o sterilizzato che fosse) fermava la raccolta e chiamava i superiori, che chiamavano gli organi di controllo....
Se fossimo un paese civile, avremmo gli inceneritori per l'indifferenziato.
homer- Utente Attivo
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Re: Rifiuti sanitari pericolosi da analisi microbiologiche di laboratorio
homer ha scritto:
Se fossimo un paese civile, avremmo gli inceneritori per l'indifferenziato.
E, quindi, ti ritrovi con quello che dicevo io sulla improbabile dichiarazione di assimilabilità agli urbani.
Peraltro, anche in quel caso e proprio per quello che ricordavi tu, comunque non avrebbe un compiuto senso di "tutela ambientale" poterli lasciare in un cassonetto dell'indifferenziato, non è che la contaminazione microbiologica la puoi identificare "a vista".
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Aurora Brancia- Moderatrice
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Re: Rifiuti sanitari pericolosi da analisi microbiologiche di laboratorio
anche perchè il principio di prevenzione e precauzione vince sempre
beltrale- Utente Attivo
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