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Modalità Organizzative per la Raccolta dei Rifiuti Solidi Urbani: dalla libera interpretazione all’approccio ingegneristico

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Messaggio 

Modalità Organizzative per la Raccolta dei Rifiuti Solidi Urbani: dalla libera interpretazione all’approccio ingegneristico Empty Modalità Organizzative per la Raccolta dei Rifiuti Solidi Urbani: dalla libera interpretazione all’approccio ingegneristico




A cura dell'ing. Stefano Gabri
Link da www.ordine.ingegneri.vi.it

Tra innumerevoli buoni propositi e poche azioni concrete, anno dopo anno la questione ambientale sta assumendo risvolti sempre più critici e di emergenza: in linea con il detto “tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare”, anche l’ultimo meeting di Copenaghen sembra non aver raggiunto i risultati voluti/sperati.
Non serve spingersi fi no in Danimarca per rendersi conto che le criticità ambientali costituiscono un problema contingente anche nella nostra provincia e nelle nostre città: sempre più spesso le fonti di inquinamento (traffi co, smog, elettromagnetismo, e non da ultimo, discariche e rifi uti) diventano motivo di preoccupazione e di emergenza che impongono la ricerca di soluzioni rapide ed efficienti. Sul fronte raccolta dei rifiuti urbani, basta sfogliare “Il Giornale di Vicenza” per rendersi conto che, sebbene questo sia un tema di cui si parla quotidianamente, ormai da anni, (quantomeno dall’avvento del D.Lgs. 22/97 – c.d. “Decreto Ronchi”), non sempre si sono trovate soluzioni razionali ed efficaci.

Con riferimento ad alcuni titoli apparsi di recente sui quotidiani locali (“Il comune X ha condotto un sondaggio telefonico su 400 famiglie per decidere se aumentare la pressione fiscale ambientale, oppure ridurre i cicli di raccolta settimanali”, “Congelamento della Tassa Rifiuti, anche se il gettito riuscirà a coprire solo il 50% dell’effettivo costo”,
“Tra i cassonetti cumuli di rifuti”, “Occorre rivedere il sistema di raccolta; l’attuale sistema è troppo oneroso”) una domanda nasce spontanea: perché spesso le nuove modalità di raccolta dei rifiuti solidi urbani, oltre a non migliorare le condizioni ecologiche delle città, comportano un aumento, solitamente consistente, dei costi?
Con una buona dose di probabilità, la risposta è insita nel fatto che molto spesso si vuole semplificare quello che semplice non è! Il mondo dei RSU non è una scienza perfetta, rappresentabile con un modello matematico preciso e replicabile: le variabili in gioco sono talmente numerose (urbanistiche, architettoniche, sociali, economiche, ecc.) e così
aleatorie, a richiedere, per ogni singolo contesto territoriale, un approccio diversificato e personalizzato.
In sintesi: la teoria del “copia e incolla” molto spesso non funziona, soprattutto se si considera il fatto che una soluzione integrata molto spesso è costituita da più modalità gestionali coniugate tra di loro, e non da una unica, forzatamente applicata sul territorio.
La dimostrazione di questa asserzione si riscontra sovente quando, analizzando due paesi attigui che adottano le stesse modalità di raccolta dei rifiuti, si riscontrano risultati completamente diversi: da una parte il modello gestionale funziona bene, con ottime percentuali di raccolta differenziata, mentre dall’altra si riscontrano risultati molto scarsi.

Come detto in precedenza, non trattandosi di una scienza esatta, non si può avere la presunzione di fare una diagnosi precisa: quello che si può fare invece è organizzare il sistema di raccolta RSU con le caratteristiche territoriali di ogni singolo contesto (anche all’interno dello stesso territorio comunale), per notare che le criticità variano in funzione di questo elemento: centro storico, zona residenziale, prima periferia, periferia, zona artigianale/industriale, realtà di uno stesso comune con caratteristiche, pecificità ed esigenze completamente diverse, che purtroppo spesso vengono gestite senza considerarne le peculiarità.
Da tutte queste asserzioni e dai dati di fatto, scaturisce un’ ulteriore domanda: ma allora, per trovare una soluzione a tutte queste criticità, non possiamo far altro che affi darci al caso e/o alla buona sorte, oppure è possibile ricorrere a soluzioni ingegneristicamente
valide?
Nell’attuale contesto socio-economico-culturale dove più nulla può essere lasciato al caso, anche nel settore della raccolta rifi uti urbani è necessario (e doveroso) applicare le conoscenze ingegneristiche maturate e sviluppate, coadiuvati dalle tecnologie e dalle strumentazioni informatiche disponibili. Sebbene, come detto poc’anzi, non esista la soluzione scientifica del problema, è però possibile definire un modello, al quale far riferimento, per implementare e sviluppare una procedura ingegneristica.

1. BANCHE DATI COMUNALI
Il punto di partenza è rappresentato dalle banche dati comunali (ANAGRAFE, TRIBUTI, STRADARIO) che contengono tutti i dati necessari per analizzare il contesto di riferimento: numero di persone, numero di famiglie, numero e tipo di attività economiche,
dislocazione delle utenze, ecc. ecc ... tutti elementi che permettono di disporre di un vero e proprio elenco strutturato per la identifi cazione dei cittadini/utenti presenti nel territorio. In questa prima fase inoltre, attraverso una procedura di analisi (incrocio) e messa a punto delle banche dati, è possibile aggiornare e perfezionare i dati contenuti nei registri elettronici comunali, nonché impostare un’attività di controllo ed accertamento contro possibili fenomeni di evasione/elusione fscale, con un notevole beneficio tecnico/economico che non interessa solamente l’ambito dei RSU, bensì tutte le attività
di competenza comunale.

2. SIT – SISTEMA INFORMATICO TERRITORIALEAltro elemento fondamentale per una corretta progettazione del sistema di raccolta RSU è rappresentato dalla cartografia digitale del territorio, disponibile presso tutti gli uffi ci tecnici comunali. Questo elemento cartografico, debitamente collegato alle banche dati sopra descritte, consente di sviluppare il SIT e geo-referenziare tutti i dati contenuti nei database comunali: se interrogare un database significa spulciare in un elenco alfanumerico di valori, con il SIT è possibile acquisire in più l’informazione grafca. Questa semplice ma sostanziale potenzialità permette, attraverso opportune interrogazioni del sistema, di evidenziare graficamente le particolarità di ogni singolo contesto interno al territorio comunale, che diversamente possono passare inosservate e non essere gestite in modo debito.

3. PROGETTAZIONE PRELIMINARE
L’interazione tra DATABASE, CARTOGRAFIA e SOPRALLUOGHI TERRITORIALI mette a disposizione del progettista e dell’amministrazione comunale una serie di informazioni e di evidenze necessarie per la corretta ed ottimale progettazione del nuovo MGO (Modello Gestionale ed Organizzativo), capace soprattutto di definire in modo puntuale le diverse
caratteristiche del territorio (per conformazione e struttura, il centro storico ha caratteristiche ed esigenze del tutto differenti con la zona industriale/artigianale, cosi come il cittadino che risiede in una villetta ha necessità e problematiche del tutto
differenti dal cittadino che vive in un condominio).
La progettazione del nuovo MGO dovrà pertanto tener conto di due elementi fondamentali:
1) la zonizzazione del territorio (zone ad alta, media e bassa densità abitativa);
2) la dislocazione delle utenze non domestiche (che potrebbero necessitare di servizi dedicati) dai quali si identificano le attrezzature di raccolta che meglio soddisfano le esigenze.
Indipendentemente dalla struttura di raccolta (secchiello, cassonetto personalizzato,
campana, ecc.), è indispensabile utilizzare sistemi in grado di identificare il cittadino/utente che usufruisce del servizio di raccolta RSU, nella logica che, come accade per telefono, luce, gas, acqua... chi più usufruisce del servizio, più paga, mentre
chi adotterà dei comportamenti ecocompatibili ne trarrà anche dei vantaggi economici.

4. COMUNICAZIONE ED INFORMAZIONE
L’ottimale raggiungimento degli obiettivi ambientali correlati alla gestione integrale del ciclo dei rifiuti solidi urbani passa anche attraverso la informazione e la concertazione con i cittadini/utenti. A tal fine, sia in fase preliminare, che in fase esecutiva, saranno
pianificati incontri pubblici con la popolazione e con i rappresentanti delle categorie economiche al fine di sensibilizzare tutta la cittadinanza relativamente alle idee/volontà dell’Amministrazione Comunale, nonché per ricavare, dai cittadini stessi, utili informazioni per gestire al meglio potenziali criticità (neonati, incontinenti, banchi di mercato, ecc.).
Di concerto con l’Amministrazione Comunale, il progettista provvede alla pianificazione e sviluppo di un piano di comunicazione, composto da incontri pubblici, serate informative, incontri con le categorie economiche, interventi nelle scuole di ogni ordine e grado, sviluppo di un progetto grafco informativo.

5. REGOLAMENTO COMUNALE DI SERVIZIO
Definite tutte le caratteristiche e le componenti del MGO, l’Amministrazione Comunale, con il supporto tecnico del progettista, procede con la redazione del nuovo Regolamento Comunale per il Servizio di Nettezza Urbana. Il documento, oltre a definire le nuove modalità di gestione e di raccolta da parte dei cittadini/utenti, defi nisce i criteri di assimilabilità dei rifiuti prodotti dalle utenze non domestiche ai rifiuti urbani: devono essere pertanto definite le caratteristiche quantitative e qualitative per le quali i rifiuti prodotti dalle attività commerciali possono essere considerati alla pari dei rifiuti prodotti dalla famiglie. Questo aspetto interessa soprattutto le autorizzazioni all’accesso alle isole ecologiche da parte delle attività commerciali (aspetto che dovrà essere valutato e discusso con l’Amministrazione Comunale).

6. PIANO ECONOMICO FINANZIARIO
L’impostazione “tecnologica” che caratterizza il nuovo MGO permette di ricavare tutti i dati necessari per sviluppare e redigere il Piano Economico Finanziario sulla base di una contabilità analitica per centri di costo, ripartendo, per ogni specifico servizio, gli effettivi costi sostenuti.

7. PROGETTAZIONE/APPLICAZIONE TIA (TARIFFA INTEGRATA AMBIENTALE)
Il passo “conclusivo” di tutte le attività/interventi legate al nuovo MGO è la progettazione e definizione della tariffa puntuale. Questo nuovo strumento economico permette di abbandonare la logica presuntiva applicata con la TARSU (calcolata sui mq dell’unità abitativa/produttiva) per impostare un metodo di commisurazione legato all’effettiva
quantità di rifi uti prodotti/conferiti da ogni singolo utente.
La suddivisione analitica dei costi, elaborati nel Piano Economico Finanziario, ottenuta in base ai dati rilevati dal sistema di identifi cazione, consente di applicare modelli di ripartizione dei costi sui singoli cittadini/utenti in base al loro effettivo comportamento
eco-virtuoso.

CONSIDERAZIONE DI SINTESI
Quanto riportato brevemente in questo elaborato vuole identificare le linee guida per lo sviluppo ottimale di un progetto integrato per la gestione dei rifi uti solidi urbani, dalla raccolta alla definizione della relativa tassa/tariffa. Sulla scorta delle esperienze maturate in oltre 10 anni di attività nel settore, mi permetto di evidenziare alcuni aspetti che ritengo importante tenere in debita considerazione per introdurre un sistema gestionale ed organizzativo effettivamente EFFICACE, EFFICIENTE ed ECONOMICO:

1. sistema di raccolta: ogni contesto territoriale è caratterizzato da esigenze e specifi cità univoche; la teoria del “copia e incolla” per la gestione dei rifiuti non sempre ha funzionato, bensì ha generato grosse problematiche sociali ed economiche; un sistema integrato di raccolta RSU spesso non si identifi ca in un unico modello esteso su tutto il territorio, bensì su più sistemi (come dice il termine stesso “integrati”) che servono specifiche zone del territorio. Questa sostanziale particolarità, come espresso precedentemente, consente di rispondere al meglio alle specifi che esigenze di ogni singola
zona, nonché di ottimizzare i costi di gestione dell’intero sistema;

2. innovazioni tecnologiche: lo sviluppo tecnologico dei nostri tempi ha messo a punto attrezzature e strumentazioni affidabili, efficienti e a basso costo; implementare un sistema di raccolta rifiuti senza prevedere contenitori/attrezzature equipaggiati con
tag RfId preclude la possibilità di implementare anche in futuro ulteriori soluzioni/interventi (installare i tag sui contenitori già distribuiti sul territorio comporta una spesa approssimativamente pari all’acquisto ex novo dei contenitori stessi);

3. applicazione della TIA: il sistema della TIA, oltre a risultare più equo e a rispettare il principio comunitario “chi inquina paga”, rappresenta la molla economica che stimola l’utente a comportarsi inmodo virtuoso e rispettoso dell’ambiente.
La constatazione diretta da parte dei cittadini dei risparmi ottenibili con una effi cace differenziazione dei rifiuti, porta:

- al consolidamento dei comportamenti virtuosi da parte di ogni singolo cittadino/utente;
- al raggiungimento (e soprattutto al mantenimento) di elevate percentuali di raccolta differenziata su base comunale;
- alla riduzione dei costi di smaltimento in discarica;
- al mancato pagamento di eco multe per il mancato raggiungimento degli obiettivi di raccolta differenziata previsti dal Legislatore;
- all’incremento dei contributi ottenibili da Conai;
- al contenimento ed ottimizzazione dei costi gestionali complessivi.
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