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Interpellanza urgente n. 2-01092 (Elementi e iniziative in merito all'entrata in vigore del Sistema di tracciabilità dei rifiuti speciali e pericolosi (Sistri))
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Interpellanza urgente n. 2-01092 (Elementi e iniziative in merito all'entrata in vigore del Sistema di tracciabilità dei rifiuti speciali e pericolosi (Sistri))
Ecco il resoconto dell'interpellanza di giovedì 9 giugno 2011:
"PRESIDENTE. L'onorevole Rubinato ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-01092, concernente elementi e iniziative in merito all'entrata in vigore del sistema di tracciabilità dei rifiuti speciali e pericolosi (Sistri) (Vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti).
SIMONETTA RUBINATO. Signor Presidente, l'interpellanza, appunto, in materia di Sistri è stata presentata prima di apprendere dell'accordo raggiunto tra il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e le associazioni di categoria in merito alla proroga del suo avvio. Abbiamo appreso con favore la proroga, che era esattamente quello che chiedevamo anche noi, anche se la nostra istanza è stata solo parzialmente accolta, perché riteniamo che sarebbe stato più opportuno accordare una sospensione per tutti e non scaglionata, come è stata poi praticata, sino al 31 dicembre prossimo, piuttosto che avviare step successivi a seconda della dimensione dell'impresa o dell'ente iscritto al sistema informatico per la tracciabilità dei rifiuti. Questo perché il sistema o funziona o non funziona, non è che funziona per i più grandi e non funziona per i più piccoli. Da questo punto di vista le preoccupazioni permangono, perché l'esperienza fallimentare del clic day dell'11 maggio scorso ha messo in evidenza gravissime lacune del sistema. Ecco perché, a nostro parere, rimane confermato il fatto che sarebbe necessario un periodo di tempo maggiore per fare le opportune verifiche e risolvere i grossi problemi tecnici riscontrati prima di creare nuovi disagi alle imprese, e non sto qui a ripetere nel merito quali sono.
Le associazioni di categoria hanno preparato dei veri e propri dossier per il Ministero. Stiamo parlando di questioni veramente capitali. Non so, faccio solo l'esempio delle chiavette USB consegnate: so di un caso in cui tutte le tre chiavette USB avevano dei virus. Stiamo quindi parlando di un'assoluta inoperabilità del sistema. La proroga, quindi, non ci tranquillizza, non tranquillizza, soprattutto, le tantissime imprese e non risolve molti problemi che il Sistri ha evidenziato.
Allora, innanzitutto, teniamo a precisare che non mettiamo in discussione le finalità di questo sistema. La tracciabilità dei rifiuti è una priorità importante, tanto più in un Paese dove la criminalità organizzata esercita un forte controllo sul ciclo dei rifiuti; è di ieri la pubblicazione del rapporto ecomafia, di Legambiente. Naturalmente, il traffico dei rifiuti continua ad essere un settore in espansione e i numeri ci dicono, appunto, che il solo business dei rifiuti illeciti è quantificabile nel nostro Paese in 82 mila camion, con 2 milioni di tonnellate di spazzatura.
Quindi, è ancora più grave che non sia stato approntato in modo efficiente il sistema Sistri, però, certo, l'inefficienza non può essere fatta pagare alle imprese. La velocità e la tracciabilità dei rifiuti sono obiettivi assolutamente condivisibili, ma non è condivisibile il modo in cui si è operato sino ad oggi, creando pesanti aggravi alle imprese e agli enti locali, anch'essi tenuti ad iscriversi al Sistri e a versare il contributo, a causa del malfunzionamento del sistema, che ha richiesto più proroghe, qui siamo all'ennesima. Tra l'altro, adesso le proroghe non competono al Parlamento, ma allo stesso Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. Di questo riteniamo sia responsabile questo Governo che, ancora una volta, fa pagare ai cittadini, agli imprenditori e agli enti locali le proprie inefficienze. Va ricordato, infatti, che già dal 2010 le imprese e gli enti locali versano la quota di iscrizione al Sistri e altrettanto hanno fatto già per il 2011.
In un momento in cui la crisi economica sta mettendo a dura prova il nostro sistema economico-produttivo, è inaccettabile che il Governo riscuota un'ulteriore tariffa per un servizio che a tutt'oggi non funziona.
Per questo abbiamo chiesto nella nostra interpellanza urgente che sia fatta chiarezza sull'ammontare dei contributi già versati allo Stato per gli anni precedenti e per l'anno in corso. A nostro avviso, si tratta di contributi che i soggetti che sono tenuti all'iscrizione avrebbero dovuto versare solo a far data dall'efficiente funzionamento del sistema. Non solo. Riteniamo giusto che il Governo - e lo chiediamo nella nostra interpellanza - preveda, se non la restituzione, almeno la compensazione futura a favore di imprese ed enti locali degli importi già versati in questi anni in assenza del servizio con quelli che matureranno a far data dalla sua piena operatività, in aggiunta alla già prospettata riduzione dei livelli contributivi in caso di eccedenza delle entrate rispetto ai costi del sistema stesso, che è stata annunciata dal Governo in una precedente interpellanza del collega Mario Pepe (PD).
Vorrei, anche da questo punto di vista, solo accennare al fatto che la funzionalità del sistema fa carico come onere al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, che ha assunto tutte le decisioni relative alla sua gestione, compresa anche quella di affidare senza gara l'appalto del progetto Sistri alla società Selex management. Ci sarebbe tutta una questione qui da ricordare in ordine a una serie di ricorsi promossi da altre ditte, le quali hanno poi rinunciato al ricorso a seguito di un accordo segreto con il Governo, ma questo ci porterebbe lontano. È chiaro che chi sceglie di realizzare il sistema e di farlo funzionare in un certo modo, se poi non funziona, non può pensare di pagare con i contributi di enti locali ed imprese, che ancora la funzionalità e il sistema non vedono.
Il tempo che l'ulteriore proroga ha concesso, a nostro parere, deve essere utilizzato, da una parte, per mettere a punto l'apparato centrale, che presenta lacune di software e di sistema, dall'altra, per capire e sviluppare - è un tema molto importante - quali semplificazioni sono possibili, per esempio favorendo il servizio pubblico organizzato nella raccolta dei rifiuti speciali, in modo da trasferire tutti gli adempimenti burocratici al gestore incaricato.
Questo vale soprattutto per le aree del nostro Paese, da cui provengo anch'io - sto pensando al Veneto -, in cui vi è una realtà di tante piccole e piccolissime imprese. Cito appunto il caso della provincia di Treviso, dove è attivo un circuito organizzato di gestione dei rifiuti speciali per tanti piccoli produttori, che oggi ammontano a circa 7.500 convenzionati, i quali accedono ai servizi offerti dal servizio o dal gestore pubblico, esonerandosi dagli obblighi cartacei preesistenti.
È vero che la norma consentirà loro di accedere in futuro alla semplificazione informatica, ma ancora nessuno sa come funziona in pratica né il manuale Sistri riporta indicazioni su come operare. Inoltre, vi è la necessità tuttora di validare l'interoperabilità tra i sistemi gestionali software di chi svolge il servizio e il sistema Sistri. Si tratta di strumenti naturalmente necessari nel caso di numerosi movimenti di piccole quantità di rifiuti:, tipico, appunto, il caso delle nostre piccole aziende. Da questo punto di vista, la nostra proposta vuole andare nella direzione di portare un contributo a quello che il Governo e il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ci auguriamo stiano facendo. Riteniamo che si possa fare molto sul fronte della semplificazione per dare risposta alle preoccupazioni di tante piccole e medie imprese, pur garantendo la massima tutela ambientale, la sostenibilità, l'economicità della gestione, la tracciabilità, e tutto questo pur semplificando il sistema.
Teniamo anche presente - ho letto una nota dell'ANCI al riguardo - la preoccupazione degli enti locali che la complicazione sia la causa di un aumento dell'abbandono di rifiuti, soprattutto di chi produce pochi rifiuti speciali. Allora, la semplificazione amministrativa nei confronti delle piccole imprese, non attrezzate, scarsamente informatizzate e che rischiano perciò di sfuggire a una corretta gestione, utilizzando pratiche di smaltimento scorrette o illegali, diventa indispensabile perché davvero poi il sistema raggiunga gli obiettivi che si è prefissato.
Propongo anche un altro esempio, che attiene al tema dei contadini, dei produttori agricoli. In questo caso vi è la delicata questione che il trasporto alle piattaforme mobili e fisse di piccole quantità non è più agevolato dopo la revisione del Testo unico ambientale con il decreto legislativo n. 205 del 2010.
I contadini devono avere il mezzo iscritto all'albo gestione rifiuti e con l'entrata in vigore del Sistri vi è la prospettiva di cessazione del servizio, che oggi stanno offrendo, anche con piattaforme mobili, i gestori pubblici. Quindi, vi sono soluzioni di semplificazione praticabili, che vanno nella direzione di consentire al servizio pubblico di agire per conto dei produttori convenzionati, che vanno assolutamente messe in campo prima dell'avvio del sistema. Concludo dicendo che ci attendiamo che, prima di rendere definitivamente operativo il Sistri secondo il nuovo calendario accordato con le associazioni imprenditoriali, il Ministero sviluppi questi contenuti normativi e renda operative e concrete, anche tecnicamente, le procedure semplificate, pena il differimento - questo noi chiediamo - del termine di decorrenza del Sistri. Quindi, prima occorre realizzare le semplificazioni e poi si può avere la partenza del sistema. Sarebbe davvero inaccettabile che, dopo questa ulteriore proroga, le imprese e gli enti locali dovessero subire nuovi aggravi dovuti ad altre inefficienze del sistema di cui si è già oggi a conoscenza e che sono state ampiamente segnalate dalle stesse organizzazioni imprenditoriali e dagli operatori del settore.
PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico, Stefano Saglia, ha facoltà di rispondere.
STEFANO SAGLIA, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, accogliendo le sollecitazioni provenienti da più parti ed in accordo con le principali organizzazioni imprenditoriali, il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ha adottato lo scorso 26 maggio un nuovo decreto, pubblicato il 30 maggio, con il quale sono stati rimodulati i termini dell'entrata in funzione del Sistri. Sono state, quindi, recepite le indicazioni provenienti dal sistema produttivo per un rinvio graduale della partenza del sistema, in modo da consentire il superamento delle difficoltà riscontrate e mettere in condizione tutti di poter operare con maggiore tranquillità.
In tal senso, il Governo si è anche impegnato ad alleggerire il regime sanzionatorio nel periodo di avvio del nuovo sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti. L'ulteriore periodo di tempo a disposizione dovrà consentire, da un lato, alle imprese di collaudare e familiarizzare con i dispositivi elettronici e, dall'altro, di introdurre tutti quei miglioramenti sul piano procedurale e sul piano tecnologico ritenuti necessari per il superamento delle criticità manifestate dagli operatori.
Si è così condiviso un percorso che dovrà portare a breve alla realizzazione di un sistema veramente capace di coniugare trasparenza, tutela della legalità e semplificazione del lavoro delle imprese. Al riguardo, è opportuno evidenziare che, nell'ambito degli incontri che si sono susseguiti in questi giorni, le rappresentanze imprenditoriali hanno riconfermato la validità e l'importanza del Sistri quale strumento di trasparenza indispensabile per ridurre le sacche di opacità in un settore sensibile, quale quello dei rifiuti, e per combattere la criminalità. L'obiettivo deve essere quindi mantenuto e salvaguardato. L'impegno è che il nuovo sistema parta con il superamento delle difficoltà riscontrate, ma è altresì importante che vengano superate anche le forti resistenze al cambiamento che tuttora permangono da parte di molti operatori presenti sul territorio. Le responsabilità non sono soltanto da parte dell'Amministrazione.
Per quanto riguarda la richiesta di informazioni sul costo del Sistri, non si dispone ancora di dati definitivi. L'ammontare dei contributi versati dai soggetti obbligati nel 2010 è dell'ordine dei 65-68 milioni di euro, mentre i costi relativi alla tecnologia ed al funzionamento del sistema si situano intorno al 90 per cento di detta cifra. La residua somma disponibile dovrà servire per coprire gli eventuali oneri imprevisti nel corrente anno e gli eventuali aggiornamenti tecnologici.
È da tener presente che le entrate nel 2011 saranno di molto inferiori rispetto a quelle registrate nell'anno precedente, in ragione dell'avvenuta riduzione di oltre la metà dell'entità dei contributi disposta a favore delle piccole e medie imprese. Con la procedura automatica di conguaglio avviata, molte imprese che avevano pagato nel 2010 un contributo maggiore sono state esentate dal versamento dei contributi per il 2011. Le prime stime indicano, così, un ammontare delle entrate dell'ordine del 25-30 per cento di quello registrato nel 2010.
Per quanto riguarda la richiesta che l'obbligatorietà del versamento dei contributi sia prevista soltanto a far data dall'efficiente funzionamento del sistema, è opportuno ricordare che il Sistri non ha finalità di lucro e che l'ammontare delle entrate derivanti dal versamento dei contributi da parte degli operatori è finalizzato, come sopra rilevato, alla copertura degli oneri derivanti dalla costituzione e dal funzionamento del sistema, e dunque dei costi della tecnologia e di funzionamento del sistema. Il legislatore ha infatti stabilito che il costo del Sistri, salvo lo stanziamento iniziale di 5 milioni di euro, non gravi sulla finanza pubblica, ma sia posto a carico degli utenti.
Si tenga presente che, sin dalla fase di avvio del sistema, sono stati sopportati costi che comunque andavano coperti a prescindere dall'operatività del sistema. Inoltre, a partire dal 1 ottobre 2010, gli operatori sono stati messi in condizioni di utilizzare i dispositivi elettronici, anche se in fase sperimentale, in sovrapposizione al vigente sistema cartaceo. Se, poi, l'effettiva operatività del SISTRI è stata prorogata, anche per tener conto delle esigenze manifestate dalle imprese, ciò non può far venir meno l'obbligo del versamento dei contributi da parte degli operatori in quanto non è stato previsto alcuno stanziamento sui capitoli di spesa del bilancio pubblico da destinare allo scopo. L'eventuale annullamento del versamento del contributo in un anno significherebbe perciò, di fatto, il raddoppio del contributo da versare nell'anno successivo, non esistendo altre alternative possibili, se non quella di approvare uno specifico stanziamento sul bilancio dello Stato.
PRESIDENTE. L'onorevole Lulli, cofirmatario dell'interpellanza, ha facoltà di replicare.
ANDREA LULLI. Signor Presidente, la soddisfazione da uno a dieci non raggiunge la sufficienza. Io do atto naturalmente dell'accordo raggiunto con le categorie e credo sia stato doveroso, perché l'inizio è stato disastroso, per di più in una congiuntura economica in cui non vi era bisogno non dico di un aggravio di costi economici, ma non vi era bisogno nemmeno di un aggravio di costi legati alla difficoltà dell'adempimento ad un dovere, perché poi il rispetto della legalità, che è un obiettivo assolutamente indiscutibile, si raggiunge anche evitando di complicare la vita a chi lavora. Purtroppo, questo non è avvenuto e non è un buon segnale.
Ora per carità, siamo assolutamente favorevoli alla tracciabilità dei rifiuti, non abbiamo dubbi che, per combattere l'illegalità e la penetrazione della criminalità nella gestione del business dei rifiuti, dobbiamo raggiungere livelli di trasparenza e quindi di tracciabilità dei rifiuti, non vi è alcun dubbio su questo. Tuttavia, vorrei ricordare al sottosegretario, onorevole Saglia, che la trasparenza e la tracciabilità sono un obiettivo che bisogna raggiungere con la semplicità e la semplificazione delle norme, perché si conquistano le aziende alla causa della tracciabilità e della trasparenza se i provvedimenti e le procedure che si adottano sono comprensibili e soprattutto non aggravano in termini di burocrazia gli adempimenti. Questo è un punto decisivo, che non è stato assolutamente tenuto in considerazione.
Ora si dice che abbiamo un periodo di tempo che è legato all'accordo raggiunto, però in questo periodo di tempo - mi perdoni sottosegretario Saglia - credo che, anche nell'interesse della funzione che ha il Ministero per lo sviluppo economico, si debba provare a capire quali semplificazioni devono essere introdotte in questa direzione. L'onorevole Rubinato alcune cose le ha dette: per esempio, per le piccole imprese sarebbe importante il sistema delle filiere produttive, sarebbe importante ragionare con riferimento alla possibilità di svolgere questa funzione in termini di aggregazione, con piattaforme mobili. In altre parole, credo che bisogna governare questo fenomeno, perché, altrimenti, il rischio è che nel Paese si produca un'illegalità dovuta alla difficoltà di adempiere a norme sulle quali non abbiamo dubbi per quanto riguarda la finalità, ma che rischiano di essere un elemento di ostacolo enorme rispetto all'applicazione.
Su questo aspetto vorrei che si aprisse un confronto di merito: noi abbiamo qualche idea e qualche suggerimento da dare. Credo che si debba lavorare, cercando di convincere circa la bontà della necessità di andare verso la tracciabilità e, quindi, anche di lavorare attorno a protocolli, anche nelle varie regioni, che possano in qualche modo aiutare questo percorso.
Lo ripeto: è una finalità non solo condivisibile, ma assolutamente necessaria anche per cercare di mettere il sistema economico del Paese in condizione di svolgere al meglio il proprio lavoro e di scappare dalle trappole dell'illegalità che si annida e dalle tentazioni che sappiamo, purtroppo, essere molto presenti nel nostro Paese. Nella vulgata generale si pensa al sud, ma mi permetto di dire che esse sono presenti non solo al sud, ma, ahimè, nell'intero territorio nazionale.
Per quanto riguarda la risposta fornita sulle risorse, noi condividiamo, in linea teorica, il fatto che il sistema debba autofinanziarsi; peraltro, le imprese, proprio per una crescita anche di cultura d'impresa, devono capire che questo problema non può essere addossato alla fiscalità generale. Su questo, non vi sono problemi. Tuttavia, signor sottosegretario, avremmo preferito, per esempio, un appalto pubblico per la scelta del gestore del sistema informativo e del sistema operativo.
Il fatto che questo sistema, alla fine, abbia creato a chi ha tentato, difficoltà rilevanti, non è una questione che può riferirsi soltanto ad una difficoltà normale e così si lascia perdere, ma vi è un danno. Capisco che quando si avvia un sistema, vi può essere un momento di rodaggio, tuttavia, esso non può essere caricato soltanto sulle spalle delle imprese che, in qualche modo, hanno dovuto subire questi intralci.
Per di più, non ho chiaro - spero che potremmo avere in seguito maggiori chiarimenti - cosa significa che, nel 2011, alcune imprese avranno la possibilità di compensare. Con quali criteri verranno definite queste compensazioni? Verso quali imprese si faranno le compensazioni? E soprattutto, il sistema operativo sarà davvero funzionale alla possibilità di avere un approccio semplificato che consenta davvero di andare nella direzione di un efficace ed efficiente sistema di tracciabilità del rifiuto? Credo che ciò aiuterà una crescita, se vogliamo, anche di cultura delle imprese e degli imprenditori nell'approccio di questo tema. Si faciliterà il lavoro degli enti locali in questa direzione? Si darà spazio, cioè, anche a possibili momenti in cui si tenteranno degli approcci territoriali che possano aiutare quel sistema di piccole e piccolissime imprese?
Credo che questo sia un aspetto che rimane ancora non chiaro nella risposta che, cortesemente, il sottosegretario Saglia ci ha già dato. Mi auguro che vi possano essere occasioni nelle quali si faranno tali approfondimenti e si apporteranno anche delle correzioni in corsa. Infatti, se dovessimo arrivare al 2012 e si dovesse replicare ciò che è accaduto nelle scorse settimane, credo che davvero si sarebbe creato un danno enorme: non solo un danno rilevante alle imprese, ma anche un danno nell'avanzamento di una cultura più evoluta in termini di compatibilità ambientale e di trasparenza.
Infatti, quando si falliscono questi obiettivi, il rischio è di un ritorno indietro della stessa cultura del Paese, rispetto un tema sul quale, invece, dobbiamo fare un passo avanti, non solo perché ce lo chiede l'Europa, ma perché credo sia un obiettivo che noi tutti condividiamo.
"PRESIDENTE. L'onorevole Rubinato ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-01092, concernente elementi e iniziative in merito all'entrata in vigore del sistema di tracciabilità dei rifiuti speciali e pericolosi (Sistri) (Vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti).
SIMONETTA RUBINATO. Signor Presidente, l'interpellanza, appunto, in materia di Sistri è stata presentata prima di apprendere dell'accordo raggiunto tra il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e le associazioni di categoria in merito alla proroga del suo avvio. Abbiamo appreso con favore la proroga, che era esattamente quello che chiedevamo anche noi, anche se la nostra istanza è stata solo parzialmente accolta, perché riteniamo che sarebbe stato più opportuno accordare una sospensione per tutti e non scaglionata, come è stata poi praticata, sino al 31 dicembre prossimo, piuttosto che avviare step successivi a seconda della dimensione dell'impresa o dell'ente iscritto al sistema informatico per la tracciabilità dei rifiuti. Questo perché il sistema o funziona o non funziona, non è che funziona per i più grandi e non funziona per i più piccoli. Da questo punto di vista le preoccupazioni permangono, perché l'esperienza fallimentare del clic day dell'11 maggio scorso ha messo in evidenza gravissime lacune del sistema. Ecco perché, a nostro parere, rimane confermato il fatto che sarebbe necessario un periodo di tempo maggiore per fare le opportune verifiche e risolvere i grossi problemi tecnici riscontrati prima di creare nuovi disagi alle imprese, e non sto qui a ripetere nel merito quali sono.
Le associazioni di categoria hanno preparato dei veri e propri dossier per il Ministero. Stiamo parlando di questioni veramente capitali. Non so, faccio solo l'esempio delle chiavette USB consegnate: so di un caso in cui tutte le tre chiavette USB avevano dei virus. Stiamo quindi parlando di un'assoluta inoperabilità del sistema. La proroga, quindi, non ci tranquillizza, non tranquillizza, soprattutto, le tantissime imprese e non risolve molti problemi che il Sistri ha evidenziato.
Allora, innanzitutto, teniamo a precisare che non mettiamo in discussione le finalità di questo sistema. La tracciabilità dei rifiuti è una priorità importante, tanto più in un Paese dove la criminalità organizzata esercita un forte controllo sul ciclo dei rifiuti; è di ieri la pubblicazione del rapporto ecomafia, di Legambiente. Naturalmente, il traffico dei rifiuti continua ad essere un settore in espansione e i numeri ci dicono, appunto, che il solo business dei rifiuti illeciti è quantificabile nel nostro Paese in 82 mila camion, con 2 milioni di tonnellate di spazzatura.
Quindi, è ancora più grave che non sia stato approntato in modo efficiente il sistema Sistri, però, certo, l'inefficienza non può essere fatta pagare alle imprese. La velocità e la tracciabilità dei rifiuti sono obiettivi assolutamente condivisibili, ma non è condivisibile il modo in cui si è operato sino ad oggi, creando pesanti aggravi alle imprese e agli enti locali, anch'essi tenuti ad iscriversi al Sistri e a versare il contributo, a causa del malfunzionamento del sistema, che ha richiesto più proroghe, qui siamo all'ennesima. Tra l'altro, adesso le proroghe non competono al Parlamento, ma allo stesso Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. Di questo riteniamo sia responsabile questo Governo che, ancora una volta, fa pagare ai cittadini, agli imprenditori e agli enti locali le proprie inefficienze. Va ricordato, infatti, che già dal 2010 le imprese e gli enti locali versano la quota di iscrizione al Sistri e altrettanto hanno fatto già per il 2011.
In un momento in cui la crisi economica sta mettendo a dura prova il nostro sistema economico-produttivo, è inaccettabile che il Governo riscuota un'ulteriore tariffa per un servizio che a tutt'oggi non funziona.
Per questo abbiamo chiesto nella nostra interpellanza urgente che sia fatta chiarezza sull'ammontare dei contributi già versati allo Stato per gli anni precedenti e per l'anno in corso. A nostro avviso, si tratta di contributi che i soggetti che sono tenuti all'iscrizione avrebbero dovuto versare solo a far data dall'efficiente funzionamento del sistema. Non solo. Riteniamo giusto che il Governo - e lo chiediamo nella nostra interpellanza - preveda, se non la restituzione, almeno la compensazione futura a favore di imprese ed enti locali degli importi già versati in questi anni in assenza del servizio con quelli che matureranno a far data dalla sua piena operatività, in aggiunta alla già prospettata riduzione dei livelli contributivi in caso di eccedenza delle entrate rispetto ai costi del sistema stesso, che è stata annunciata dal Governo in una precedente interpellanza del collega Mario Pepe (PD).
Vorrei, anche da questo punto di vista, solo accennare al fatto che la funzionalità del sistema fa carico come onere al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, che ha assunto tutte le decisioni relative alla sua gestione, compresa anche quella di affidare senza gara l'appalto del progetto Sistri alla società Selex management. Ci sarebbe tutta una questione qui da ricordare in ordine a una serie di ricorsi promossi da altre ditte, le quali hanno poi rinunciato al ricorso a seguito di un accordo segreto con il Governo, ma questo ci porterebbe lontano. È chiaro che chi sceglie di realizzare il sistema e di farlo funzionare in un certo modo, se poi non funziona, non può pensare di pagare con i contributi di enti locali ed imprese, che ancora la funzionalità e il sistema non vedono.
Il tempo che l'ulteriore proroga ha concesso, a nostro parere, deve essere utilizzato, da una parte, per mettere a punto l'apparato centrale, che presenta lacune di software e di sistema, dall'altra, per capire e sviluppare - è un tema molto importante - quali semplificazioni sono possibili, per esempio favorendo il servizio pubblico organizzato nella raccolta dei rifiuti speciali, in modo da trasferire tutti gli adempimenti burocratici al gestore incaricato.
Questo vale soprattutto per le aree del nostro Paese, da cui provengo anch'io - sto pensando al Veneto -, in cui vi è una realtà di tante piccole e piccolissime imprese. Cito appunto il caso della provincia di Treviso, dove è attivo un circuito organizzato di gestione dei rifiuti speciali per tanti piccoli produttori, che oggi ammontano a circa 7.500 convenzionati, i quali accedono ai servizi offerti dal servizio o dal gestore pubblico, esonerandosi dagli obblighi cartacei preesistenti.
È vero che la norma consentirà loro di accedere in futuro alla semplificazione informatica, ma ancora nessuno sa come funziona in pratica né il manuale Sistri riporta indicazioni su come operare. Inoltre, vi è la necessità tuttora di validare l'interoperabilità tra i sistemi gestionali software di chi svolge il servizio e il sistema Sistri. Si tratta di strumenti naturalmente necessari nel caso di numerosi movimenti di piccole quantità di rifiuti:, tipico, appunto, il caso delle nostre piccole aziende. Da questo punto di vista, la nostra proposta vuole andare nella direzione di portare un contributo a quello che il Governo e il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ci auguriamo stiano facendo. Riteniamo che si possa fare molto sul fronte della semplificazione per dare risposta alle preoccupazioni di tante piccole e medie imprese, pur garantendo la massima tutela ambientale, la sostenibilità, l'economicità della gestione, la tracciabilità, e tutto questo pur semplificando il sistema.
Teniamo anche presente - ho letto una nota dell'ANCI al riguardo - la preoccupazione degli enti locali che la complicazione sia la causa di un aumento dell'abbandono di rifiuti, soprattutto di chi produce pochi rifiuti speciali. Allora, la semplificazione amministrativa nei confronti delle piccole imprese, non attrezzate, scarsamente informatizzate e che rischiano perciò di sfuggire a una corretta gestione, utilizzando pratiche di smaltimento scorrette o illegali, diventa indispensabile perché davvero poi il sistema raggiunga gli obiettivi che si è prefissato.
Propongo anche un altro esempio, che attiene al tema dei contadini, dei produttori agricoli. In questo caso vi è la delicata questione che il trasporto alle piattaforme mobili e fisse di piccole quantità non è più agevolato dopo la revisione del Testo unico ambientale con il decreto legislativo n. 205 del 2010.
I contadini devono avere il mezzo iscritto all'albo gestione rifiuti e con l'entrata in vigore del Sistri vi è la prospettiva di cessazione del servizio, che oggi stanno offrendo, anche con piattaforme mobili, i gestori pubblici. Quindi, vi sono soluzioni di semplificazione praticabili, che vanno nella direzione di consentire al servizio pubblico di agire per conto dei produttori convenzionati, che vanno assolutamente messe in campo prima dell'avvio del sistema. Concludo dicendo che ci attendiamo che, prima di rendere definitivamente operativo il Sistri secondo il nuovo calendario accordato con le associazioni imprenditoriali, il Ministero sviluppi questi contenuti normativi e renda operative e concrete, anche tecnicamente, le procedure semplificate, pena il differimento - questo noi chiediamo - del termine di decorrenza del Sistri. Quindi, prima occorre realizzare le semplificazioni e poi si può avere la partenza del sistema. Sarebbe davvero inaccettabile che, dopo questa ulteriore proroga, le imprese e gli enti locali dovessero subire nuovi aggravi dovuti ad altre inefficienze del sistema di cui si è già oggi a conoscenza e che sono state ampiamente segnalate dalle stesse organizzazioni imprenditoriali e dagli operatori del settore.
PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico, Stefano Saglia, ha facoltà di rispondere.
STEFANO SAGLIA, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, accogliendo le sollecitazioni provenienti da più parti ed in accordo con le principali organizzazioni imprenditoriali, il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ha adottato lo scorso 26 maggio un nuovo decreto, pubblicato il 30 maggio, con il quale sono stati rimodulati i termini dell'entrata in funzione del Sistri. Sono state, quindi, recepite le indicazioni provenienti dal sistema produttivo per un rinvio graduale della partenza del sistema, in modo da consentire il superamento delle difficoltà riscontrate e mettere in condizione tutti di poter operare con maggiore tranquillità.
In tal senso, il Governo si è anche impegnato ad alleggerire il regime sanzionatorio nel periodo di avvio del nuovo sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti. L'ulteriore periodo di tempo a disposizione dovrà consentire, da un lato, alle imprese di collaudare e familiarizzare con i dispositivi elettronici e, dall'altro, di introdurre tutti quei miglioramenti sul piano procedurale e sul piano tecnologico ritenuti necessari per il superamento delle criticità manifestate dagli operatori.
Si è così condiviso un percorso che dovrà portare a breve alla realizzazione di un sistema veramente capace di coniugare trasparenza, tutela della legalità e semplificazione del lavoro delle imprese. Al riguardo, è opportuno evidenziare che, nell'ambito degli incontri che si sono susseguiti in questi giorni, le rappresentanze imprenditoriali hanno riconfermato la validità e l'importanza del Sistri quale strumento di trasparenza indispensabile per ridurre le sacche di opacità in un settore sensibile, quale quello dei rifiuti, e per combattere la criminalità. L'obiettivo deve essere quindi mantenuto e salvaguardato. L'impegno è che il nuovo sistema parta con il superamento delle difficoltà riscontrate, ma è altresì importante che vengano superate anche le forti resistenze al cambiamento che tuttora permangono da parte di molti operatori presenti sul territorio. Le responsabilità non sono soltanto da parte dell'Amministrazione.
Per quanto riguarda la richiesta di informazioni sul costo del Sistri, non si dispone ancora di dati definitivi. L'ammontare dei contributi versati dai soggetti obbligati nel 2010 è dell'ordine dei 65-68 milioni di euro, mentre i costi relativi alla tecnologia ed al funzionamento del sistema si situano intorno al 90 per cento di detta cifra. La residua somma disponibile dovrà servire per coprire gli eventuali oneri imprevisti nel corrente anno e gli eventuali aggiornamenti tecnologici.
È da tener presente che le entrate nel 2011 saranno di molto inferiori rispetto a quelle registrate nell'anno precedente, in ragione dell'avvenuta riduzione di oltre la metà dell'entità dei contributi disposta a favore delle piccole e medie imprese. Con la procedura automatica di conguaglio avviata, molte imprese che avevano pagato nel 2010 un contributo maggiore sono state esentate dal versamento dei contributi per il 2011. Le prime stime indicano, così, un ammontare delle entrate dell'ordine del 25-30 per cento di quello registrato nel 2010.
Per quanto riguarda la richiesta che l'obbligatorietà del versamento dei contributi sia prevista soltanto a far data dall'efficiente funzionamento del sistema, è opportuno ricordare che il Sistri non ha finalità di lucro e che l'ammontare delle entrate derivanti dal versamento dei contributi da parte degli operatori è finalizzato, come sopra rilevato, alla copertura degli oneri derivanti dalla costituzione e dal funzionamento del sistema, e dunque dei costi della tecnologia e di funzionamento del sistema. Il legislatore ha infatti stabilito che il costo del Sistri, salvo lo stanziamento iniziale di 5 milioni di euro, non gravi sulla finanza pubblica, ma sia posto a carico degli utenti.
Si tenga presente che, sin dalla fase di avvio del sistema, sono stati sopportati costi che comunque andavano coperti a prescindere dall'operatività del sistema. Inoltre, a partire dal 1 ottobre 2010, gli operatori sono stati messi in condizioni di utilizzare i dispositivi elettronici, anche se in fase sperimentale, in sovrapposizione al vigente sistema cartaceo. Se, poi, l'effettiva operatività del SISTRI è stata prorogata, anche per tener conto delle esigenze manifestate dalle imprese, ciò non può far venir meno l'obbligo del versamento dei contributi da parte degli operatori in quanto non è stato previsto alcuno stanziamento sui capitoli di spesa del bilancio pubblico da destinare allo scopo. L'eventuale annullamento del versamento del contributo in un anno significherebbe perciò, di fatto, il raddoppio del contributo da versare nell'anno successivo, non esistendo altre alternative possibili, se non quella di approvare uno specifico stanziamento sul bilancio dello Stato.
PRESIDENTE. L'onorevole Lulli, cofirmatario dell'interpellanza, ha facoltà di replicare.
ANDREA LULLI. Signor Presidente, la soddisfazione da uno a dieci non raggiunge la sufficienza. Io do atto naturalmente dell'accordo raggiunto con le categorie e credo sia stato doveroso, perché l'inizio è stato disastroso, per di più in una congiuntura economica in cui non vi era bisogno non dico di un aggravio di costi economici, ma non vi era bisogno nemmeno di un aggravio di costi legati alla difficoltà dell'adempimento ad un dovere, perché poi il rispetto della legalità, che è un obiettivo assolutamente indiscutibile, si raggiunge anche evitando di complicare la vita a chi lavora. Purtroppo, questo non è avvenuto e non è un buon segnale.
Ora per carità, siamo assolutamente favorevoli alla tracciabilità dei rifiuti, non abbiamo dubbi che, per combattere l'illegalità e la penetrazione della criminalità nella gestione del business dei rifiuti, dobbiamo raggiungere livelli di trasparenza e quindi di tracciabilità dei rifiuti, non vi è alcun dubbio su questo. Tuttavia, vorrei ricordare al sottosegretario, onorevole Saglia, che la trasparenza e la tracciabilità sono un obiettivo che bisogna raggiungere con la semplicità e la semplificazione delle norme, perché si conquistano le aziende alla causa della tracciabilità e della trasparenza se i provvedimenti e le procedure che si adottano sono comprensibili e soprattutto non aggravano in termini di burocrazia gli adempimenti. Questo è un punto decisivo, che non è stato assolutamente tenuto in considerazione.
Ora si dice che abbiamo un periodo di tempo che è legato all'accordo raggiunto, però in questo periodo di tempo - mi perdoni sottosegretario Saglia - credo che, anche nell'interesse della funzione che ha il Ministero per lo sviluppo economico, si debba provare a capire quali semplificazioni devono essere introdotte in questa direzione. L'onorevole Rubinato alcune cose le ha dette: per esempio, per le piccole imprese sarebbe importante il sistema delle filiere produttive, sarebbe importante ragionare con riferimento alla possibilità di svolgere questa funzione in termini di aggregazione, con piattaforme mobili. In altre parole, credo che bisogna governare questo fenomeno, perché, altrimenti, il rischio è che nel Paese si produca un'illegalità dovuta alla difficoltà di adempiere a norme sulle quali non abbiamo dubbi per quanto riguarda la finalità, ma che rischiano di essere un elemento di ostacolo enorme rispetto all'applicazione.
Su questo aspetto vorrei che si aprisse un confronto di merito: noi abbiamo qualche idea e qualche suggerimento da dare. Credo che si debba lavorare, cercando di convincere circa la bontà della necessità di andare verso la tracciabilità e, quindi, anche di lavorare attorno a protocolli, anche nelle varie regioni, che possano in qualche modo aiutare questo percorso.
Lo ripeto: è una finalità non solo condivisibile, ma assolutamente necessaria anche per cercare di mettere il sistema economico del Paese in condizione di svolgere al meglio il proprio lavoro e di scappare dalle trappole dell'illegalità che si annida e dalle tentazioni che sappiamo, purtroppo, essere molto presenti nel nostro Paese. Nella vulgata generale si pensa al sud, ma mi permetto di dire che esse sono presenti non solo al sud, ma, ahimè, nell'intero territorio nazionale.
Per quanto riguarda la risposta fornita sulle risorse, noi condividiamo, in linea teorica, il fatto che il sistema debba autofinanziarsi; peraltro, le imprese, proprio per una crescita anche di cultura d'impresa, devono capire che questo problema non può essere addossato alla fiscalità generale. Su questo, non vi sono problemi. Tuttavia, signor sottosegretario, avremmo preferito, per esempio, un appalto pubblico per la scelta del gestore del sistema informativo e del sistema operativo.
Il fatto che questo sistema, alla fine, abbia creato a chi ha tentato, difficoltà rilevanti, non è una questione che può riferirsi soltanto ad una difficoltà normale e così si lascia perdere, ma vi è un danno. Capisco che quando si avvia un sistema, vi può essere un momento di rodaggio, tuttavia, esso non può essere caricato soltanto sulle spalle delle imprese che, in qualche modo, hanno dovuto subire questi intralci.
Per di più, non ho chiaro - spero che potremmo avere in seguito maggiori chiarimenti - cosa significa che, nel 2011, alcune imprese avranno la possibilità di compensare. Con quali criteri verranno definite queste compensazioni? Verso quali imprese si faranno le compensazioni? E soprattutto, il sistema operativo sarà davvero funzionale alla possibilità di avere un approccio semplificato che consenta davvero di andare nella direzione di un efficace ed efficiente sistema di tracciabilità del rifiuto? Credo che ciò aiuterà una crescita, se vogliamo, anche di cultura delle imprese e degli imprenditori nell'approccio di questo tema. Si faciliterà il lavoro degli enti locali in questa direzione? Si darà spazio, cioè, anche a possibili momenti in cui si tenteranno degli approcci territoriali che possano aiutare quel sistema di piccole e piccolissime imprese?
Credo che questo sia un aspetto che rimane ancora non chiaro nella risposta che, cortesemente, il sottosegretario Saglia ci ha già dato. Mi auguro che vi possano essere occasioni nelle quali si faranno tali approfondimenti e si apporteranno anche delle correzioni in corsa. Infatti, se dovessimo arrivare al 2012 e si dovesse replicare ciò che è accaduto nelle scorse settimane, credo che davvero si sarebbe creato un danno enorme: non solo un danno rilevante alle imprese, ma anche un danno nell'avanzamento di una cultura più evoluta in termini di compatibilità ambientale e di trasparenza.
Infatti, quando si falliscono questi obiettivi, il rischio è di un ritorno indietro della stessa cultura del Paese, rispetto un tema sul quale, invece, dobbiamo fare un passo avanti, non solo perché ce lo chiede l'Europa, ma perché credo sia un obiettivo che noi tutti condividiamo.
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Interpellanza urgente n. 2-01092 (Elementi e iniziative in merito all'entrata in vigore del Sistema di tracciabilità dei rifiuti speciali e pericolosi (Sistri)) :: Commenti
Re: Interpellanza urgente n. 2-01092 (Elementi e iniziative in merito all'entrata in vigore del Sistema di tracciabilità dei rifiuti speciali e pericolosi (Sistri))
L'ammontare dei contributi versati dai soggetti obbligati nel 2010 è dell'ordine dei 65-68 milioni di euro, mentre i costi relativi alla tecnologia ed al funzionamento del sistema si situano intorno al 90 per cento di detta cifra. La residua somma disponibile dovrà servire per coprire gli eventuali oneri imprevisti nel corrente anno e gli eventuali aggiornamenti tecnologici.
no comment !
no comment !
... e quindi abbiamo versato (a chi non è dato sapere) circa 54.000.000 (diconsi cinquantaquattromilioni di euro pari ad oltre 100.000.000.000 centomiliardi di vecchie lire) per un sistema di m***a che non ha mai funzionato...
per caso, non ci sono gli estremi di qualche altro reato oltre quelli già contestati?
per caso, non ci sono gli estremi di qualche altro reato oltre quelli già contestati?
sueli ha scritto: L'ammontare dei contributi versati dai soggetti obbligati nel 2010 è dell'ordine dei 65-68 milioni di euro, mentre i costi relativi alla tecnologia ed al funzionamento del sistema si situano intorno al 90 per cento di detta cifra. La residua somma disponibile dovrà servire per coprire gli eventuali oneri imprevisti nel corrente anno e gli eventuali aggiornamenti tecnologici.
no comment !
Dunque rimangono 6,5 o 6,8 milioni di euro in fondo cassa.
Inoltre non sono state aggravate le casse dello Stato centrale , ma tale sistema lo dobbiamo mantenere noi aziende , ciò mi pare giusto , anche perchè questo eco-mostro lo abbiamo voluto noi.
Mi piacerebbe sapere quanto ci sono costati i dirigenti messi a capo del Sistri?
Faccio un nome a caso , quant'è il costo dell' ingaggio dell' avv. Pelaggi?
E quanto ha guadagnato il sig. Sabatino Stornelli?
Io non sapendo quanto ci costano questi amministratori , non mi posso creare una cultura d'Impresa e così sono destinato a rimanere un eco-mafioso.
sueli ha scritto: L'ammontare dei contributi versati dai soggetti obbligati nel 2010 è dell'ordine dei 65-68 milioni di euro, mentre i costi relativi alla tecnologia ed al funzionamento del sistema si situano intorno al 90 per cento di detta cifra. La residua somma disponibile dovrà servire per coprire gli eventuali oneri imprevisti nel corrente anno e gli eventuali aggiornamenti tecnologici.
no comment !
Il che in poche parole vorrebbe dire che il "sistema" messo a punto da Selex e quei 4 disperati del CC sarebbero costati (nel 2010) circa 60 milioni di euro o giù di lì...............
Spettacolare!!!!! Se tutti noi facessimo acquisti in questo modo per le aziende per cui lavoriamo ci avrebbero già spedito sulla luna a calci nel...............
isamonfroni ha scritto:sueli ha scritto: L'ammontare dei contributi versati dai soggetti obbligati nel 2010 è dell'ordine dei 65-68 milioni di euro, mentre i costi relativi alla tecnologia ed al funzionamento del sistema si situano intorno al 90 per cento di detta cifra. La residua somma disponibile dovrà servire per coprire gli eventuali oneri imprevisti nel corrente anno e gli eventuali aggiornamenti tecnologici.
no comment !
Il che in poche parole vorrebbe dire che il "sistema" messo a punto da Selex e quei 4 disperati del CC sarebbero costati (nel 2010) circa 60 milioni di euro o giù di lì...............
Spettacolare!!!!! Se tutti noi facessimo acquisti in questo modo per le aziende per cui lavoriamo ci avrebbero già spedito sulla luna a calci nel...............
bè volevano tenersi in tasca qualche spicciolo.....giusto per stare sicuri...
Quanto guadagni pelaggi (in minuscolo) non saprei.....Sicuramente, dagli incarichi che ricopre, direi che in un mese guadagna più di quanto possiamo io e te in un anno...meno male che abbiamo una piccola rendita da..ecomafiosi...!!!!haik10 ha scritto:
Mi piacerebbe sapere quanto ci sono costati i dirigenti messi a capo del Sistri?
Faccio un nome a caso , quant'è il costo dell' ingaggio dell' avv. Pelaggi?
E quanto ha guadagnato il sig. Sabatino Stornelli?
Io non sapendo quanto ci costano questi amministratori , non mi posso creare una cultura d'Impresa e così sono destinato a rimanere un eco-mafioso.
Eolie, il commissario Luigi Pelaggi. Il ministro "ombra"
di Giorgio Mottola
POTERI. Ai più il suo nome non dice molto. Ma nella galassia berlusconiana, l’avvocato Luigi Pelaggi sta prendendo sempre più quota: da plenipotenziario della Prestigiacomo a piccolo Bertolaso ambientale.
C'è un uomo al Ministero dell’Ambiente che la Prestigiacomo consulta prima di ogni decisione. Non a caso, la ministra gli ha affidato le deleghe più delicate del proprio dicastero. Nel giro di due anni, è riuscito a diventare il Bertolaso delle emergenze ambientali, districandosi audacemente tra poteri commissariali e conflitti di interesse. Si chiama Luigi Pelaggi, capo della segreteria tecnica del ministro Prestigiacomo e avvocato ben introdotto nei salotti dei poteri forti italiani.
Ai più il suo nome non dice molto. Ma nella galassia del potere berlusconiano, Pelaggi sta prendendo sempre più quota. La carica di capo della segretaria, per ora, gli consente di mantenere un profilo “relativamente” basso, tenendolo al riparo da polemiche sull’incompatibilità tra i sui numerosissimi incarichi: dallo scorso aprile è commissario per l’emergenza bonifiche nell’area ex Sisas a Pioltello, in Lombardia; da luglio 2009, commissario per l’emergenza idrica nelle Eolie; fin dal 2008 gestisce di fatto la cassa del dicastero all’ambiente, in quanto presidente della Commissione ministeriale di valutazione degli investimenti; è presidente del parco nazionale delle Egadi, da prima che venisse costituito; è membro del Cda della Sogesid, società in house del Ministero che si occupa di bonifiche; lo scorso anno anche Alemanno lo ha premiato, nominandolo nel consiglio di amministrazione di Acea, azienda comunale dell’energia e dell’acqua; è sempre lui ad essere il referente ministeriale per la realizzazione del Sistri, il sistema di tracciabilità dei rifiuti; sarà infine quasi sicuramente uno dei due membri in quota Prestigiacomo nell’Autorità di controllo sull’energia nucleare (gli altri due saranno nominati dal Ministero per lo sviluppo economico che dovrebbe essere il soggetto controllante).
Va lontano e viene da lontano
La cosa che balza gli occhi scorrendo il suo curriculum è che, prima di diventare capo al Ministero, Pelaggi non aveva alcuna competenza o esperienza nel settore ambientale. Ma forse non è per questo che il ministro Prestigiacomo lo ha scelto. La ministra siciliana infatti lo aveva voluto a capo della segreteria tecnica anche nei cinque anni in cui è stata Ministro per le Pari Opportunità. Pelaggi è uno che va lontano, ma soprattutto viene da lontano. Supera l’esame da avvocato nel 1980, a 26 anni, e l’anno successivo diventa già il responsabile dell’ufficio legale di Assocredito, l’associazione sindacale degli istituti di credito italiani, di cui sarà dirigente dell’area affari generali tre anni dopo. All’inizio degli anni ‘90 passa invece a Confindustria, dove dirigerà l’Ufficio legislativo. La svolta per la carriera di Pelaggi arriva però nel 2001 con la nomina della Prestigiacomo a capo della segreteria ministeriale. Pochi mesi dopo, le più grandi aziende italiane lo chiamano come consulente: Telecom, Pirelli (viene nominato tra l’altro nel novembre del 2001 responsabile dell’ufficio della direzione affari pubblici della Pirelli Real Estate), Ferrovie dello Stato, Finesil, Assoimmobiliare. Tutti lo vogliono.
L’emergenza idrica alle Eolie
Qualche polemica intorno a Pelaggi comincia ad essere sollevata in Parlamento dopo la sua nomina a commissario per l’emergenza idrica nelle Eolie. Per risolvere definitivamente la cronica carenza di acqua, la Prestigiacomo toglie la delega commissariale al prefetto di Messina e la affida a Pelaggi. Mentre lui è commissario, arriva al Ministero una proposta da parte di una società tedesca, la “Aqua Blue”. L’azienda straniera offre ai siciliani dissalatori di nuova generazione che porrebbero fine all’emergenza idrica con costi per i cittadini 12 volte più bassi rispetto a quelli proposti dalle società che hanno avuto l’appalto nel 2002. Al momento l’incarico per la costruzione dei nuovi dissalatori (un affare da oltre 35 milioni di euro) è nelle mani della Sogesid. Sull’affidamento dei lavori l’Autorità garante della concorrenza ha aperto un ‘inchiesta: la gara per l’assegnazione dei lavori era stata vinta da un’altra società nel 2001, la Lolli spa; fu poi il nuovo sindaco di Lipari, fresco di nomina a commissario, che annullò tutto e diede l’incarico alla Sogesid. Data l’enorme convenienza dell’offerta, l’Aqua Blue avrebbe potuto scalzarla. Ma il Ministero all’Ambiente ha rimandato al mittente la proposta e ha confermato pochi mesi fa la Sogesid.
Sogesid per tutte le emergenze
La società in house del ministero compare anche in un’altra emergenza affidata all’intraprendente capo gabinetto della Prestigiacomo: la bonifica dell’area ex Sisas di Pioltello Rodano, che avrebbe dovuto compiere Giuseppe Grossi prima di finire in carcere. Lo scorso 30 aprile, Guido Bertolaso ha nominato Pelaggi commissario con il compito di gestire 60 milioni di euro, stanziati dal Governo per risanare l’intera zona. Sarà Pelaggi a nominare il soggetto attuatore. Intanto, la Sogesid è già stata investita di uno dei ruoli più delicati della vicenda: gestire le gare di appalto. Sul suo sito è stato pubblicato il primo bando che ha per oggetto «l’attività di supporto al progetto preliminare di bonifica delle acque di falda».
Sistri, spunta Stornelli
Ben più intricata è la questione del Sistri, il software, imposto dalla comunità europea, che consentirà di seguire il percorso dell’immondizia dal ritiro alla discarica. Pelaggi è stato l’uomo incaricato dalla Prestigiacomo di seguire l’iter di realizzazione. Tutta l’operazione è stata coperta dal segreto di Stato. Il Ministero non ha fatto un bando di gara pubblico, provocando così un ricorso al Tar di 6 aziende informatiche, specializzate in software ambientali. L’appalto è stato affidato direttamente alla Selex Service Mangement, di cui è amministratore delegato Sabatino Stornelli, colpito da provvedimento giudiziario pochi giorni fa nell’ambito dell’inchiesta sull’appaltopoli aquilana. Stornelli ha alcune cose in comune con Pelaggi. Viene da Telecom, di cui l’avvocato è stato consulente, ed ha ricoperto il ruolo di presidente di Telespazio, che fa parte del Consorzio Agrisian presiduto da Pelaggi tra il 2004 e il 2006. I due poi, pare siano sono molto amici.
Fonte: Terra New
[quote="Sato"]
Sono d'accordo , alla fine noi siamo gli eco-mafiosi mentre questi soggetti guadagnano in nome della legalità.
Se un giorno guadagnerò queste cifre li porterò nei paradisi fiscali , mica posso pagare le tasse in uno stato costituito da aziende di eco-mafiosi.
Quanto guadagni pelaggi (in minuscolo) non saprei.....Sicuramente, dagli incarichi che ricopre, direi che in un mese guadagna più di quanto possiamo io e te in un anno...meno male che abbiamo una piccola rendita da..ecomafiosi...!!!!haik10 ha scritto:
Mi piacerebbe sapere quanto ci sono costati i dirigenti messi a capo del Sistri?
Faccio un nome a caso , quant'è il costo dell' ingaggio dell' avv. Pelaggi?
E quanto ha guadagnato il sig. Sabatino Stornelli?
Io non sapendo quanto ci costano questi amministratori , non mi posso creare una cultura d'Impresa e così sono destinato a rimanere un eco-mafioso.
Sono d'accordo , alla fine noi siamo gli eco-mafiosi mentre questi soggetti guadagnano in nome della legalità.
Se un giorno guadagnerò queste cifre li porterò nei paradisi fiscali , mica posso pagare le tasse in uno stato costituito da aziende di eco-mafiosi.
Si tratta di affermazioni di una gravita' inaudita: se pure il sistema dovesse essere continuamente prorogato (come succede da un anno e mezzo) tocchera' sempre pagare.
Per "mantenere in vita" l'apparato.
Per "mantenere in vita" l'apparato.
Sato ha scritto:haik10 ha scritto:
Sistri, spunta Stornelli
Ben più intricata è la questione del Sistri, il software, imposto dalla comunità europea, che consentirà di seguire il percorso dell’immondizia dal ritiro alla discarica.
Fonte: Terra New
A si? Il Sistri è stato imposto dalla Comunità europea? Ma com'è che che la colpa dei casini che fanno in Italia è sempre di qualcun altro? L'Europa ha imposto la tracciabilità dei rifiuti, non il Sistri! Terra New, attenzione al significato delle parole!
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