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Piano finanziario discarica rifiuti speciali
2 partecipanti
SistriForum - Il social network italiano sui rifiuti :: Questioni generali :: Impianti :: Discariche
Pagina 1 di 1
Piano finanziario discarica rifiuti speciali
Ciao a tutti,
forse qualcuno con più esperienza di me sa rispondermi.
Il Piano finanziario di una discarica, obbligatorio per legge, è finalizzato al calcolo dei costi/ton che il gestore deve sostenere per coprire, investimenti, gestione e post-gestione della discarica stessa (+ garanzie finanziarie, etc.).
Il Piano quindi arriva a determinare una tariffa "minima" di conferimento dei rifiuti in discarica.
Con riferimento ad una discarica per rifiuti speciali privata:
- la tariffa, che immagino vincolante, deve quindi essere applicata a qualunque CER in ingresso o, piuttosto, è da considerarsi una tariffa di ingresso "media" spalmata su tutti i CER conferiti in un determinato orizzonte temporale? (un anno? 10 anni? durata discarica?)
- trattandosi di rifiuti speciali ed essendo pertanto i conferitori quasi esclusivamente privati, in che modo il gestore deve dare conto all'Autorità Competente delle tariffe di ingresso applicate?
- come si concilia tutto ciò con il concetto di "libero mercato"?
Grazie in anticipo x le risposte
forse qualcuno con più esperienza di me sa rispondermi.
Il Piano finanziario di una discarica, obbligatorio per legge, è finalizzato al calcolo dei costi/ton che il gestore deve sostenere per coprire, investimenti, gestione e post-gestione della discarica stessa (+ garanzie finanziarie, etc.).
Il Piano quindi arriva a determinare una tariffa "minima" di conferimento dei rifiuti in discarica.
Con riferimento ad una discarica per rifiuti speciali privata:
- la tariffa, che immagino vincolante, deve quindi essere applicata a qualunque CER in ingresso o, piuttosto, è da considerarsi una tariffa di ingresso "media" spalmata su tutti i CER conferiti in un determinato orizzonte temporale? (un anno? 10 anni? durata discarica?)
- trattandosi di rifiuti speciali ed essendo pertanto i conferitori quasi esclusivamente privati, in che modo il gestore deve dare conto all'Autorità Competente delle tariffe di ingresso applicate?
- come si concilia tutto ciò con il concetto di "libero mercato"?
Grazie in anticipo x le risposte
matteorossi- Utente Attivo
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Età : 49
Località : Roma
Re: Piano finanziario discarica rifiuti speciali
mi ha incuriosito non poco questo quesito, ma soprattutto il fatto che in quasi una settimana non ti abbia risposto nessuno degli altri "forumiani".
Personalmente, l'ultima esperienza personale professionale che ho sulla collaborazione a redigere un piano finanziario di discariche per rifiuti non pericolosi risale a prima del 152/06, ed anzi dico meglio è antecedente addirittura al d.lgs. 36/03, ed in ogni caso era una discarica per rifiuti inerti NP (o -meglio- non tossico-nocivi), quindi particolarmente poco complicata, all'epoca.
Comunque, per quanto ne sappia io ad oggi il Piano Finanziario è mirato alla verifica - documentale - che siano stati compiutamente stimati i costi complessivi che tu indichi, compresa la fase post-chiusura che soprattutto per gli attuali speciali NP di origine urbana può riservare sgradevoli prolungamento dei tempi previsti nonché estrema variabilità dei costi afferenti, partendo dal percolato/colaticcio fino alla ben più impegnativa gestione del biogas (che nel caso di inerti è almeno impropria, atteso che gli inerti non possono chimicamente produrre biogas , non s'è mai visto un mattone di refrattario o di clinker marcire ) .
E quindi la eventuale tariffa che il gestore decide di adottare può/deve risultare meramente indicativa della capacità di coprire i costi di gestione integrale come previsti nel relativo piano finanziario.
Non mi risulta, tuttavia, che la tariffa sia "vincolante" v/s alcun chi: ogni gestore stabilisce PRIMA cosa intende accettare e di conseguenza come gestire ciascun tipo di rifiuto/Codice CER che gli arriva, e nell'eventualità di Codici CER che richiedano modalità gestionali differenti - partendo dalla selezione dimensionale - il costo del conferimento ne risulta chiaramente influenzato. Però, DOPO, cioè a discarica già aperta, può anche decidere di accettare qualche CER inizialmente non previsto - magari, c'era poca richiesta e poi sono variate le condizioni di mercato - che può comportare un costo gestionale diverso, di cui comunque dovrà rendere conto quando richiederà l'estensione autorizzativa.
Di sicuro, so che fa comunque fede ai fini civilistici non certo la tariffa"minima" comunicata in fase preliminare quanto il contratto stipulato con il conferitore. Pertanto, il gestore può ritenere che quel certo codice NP conferito da Pinco Pallo costi 0,75 €/kg, ma quello con stesso codice però conferito da Caio Sempronio deva costare 2,10 €/kg.
E nessuno può "obbligare" il gestore a chiedere a tutti sempre 0,75 €/kg.
E questo, come vedi si concilia benissimo con il libero mercato !
Giusto per sottolineare alcuni aspetti, a tutela di questo diritto del gestore c'è tanto l'art. 41 della Costituzione quanto l'art. 23 e persino l'art. 97 c.1 sempre della Costituzione.
E poichè la gestione di un impianto di discarica è certamente soggetta alle BAT , o MTD come acronimizzate in italiano, il gestore deve essere in grado di adeguare il proprio impianto anche in corso d'opera o di attività.
P.S.: ma anche decidere che un certo conferitore che magari gli crea problemi ogni tanto deva pagare di più di quelli che sono invece affidabili, ma anche semplicemente proporgli un costo più alto per strategia commerciale, il cui fine spazia dal "se non mi mandi rifiuti come si deve, valli portare da qualche altra parte" al "con te non ci lavoro più nemmeno se me li paghi 5 volte il loro costo". E ribadisco che nessuno può imporgli diversamente.
P.P.S.: poi, ti mando con comodo fattura elettronica per questa consulenza...
Personalmente, l'ultima esperienza personale professionale che ho sulla collaborazione a redigere un piano finanziario di discariche per rifiuti non pericolosi risale a prima del 152/06, ed anzi dico meglio è antecedente addirittura al d.lgs. 36/03, ed in ogni caso era una discarica per rifiuti inerti NP (o -meglio- non tossico-nocivi), quindi particolarmente poco complicata, all'epoca.
Comunque, per quanto ne sappia io ad oggi il Piano Finanziario è mirato alla verifica - documentale - che siano stati compiutamente stimati i costi complessivi che tu indichi, compresa la fase post-chiusura che soprattutto per gli attuali speciali NP di origine urbana può riservare sgradevoli prolungamento dei tempi previsti nonché estrema variabilità dei costi afferenti, partendo dal percolato/colaticcio fino alla ben più impegnativa gestione del biogas (che nel caso di inerti è almeno impropria, atteso che gli inerti non possono chimicamente produrre biogas , non s'è mai visto un mattone di refrattario o di clinker marcire ) .
E quindi la eventuale tariffa che il gestore decide di adottare può/deve risultare meramente indicativa della capacità di coprire i costi di gestione integrale come previsti nel relativo piano finanziario.
Non mi risulta, tuttavia, che la tariffa sia "vincolante" v/s alcun chi: ogni gestore stabilisce PRIMA cosa intende accettare e di conseguenza come gestire ciascun tipo di rifiuto/Codice CER che gli arriva, e nell'eventualità di Codici CER che richiedano modalità gestionali differenti - partendo dalla selezione dimensionale - il costo del conferimento ne risulta chiaramente influenzato. Però, DOPO, cioè a discarica già aperta, può anche decidere di accettare qualche CER inizialmente non previsto - magari, c'era poca richiesta e poi sono variate le condizioni di mercato - che può comportare un costo gestionale diverso, di cui comunque dovrà rendere conto quando richiederà l'estensione autorizzativa.
Di sicuro, so che fa comunque fede ai fini civilistici non certo la tariffa"minima" comunicata in fase preliminare quanto il contratto stipulato con il conferitore. Pertanto, il gestore può ritenere che quel certo codice NP conferito da Pinco Pallo costi 0,75 €/kg, ma quello con stesso codice però conferito da Caio Sempronio deva costare 2,10 €/kg.
E nessuno può "obbligare" il gestore a chiedere a tutti sempre 0,75 €/kg.
E questo, come vedi si concilia benissimo con il libero mercato !
Giusto per sottolineare alcuni aspetti, a tutela di questo diritto del gestore c'è tanto l'art. 41 della Costituzione quanto l'art. 23 e persino l'art. 97 c.1 sempre della Costituzione.
E poichè la gestione di un impianto di discarica è certamente soggetta alle BAT , o MTD come acronimizzate in italiano, il gestore deve essere in grado di adeguare il proprio impianto anche in corso d'opera o di attività.
P.S.: ma anche decidere che un certo conferitore che magari gli crea problemi ogni tanto deva pagare di più di quelli che sono invece affidabili, ma anche semplicemente proporgli un costo più alto per strategia commerciale, il cui fine spazia dal "se non mi mandi rifiuti come si deve, valli portare da qualche altra parte" al "con te non ci lavoro più nemmeno se me li paghi 5 volte il loro costo". E ribadisco che nessuno può imporgli diversamente.
P.P.S.: poi, ti mando con comodo fattura elettronica per questa consulenza...
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sto ancora cercando un aforisma che mi identifichi senza confondimenti indesiderati, ma non c'è.
Aurora Brancia- Moderatrice
- Messaggi : 3848
Data d'iscrizione : 02.09.11
Età : 71
Località : Napoli
Re: Piano finanziario discarica rifiuti speciali
Aurora grazie per la risposta.
Sintetizzando il tuo intervento, le nostre opinioni convergono, ma continuo a non capire il senso di consegnare in autorizzazione un piano finanziario con determinazione della tariffa minima di ingresso.
Sintetizzando il tuo intervento, le nostre opinioni convergono, ma continuo a non capire il senso di consegnare in autorizzazione un piano finanziario con determinazione della tariffa minima di ingresso.
matteorossi- Utente Attivo
- Messaggi : 346
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