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Unità complesse a fine vita (imbarcazioni, pale eoliche) e recupero di materia
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Aurora Brancia
antimo di martino
6 partecipanti
SistriForum - Il social network italiano sui rifiuti :: Questioni generali :: Classificazione :: Attribuzione del codice CER
Pagina 1 di 1
Unità complesse a fine vita (imbarcazioni, pale eoliche) e recupero di materia
Innanzitutto mi presento: sono responsabile del progetto end life boat di UCINA-Confindustria Nautica e sono interessato a scambiare opinioni su questo tema per completare lo sviluppo del citato progetto. E' evidente che non sia un esperto delle questioni tecniche della gestione rifiuti per cui ho pensato di rivolgermi a questo forum.
Il progetto ELB sostiene di poter gestire il fine vita di alcuni prodotti complessi, quali un'unità nautica o uno stampo, attraverso il riuso di alcuni componenti e il riciclo di alcuni materiali.
Per quanto riguarda le plastiche rinforzate (l'FRP, vetroresina e carboresina), di quantità particolarmente rilevanti in una unità nautica o in una pala eolica, si prevede invece un trattamento di up-cycling utilizzando una nuova tecnologia che emulsiona fisicamente l'EPS e l'FRP costituendo così un nuovo compound perfettamente utilizzabile per costituire nuovi prodotti.
La discussione che propongo è relativa quindi al modo più opportuno e conveniente per realizzare quest'ultima parte del progetto utilizzando i criteri dell'EoW tanto per l'FRP, proveniente da scarti o da fine vita dei prodotti, che per l'EPS proveniente da rifiuto.
Se questo potesse essere possibile, quali codici CER e R sarebbe il caso di utilizzare?
Grazie.
Antimo Di Martino
Il progetto ELB sostiene di poter gestire il fine vita di alcuni prodotti complessi, quali un'unità nautica o uno stampo, attraverso il riuso di alcuni componenti e il riciclo di alcuni materiali.
Per quanto riguarda le plastiche rinforzate (l'FRP, vetroresina e carboresina), di quantità particolarmente rilevanti in una unità nautica o in una pala eolica, si prevede invece un trattamento di up-cycling utilizzando una nuova tecnologia che emulsiona fisicamente l'EPS e l'FRP costituendo così un nuovo compound perfettamente utilizzabile per costituire nuovi prodotti.
La discussione che propongo è relativa quindi al modo più opportuno e conveniente per realizzare quest'ultima parte del progetto utilizzando i criteri dell'EoW tanto per l'FRP, proveniente da scarti o da fine vita dei prodotti, che per l'EPS proveniente da rifiuto.
Se questo potesse essere possibile, quali codici CER e R sarebbe il caso di utilizzare?
Grazie.
Antimo Di Martino
antimo di martino- Membro della community
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Re: Unità complesse a fine vita (imbarcazioni, pale eoliche) e recupero di materia
Paisà, innanzi tutto complimenti per il solo fatto che ci abbiate pensato.antimo di martino ha scritto:
La discussione che propongo è relativa quindi al modo più opportuno e conveniente per realizzare quest'ultima parte del progetto utilizzando i criteri dell'EoW tanto per l'FRP, proveniente da scarti o da fine vita dei prodotti, che per l'EPS proveniente da rifiuto.
Se questo potesse essere possibile, quali codici CER e R sarebbe il caso di utilizzare?
Grazie.
Antimo Di Martino
Detto ciò, tocca a me chiedere: per FRP intendiamo le fibre polimeriche rinforzate e per EPS il polistirolo espanso sinterizzato?
Intendo chiedere, in particolare, se rispetto a vetroresine e carboresina parliamo di materiali non di tipo composito inorganico/organico quanto di materiali esclusivamente organici.
Sperando di avere imbroccato l'ipotesi, letto il tutto alla luce della gestione di "rifiuti", un discorso riguarda gli scarti residuali di produzione, quindi residui di produzione che se considerati rifiuti dovrebbero essere codificati con 07 02 13 ma forse solo limitatamente a FRP ed EPS (la vetroresina tecnicamente non è "plastica", è appunto un composito), un discorso è se stiamo parlando di prodotti in fine vita e quindi sottoposti in teoria a demolizione, ma nella famiglia 17 con questo termine ci si riferisce solo alle strutture immobili, ed una barca tutto è tranne che immobile, per definizione. Per questo motivo, io ritengo che il codice più appropriato per ciò che deriva dalla "demolizione" di uno scafo possa essere il 16 01 19. Il discorso come vedi è decisamente molto complesso e ancee molto interessante, lo riprendo appena avrò il tempo, spero tra breve!
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sto ancora cercando un aforisma che mi identifichi senza confondimenti indesiderati, ma non c'è.
Aurora Brancia- Moderatrice
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Re: Unità complesse a fine vita (imbarcazioni, pale eoliche) e recupero di materia
Sì è proprio così.
L'FRP (vetroresina e carboresina) provengono da scarti di lavorazione o, in caso di demolizione, per l'appunto da questa lavorazione che, per le complessità dell'operazione, preferiamo individuare come disassemblaggio.
Per quanto riguarda l'EPS, invece, ci piace pensare che esso, specialmente le schiume di polistirolo, provenga più direttamente dal ciclo dei rifiuti urbani (imballaggi, mercati del pesce, etc.).
Circa il CER 07 02 13 (quello più propriamente indicato per gli "scarti di produzione") e tra l'altro è già inserito nel DM 22/98 in materia di recupero dei materiali.
L'FRP (vetroresina e carboresina) provengono da scarti di lavorazione o, in caso di demolizione, per l'appunto da questa lavorazione che, per le complessità dell'operazione, preferiamo individuare come disassemblaggio.
Per quanto riguarda l'EPS, invece, ci piace pensare che esso, specialmente le schiume di polistirolo, provenga più direttamente dal ciclo dei rifiuti urbani (imballaggi, mercati del pesce, etc.).
Circa il CER 07 02 13 (quello più propriamente indicato per gli "scarti di produzione") e tra l'altro è già inserito nel DM 22/98 in materia di recupero dei materiali.
antimo di martino- Membro della community
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Re: Unità complesse a fine vita (imbarcazioni, pale eoliche) e recupero di materia
ho letto con la dovuta attenzione la cosa e mi sento di sottoscrivere i 2 CER indicati da Aurora.
Per quanto concerne invece il polistirolo, trattandodi di imballaggi provenienti dal ciclo di raccolta dei RSU, considerando che "i vostri fornitori", previa selezione, potrebberio essere gli stessi centri di raccolta dei RSU, il CER da considerare è il 19.12.04 mentre, in caso di raccolta diretta presso i produttori, pur "tirato un pò per i capelli", non trattandosi propriamente di plastica, suggerirei il 15.01.02.
Per quanto concerne invece il polistirolo, trattandodi di imballaggi provenienti dal ciclo di raccolta dei RSU, considerando che "i vostri fornitori", previa selezione, potrebberio essere gli stessi centri di raccolta dei RSU, il CER da considerare è il 19.12.04 mentre, in caso di raccolta diretta presso i produttori, pur "tirato un pò per i capelli", non trattandosi propriamente di plastica, suggerirei il 15.01.02.
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si deficit fenum accipe stramen
cirillo- Moderatore
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Re: Unità complesse a fine vita (imbarcazioni, pale eoliche) e recupero di materia
Tranquillo con il 150102, anche senza tirare i capelli al povero cirillo. Il polistirene e' un polimero che, se di provenienza domestica, e' accettato anche da Corepla.
Ti consiglio anche di leggere un'interessante sentenza della cassazione (di cui, al momento, non sono in grado di fornirti gli estremi, ma la trovi facilmente in rete con una ricerca per parole chiave), nella quale, con riferimento a navi, dunque imbarcazioni di grosse dimensioni, i giudici affermano:
1) Che la nave in se non debba essere considerata rifiuto
2) Conseguentemente, che le attivita' di disassemblaggio della stessa non si configurano come gestione di rifiuto bensi' come attivita' di demolizione.
Per cui resterebbe aperta una porta al capitolo 17, ma immagino (confesso di non averla letta per esteso) che in questo discorso assuma rilevanza il fattore dimensionale e che non sia estendibile per analogia a qualsiasi natante.
Ti consiglio anche di leggere un'interessante sentenza della cassazione (di cui, al momento, non sono in grado di fornirti gli estremi, ma la trovi facilmente in rete con una ricerca per parole chiave), nella quale, con riferimento a navi, dunque imbarcazioni di grosse dimensioni, i giudici affermano:
1) Che la nave in se non debba essere considerata rifiuto
2) Conseguentemente, che le attivita' di disassemblaggio della stessa non si configurano come gestione di rifiuto bensi' come attivita' di demolizione.
Per cui resterebbe aperta una porta al capitolo 17, ma immagino (confesso di non averla letta per esteso) che in questo discorso assuma rilevanza il fattore dimensionale e che non sia estendibile per analogia a qualsiasi natante.
Admin- Amministratore
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Re: Unità complesse a fine vita (imbarcazioni, pale eoliche) e recupero di materia
Grazie delle indicazioni.
Resta un grosso dubbio: per attivare un progetto di questo tipo c'è la necessità di individuare un sistema infrastrutturale sul territorio in grado di trattare adeguatamente innanzitutto le difficoltà di disassemblaggio di prodotti (unità nautiche e similari) che per loro natura e materiali utilizzati, risultano di una certa complessità, soprattutto dal punto di vista economico.
Per questo ritengo che, sia l'attività di disassemblaggio che la successiva gestione dei singoli materiali derivati dal disassemblaggio, debbano essere finalizzati al recupero per ridurre i costi di gestione di detti rifiuti e/o degli scarti e/o dei sottoprodotti.
Il tutto, quindi, credo, dovrebbe essere reso più semplice se in presenza delle tecnologie adeguate di riferimento (quali quella del citato up-cycling del FRP e dell'EPS) che permettano il recupero della materia.
Per dette categorie di materiali derivanti da produzione o da disassemblaggio o da rifiuto (EPS) quali potrebbero essere i codici R da utilizzare?
Grazie
Antimo Di Martino
Resta un grosso dubbio: per attivare un progetto di questo tipo c'è la necessità di individuare un sistema infrastrutturale sul territorio in grado di trattare adeguatamente innanzitutto le difficoltà di disassemblaggio di prodotti (unità nautiche e similari) che per loro natura e materiali utilizzati, risultano di una certa complessità, soprattutto dal punto di vista economico.
Per questo ritengo che, sia l'attività di disassemblaggio che la successiva gestione dei singoli materiali derivati dal disassemblaggio, debbano essere finalizzati al recupero per ridurre i costi di gestione di detti rifiuti e/o degli scarti e/o dei sottoprodotti.
Il tutto, quindi, credo, dovrebbe essere reso più semplice se in presenza delle tecnologie adeguate di riferimento (quali quella del citato up-cycling del FRP e dell'EPS) che permettano il recupero della materia.
Per dette categorie di materiali derivanti da produzione o da disassemblaggio o da rifiuto (EPS) quali potrebbero essere i codici R da utilizzare?
Grazie
Antimo Di Martino
antimo di martino- Membro della community
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Re: Unità complesse a fine vita (imbarcazioni, pale eoliche) e recupero di materia
Ciao Antonio,
L'attribuzion delle R e' un problema, non insormontabile, che ricade in un'attivita' piu' ampia. Le attivita' di recupero da te descritte, non essendo puntualmente disciplinate dal DM 5 febbraio 1998, devono essere preventivamente autorizzate dalla Regione competente ovvero, ove previsto, dalla Provincia delegata con legge regionale.
Dovrete presentare un progetto.
Mi pare di capire che le imbarcazioni non saranno smontate nel porto, ma trasportate in impianto, per cui, a mio avviso andranno gestite sin da subito come rifiuto, con tutto quel che ne consegue. Il disassemblaggio stesso (R13?) rientrera' nelle attivita' da farsi autorizzare.
L'attribuzion delle R e' un problema, non insormontabile, che ricade in un'attivita' piu' ampia. Le attivita' di recupero da te descritte, non essendo puntualmente disciplinate dal DM 5 febbraio 1998, devono essere preventivamente autorizzate dalla Regione competente ovvero, ove previsto, dalla Provincia delegata con legge regionale.
Dovrete presentare un progetto.
Mi pare di capire che le imbarcazioni non saranno smontate nel porto, ma trasportate in impianto, per cui, a mio avviso andranno gestite sin da subito come rifiuto, con tutto quel che ne consegue. Il disassemblaggio stesso (R13?) rientrera' nelle attivita' da farsi autorizzare.
Admin- Amministratore
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Re: Unità complesse a fine vita (imbarcazioni, pale eoliche) e recupero di materia
Il progetto prevede, per ridurre anche i costi di trasporto (molto rilevanti), di realizzare i centri per il disassemblaggio in aziende abilitate già esistenti o di nuova costituzione in sedi ad esempio dismesse, sul mare.
In questo caso andrebbe sempre attribuito un codice CER?
E se sì, quale potrebbe essere il più indicato?
Quelli della serie 16, potrebbero andare bene, ritenendo un'unità nautica un veicolo in quanto trasporta cose e persone?
In questo caso andrebbe sempre attribuito un codice CER?
E se sì, quale potrebbe essere il più indicato?
Quelli della serie 16, potrebbero andare bene, ritenendo un'unità nautica un veicolo in quanto trasporta cose e persone?
antimo di martino- Membro della community
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Re: Unità complesse a fine vita (imbarcazioni, pale eoliche) e recupero di materia
I codici del capitolo 16 non si applicano solo ai veicoli ma anche a quei rifiuti che non è possibile classificare in altri capitoli sono quindi dei codici generici che già qualcuno nella discussione ha suggerito.
Va da sè però che se le unità nautiche sono ritirare dai porti (?) già come rifiuti allora i materiali che verranno disassemblati non potranno più essere considerati con i codici 17 o 15 che sono stati suggeriti in apertura di discussione. dovremo per forza di cosa andare a leggere il capitolo 19.
Per quanto riguarda le autorizzazioni se è pur vero che il Dm 5 Febbraio 1998 non prevede in maniera esplicita questo tipo di trattamento, esistono già strutture simili (o almeno esistevano dalle mie parti fino a due anni fa) che operavano su unità nautiche. Quindi sarebbe sufficiente fare un giro negli uffici regionali e/o provinciali ed iniziare a raccogliere informazioni.
Va da sè però che se le unità nautiche sono ritirare dai porti (?) già come rifiuti allora i materiali che verranno disassemblati non potranno più essere considerati con i codici 17 o 15 che sono stati suggeriti in apertura di discussione. dovremo per forza di cosa andare a leggere il capitolo 19.
Per quanto riguarda le autorizzazioni se è pur vero che il Dm 5 Febbraio 1998 non prevede in maniera esplicita questo tipo di trattamento, esistono già strutture simili (o almeno esistevano dalle mie parti fino a due anni fa) che operavano su unità nautiche. Quindi sarebbe sufficiente fare un giro negli uffici regionali e/o provinciali ed iniziare a raccogliere informazioni.
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La regola d'oro per postare un nuovo argomento: Usa il tasto cerca (tranquillo non esplode nulla), poi leggi i vari topic....e se proprio non trovi quello che cerchi apri un nuovo topic.
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Re: Unità complesse a fine vita (imbarcazioni, pale eoliche) e recupero di materia
Ancora una domanda: ma per i veicoli fuori uso, 16 01 04, mi pare di aver capito si tratti unicamente (lo ho letto da qualche parte nel forum) di veicoli a 3 o 4 ruote, come si fa se il trattamento di rottamazione (o disassemblaggio) generi categorie di rifiuto (che sò l'acciaio) che possono essere riutilizzati? Le varie categorie di sotto-rifiuto non possono essere individuate per avviarle a filiere, ad esempio, di recupero specifiche ma in ogni caso diverse dal rifiuto complesso originario 16 01 04?
Quanto al fatto che un'unità nautica avviata al centro di raccolta diventi un rifiuto avevo letto da qualche parte che essa diventa rifiuto quando il detentore che la possiede decida di disfarsene ma, credo, che il centro la potrebbe prendere in consegna anche solo per custodirla in attesa di una ipotetica vendita.
Quando poi ci fosse uno specifico atto decisivo del proprietario o del cantiere detentore di distruggerla o meglio di disassemblarla, si genererebbe la necessità di individuare direttamente i vari rifiuti che si generino dal disassemblaggio stesso, saltando così la tappa di classificare l'unità come rifiuto "complesso" (nel caso citato 16 01 04).
Sicuramente sbaglio ma mi fate sapere se possa avere un senso la mia ipotesi?
Grazie
Quanto al fatto che un'unità nautica avviata al centro di raccolta diventi un rifiuto avevo letto da qualche parte che essa diventa rifiuto quando il detentore che la possiede decida di disfarsene ma, credo, che il centro la potrebbe prendere in consegna anche solo per custodirla in attesa di una ipotetica vendita.
Quando poi ci fosse uno specifico atto decisivo del proprietario o del cantiere detentore di distruggerla o meglio di disassemblarla, si genererebbe la necessità di individuare direttamente i vari rifiuti che si generino dal disassemblaggio stesso, saltando così la tappa di classificare l'unità come rifiuto "complesso" (nel caso citato 16 01 04).
Sicuramente sbaglio ma mi fate sapere se possa avere un senso la mia ipotesi?
Grazie
antimo di martino- Membro della community
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Re: Unità complesse a fine vita (imbarcazioni, pale eoliche) e recupero di materia
Il problema di fondo è che a monte occorre decidere con cosa si ha a che fare. Non è possibile ipotizzare di prendere una barca portarsela a spasso, parcheggiarla e poi decidere un giorno se è un rifiuto, un rottame o altro.
Se il centro che dovrà operare il disassemblaggio dovrà essere un centro di recupero rifiuti allora la barca parte come rifiuto; se il centro sarà di riparazione o simili allora la barca verrà movimentata come un bene.
Nulla vieta ovviamente che si possa destinare un'area di questo centro a mero deposito o rimessaggio ma occorre avere le idee chiare dall'inizio per poter sviluppare un progetto concreto.
Per quanto riguarda la questione dei codici:
Dalle operazioni di trattamento sui rifiuti le parti disassemblate verranno ad assumere i codici del capitolo 19 che sono propri degli impianti di trattamento.
Se il centro che dovrà operare il disassemblaggio dovrà essere un centro di recupero rifiuti allora la barca parte come rifiuto; se il centro sarà di riparazione o simili allora la barca verrà movimentata come un bene.
Nulla vieta ovviamente che si possa destinare un'area di questo centro a mero deposito o rimessaggio ma occorre avere le idee chiare dall'inizio per poter sviluppare un progetto concreto.
Per quanto riguarda la questione dei codici:
Dalle operazioni di trattamento sui rifiuti le parti disassemblate verranno ad assumere i codici del capitolo 19 che sono propri degli impianti di trattamento.
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VdT- Moderatore
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Re: Unità complesse a fine vita (imbarcazioni, pale eoliche) e recupero di materia
GRAZIE.
Antimo Di Martino
Antimo Di Martino
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Re: Unità complesse a fine vita (imbarcazioni, pale eoliche) e recupero di materia
scusate se vado OT:
l'argomento è molto interessante, ho sfrugugliato il mio archivio ma cose direttamente inerenti il tema non le ho, però gugoolando con end of life ships ci sono molte cose stimolanti, tra le varie segnalo:
http://www.fidh.org/IMG/pdf/shipbreaking2005a.pdf
a pag 50 c'è una foto che dedico ad Aurora.
Tra le varie proposte di modifica del CER ce n'è una (spero sia ancora valida) che prevedeva 21 codici nuovi proprio per i rifiuti da demolizione navi.
Certo che dal vecchio pedalò alla Costa Concordia le casistiche sono molto varie
l'argomento è molto interessante, ho sfrugugliato il mio archivio ma cose direttamente inerenti il tema non le ho, però gugoolando con end of life ships ci sono molte cose stimolanti, tra le varie segnalo:
http://www.fidh.org/IMG/pdf/shipbreaking2005a.pdf
a pag 50 c'è una foto che dedico ad Aurora.
Tra le varie proposte di modifica del CER ce n'è una (spero sia ancora valida) che prevedeva 21 codici nuovi proprio per i rifiuti da demolizione navi.
Certo che dal vecchio pedalò alla Costa Concordia le casistiche sono molto varie
homer- Utente Attivo
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Re: Unità complesse a fine vita (imbarcazioni, pale eoliche) e recupero di materia
homer ha scritto:
a pag 50 c'è una foto che dedico ad Aurora.
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sto ancora cercando un aforisma che mi identifichi senza confondimenti indesiderati, ma non c'è.
Aurora Brancia- Moderatrice
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Località : Napoli
Re: Unità complesse a fine vita (imbarcazioni, pale eoliche) e recupero di materia
In merito al fine vita delle navi esiste qualcosa, ad esempio le ISO della serie 30000.
Queste però trattano, per l'appunto, di navi che generalmente sono realizzate in acciaio e come risaputo molto spesso si vanno a spiaggiare in Bangladesh dove vengono avviate (in qualche modo) a riciclo senza alcuna precauzione per la salute degli operai e per l'ambiente. In Europa esistono documenti specifici COM 2007/575 e COM (2008) 797 poi recepiti dal documento programmatico "an integrated maritime for the european union" ma come detto riguardano le navi. Esistono inoltre normative europea per le barche da pesca ma anche in questo caso non esitono linee guida per operare secondo tecniche e sistemi di corretto trattamento.
In Italia, presso l'UNI, abbiamo realizzato un progetto di norma sul TRATTAMENTO A FINE VITA DELLE UNITA' DA DIPORTO, NAVIGLIO MINORE E ATTREZZATURE che dovrebbe aver superato la fare di istanza pubblica e che affronta la problematica riferendosi tanto al progetto ELB (già citato) che alla legislazione vigente sui rifiuti.
Queste però trattano, per l'appunto, di navi che generalmente sono realizzate in acciaio e come risaputo molto spesso si vanno a spiaggiare in Bangladesh dove vengono avviate (in qualche modo) a riciclo senza alcuna precauzione per la salute degli operai e per l'ambiente. In Europa esistono documenti specifici COM 2007/575 e COM (2008) 797 poi recepiti dal documento programmatico "an integrated maritime for the european union" ma come detto riguardano le navi. Esistono inoltre normative europea per le barche da pesca ma anche in questo caso non esitono linee guida per operare secondo tecniche e sistemi di corretto trattamento.
In Italia, presso l'UNI, abbiamo realizzato un progetto di norma sul TRATTAMENTO A FINE VITA DELLE UNITA' DA DIPORTO, NAVIGLIO MINORE E ATTREZZATURE che dovrebbe aver superato la fare di istanza pubblica e che affronta la problematica riferendosi tanto al progetto ELB (già citato) che alla legislazione vigente sui rifiuti.
antimo di martino- Membro della community
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