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Sequestro di sottoprodotti misti a imballaggi
3 partecipanti
SistriForum - Il social network italiano sui rifiuti :: Questioni generali :: Classificazione :: Sottoprodotti
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Sequestro di sottoprodotti misti a imballaggi
Una ditta genera ritagli, scarti e sfridi dalla fabbricazione di contenitori in alluminio per alimenti.
Mediante accordi stipulati con il fornitore della materia prima, conferisce questa merce, dal 2012, come sottoprodotto allo stabilimento del fornitore, sito in uno stato della comunità europea. Questi scarti, sfridi e ritagli soddisfano i 4 requisiti di sottoprodotto, accertamento peraltro comunicato all'organo di controllo locale e verificato sia in sede di ispezioni AIA che di certificazione iso 14001.
Un funzionario ARPA presente presso gli uffici doganali, ispezionando un container di questo sottoprodotto, riscontra la presenza oltre a sfridi di lavorazione e ritagli anche dei contenitori, immaginate i barattoli della carne in scatola per esemplificare. Questi contenitori per l'azienda produttrice sono considerati scarti di produzione perchè non utilizzabili dal cliente: sporchi, difettosi, obsoleti, .... Vi sono sempre stati.
Non so dire con quale fantasia questo funzionario blocca tutta la merce perchè sospetta un traffico illecito di rifiuti considerando i contenitori di scarto, solo quelli, non conformi ai requisiti a cui devono attenersi i sottoprodotti !!!
Risultato: carico fermo presso la dogana, con oneri di sosta da pagare, ricerca di altri destinatari con danno economico di 50€ alla tonnellata, spese legali ecc. tralasciando, ma non meno importanti, i costi indiretti che l'azienda subisce.
Ho suggerito l'azienda a dare mandato al proprio legale per una rivalsa economica nei confronti dell'organismo di controllo.
Chiedo al forum se possono essere perseguite altre strade.
Buona domenica
Mediante accordi stipulati con il fornitore della materia prima, conferisce questa merce, dal 2012, come sottoprodotto allo stabilimento del fornitore, sito in uno stato della comunità europea. Questi scarti, sfridi e ritagli soddisfano i 4 requisiti di sottoprodotto, accertamento peraltro comunicato all'organo di controllo locale e verificato sia in sede di ispezioni AIA che di certificazione iso 14001.
Un funzionario ARPA presente presso gli uffici doganali, ispezionando un container di questo sottoprodotto, riscontra la presenza oltre a sfridi di lavorazione e ritagli anche dei contenitori, immaginate i barattoli della carne in scatola per esemplificare. Questi contenitori per l'azienda produttrice sono considerati scarti di produzione perchè non utilizzabili dal cliente: sporchi, difettosi, obsoleti, .... Vi sono sempre stati.
Non so dire con quale fantasia questo funzionario blocca tutta la merce perchè sospetta un traffico illecito di rifiuti considerando i contenitori di scarto, solo quelli, non conformi ai requisiti a cui devono attenersi i sottoprodotti !!!
Risultato: carico fermo presso la dogana, con oneri di sosta da pagare, ricerca di altri destinatari con danno economico di 50€ alla tonnellata, spese legali ecc. tralasciando, ma non meno importanti, i costi indiretti che l'azienda subisce.
Ho suggerito l'azienda a dare mandato al proprio legale per una rivalsa economica nei confronti dell'organismo di controllo.
Chiedo al forum se possono essere perseguite altre strade.
Buona domenica
fiatogrosso- Utente Attivo
- Messaggi : 63
Data d'iscrizione : 17.10.10
Re: Sequestro di sottoprodotti misti a imballaggi
Ho spostato la discussione nella sezione opportuna, "Sottoprodotti" appunto (non e' certo un argomento da postare nelle "News").
Non utilizzare titoli generici: "Sotto prodotto" non invita alla lettura e non rende possibile ricercarlo in futuro, quando non sara' piu' presente tra gli argomenti recenti (tra uno o due giorni).
Non utilizzare titoli generici: "Sotto prodotto" non invita alla lettura e non rende possibile ricercarlo in futuro, quando non sara' piu' presente tra gli argomenti recenti (tra uno o due giorni).
Admin- Amministratore
- Messaggi : 6586
Data d'iscrizione : 13.01.10
Età : 51
Re: Sequestro di sottoprodotti misti a imballaggi
per come la vedo io, se l'azienda produce contenitori di alluminio (quindi, tecnicamente "imballaggi"), gli "sfridi" di carta d'alluminio, più o meno spessa, sono senza dubbio "sottoprodotti".
A questo punto, però non posso proprio esimermi da chiedere "ok, ma allora questi altri contenitori sono altri prodotti"?.
Vedi, io credo di aver capito che il doganiere li possa considerare rifiuti perchè li ha intesi, ragionevolmente, come "prodotti fuori specifica", e non mi sento di dargli tutto il torto, vista in questo senso stretto-stretto. Infatti,il numero/peso di imballaggi "ammalorati" non è qualcosa la cui produzione è "parte integrante" dalla produzione, come è invece verificabile per i ritagli, tuttavia potrebbe essere inteso comunque come "rottame" nuovo e quindi commerciabile come tale. Molto dipende da cosa c'è indicato nel DDT, e in quali termini esatti è indicato questo conferimento di sottoprodotti sia nell'AIA che nel contratto. A parte le solite storie del regime IVA, che ha una sua precisa valenza in queste situazioni.
SE, e sottolineo SE, non c'è una chiara indicazione anche delle "buattelle scamazzate" o comunque non più idonee ad essere utilizzate come contenitori per alimenti (presumo) in conformità anche solo dei requisiti igienici del prodotto, anche il più bravo degli amministrativisti correrebbe un'alea indesiderabile che potrebbe inficiare in male (anzi, peggio) l'esito del giudizio. Certo, ce la si potrebbe pure fare a spuntarla, ma in un gioco di fioretto che a mio avviso forse 4-5 avvocati amministrativisti in italia sarebbero in condizioni di portare avanti, e in ogni caso purchè supportati da una perizia tecnica con i controfiocchi.
Credo che più di aiuto di così non potevo proprio essere: ho letto la domanda, me ne sono posta altre due e ho pure risposto a tutte, sia pure intrecciandole tra loro, ma - sempre a mio avviso - tecnicamente lo sono.
A questo punto, però non posso proprio esimermi da chiedere "ok, ma allora questi altri contenitori sono altri prodotti"?.
Vedi, io credo di aver capito che il doganiere li possa considerare rifiuti perchè li ha intesi, ragionevolmente, come "prodotti fuori specifica", e non mi sento di dargli tutto il torto, vista in questo senso stretto-stretto. Infatti,il numero/peso di imballaggi "ammalorati" non è qualcosa la cui produzione è "parte integrante" dalla produzione, come è invece verificabile per i ritagli, tuttavia potrebbe essere inteso comunque come "rottame" nuovo e quindi commerciabile come tale. Molto dipende da cosa c'è indicato nel DDT, e in quali termini esatti è indicato questo conferimento di sottoprodotti sia nell'AIA che nel contratto. A parte le solite storie del regime IVA, che ha una sua precisa valenza in queste situazioni.
SE, e sottolineo SE, non c'è una chiara indicazione anche delle "buattelle scamazzate" o comunque non più idonee ad essere utilizzate come contenitori per alimenti (presumo) in conformità anche solo dei requisiti igienici del prodotto, anche il più bravo degli amministrativisti correrebbe un'alea indesiderabile che potrebbe inficiare in male (anzi, peggio) l'esito del giudizio. Certo, ce la si potrebbe pure fare a spuntarla, ma in un gioco di fioretto che a mio avviso forse 4-5 avvocati amministrativisti in italia sarebbero in condizioni di portare avanti, e in ogni caso purchè supportati da una perizia tecnica con i controfiocchi.
Credo che più di aiuto di così non potevo proprio essere: ho letto la domanda, me ne sono posta altre due e ho pure risposto a tutte, sia pure intrecciandole tra loro, ma - sempre a mio avviso - tecnicamente lo sono.
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sto ancora cercando un aforisma che mi identifichi senza confondimenti indesiderati, ma non c'è.
Aurora Brancia- Moderatrice
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Data d'iscrizione : 02.09.11
Età : 71
Località : Napoli
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