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Smaltimento per laboratori ottica
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Smaltimento per laboratori ottica
Buon giorno, sapete dirmi che codici CER usa un laboratorio di ottica?
Fabio Quirici- Membro della community
- Messaggi : 42
Data d'iscrizione : 26.05.10
Età : 47
Località : roma
Re: Smaltimento per laboratori ottica
non ti so dire che codici usano, ma conoscendo come lavorano i laboratori ti posso dire alcuni dei codici che dovrebbero avere.
I pezzi di lenti in vetro ottico residuali dal taglio possono avere codice 16 03 04, ma anche 16 03 03* per alcune particolari lenti ad alto tenore di robe strane (berillio, per fare un esempio), ma io -visto che adesso ci abbiamo il 184-bis piuttosto chiaro- tenderei a considerare tali pezzi residuali dal taglio come "sottoprodotti" che possono tranquillamente essere rivenduti, anche in conto lavorazione, ai produttori delle lenti che riforniscono il laboratorio; quando parliamo di lenti di natura organica (gran bella cosa cosa, leggerissime!) se proprio non è praticabile la pari suggerita e calzante soluzione di sottoprodotto dobbiamo andare in famiglia 12, e per la precisione in 12 01 05, NP senza specchio.
Poi, ci possono essere i liquidi per il bagno di colorazione e relativo eventuale fissaggio, che si fa per le lenti che arrivano neutre, e lì andiamo in famiglia 08 sottofamiglia 01, ma le due cifre finali dipendono dalla etichettatura del liquido di colorazione. Mi rendo conto che scrivere "pitture e vernici" su una tanica che contiene un liquido colorato davvero liquidissimo possa destare sorpresa, tuttavia anche lo stesso trattamento antiriflesso si esegue con prodotti che si chiamano proprio "vernici antiriflesso".
La definizione da vocabolario del termine vernice infatti è: Sostanza liquida di varia densità costituita da soluzioni o miscele, incolori o colorate con particolari sostanze, che, applicate in strato sottile su una superficie, solidificano rapidamente formando un rivestimento che ha funzioni protettive o decorative. Giusto per spendere qualche parola sul fatto che a furia di usare certe parole confondendole con altre in accezione comune ce ne facciamo un'idea confusa, appunto, sappiate che c'è una norma UNI del 1985 (la 8752) che fa grosso modo questa distinzione:
Sto cercando di pensare se il mio ottico produce altri rifiuti, ma francamente non me ne vengono in mente altri.
I pezzi di lenti in vetro ottico residuali dal taglio possono avere codice 16 03 04, ma anche 16 03 03* per alcune particolari lenti ad alto tenore di robe strane (berillio, per fare un esempio), ma io -visto che adesso ci abbiamo il 184-bis piuttosto chiaro- tenderei a considerare tali pezzi residuali dal taglio come "sottoprodotti" che possono tranquillamente essere rivenduti, anche in conto lavorazione, ai produttori delle lenti che riforniscono il laboratorio; quando parliamo di lenti di natura organica (gran bella cosa cosa, leggerissime!) se proprio non è praticabile la pari suggerita e calzante soluzione di sottoprodotto dobbiamo andare in famiglia 12, e per la precisione in 12 01 05, NP senza specchio.
Poi, ci possono essere i liquidi per il bagno di colorazione e relativo eventuale fissaggio, che si fa per le lenti che arrivano neutre, e lì andiamo in famiglia 08 sottofamiglia 01, ma le due cifre finali dipendono dalla etichettatura del liquido di colorazione. Mi rendo conto che scrivere "pitture e vernici" su una tanica che contiene un liquido colorato davvero liquidissimo possa destare sorpresa, tuttavia anche lo stesso trattamento antiriflesso si esegue con prodotti che si chiamano proprio "vernici antiriflesso".
La definizione da vocabolario del termine vernice infatti è: Sostanza liquida di varia densità costituita da soluzioni o miscele, incolori o colorate con particolari sostanze, che, applicate in strato sottile su una superficie, solidificano rapidamente formando un rivestimento che ha funzioni protettive o decorative. Giusto per spendere qualche parola sul fatto che a furia di usare certe parole confondendole con altre in accezione comune ce ne facciamo un'idea confusa, appunto, sappiate che c'è una norma UNI del 1985 (la 8752) che fa grosso modo questa distinzione:
Poi, ci saranno naturalmente gli imballaggi di quello che arriva, e lì stiamo in famiglia 15 ovvero, per gli scatoli in cartone o i contenitori in plastica puliti assimilabili agli urbani se conferiti al servizio urbano di raccolta, privi di codice CER al conferimento in raccolta che poi ci pensa il servizio urbano ad assegnare loro il codice avviandoli a recupero (spero).«pittura» = decorazione colorata con prodotto coprente filmogeno;
«tinta» = decorazione colorata con prodotto coprente non filmogeno
«vernice» =decorazione protetta con prodotto trasparente filmogeno;
Sto cercando di pensare se il mio ottico produce altri rifiuti, ma francamente non me ne vengono in mente altri.
Aurora Brancia- Moderatrice
- Messaggi : 3848
Data d'iscrizione : 02.09.11
Età : 71
Località : Napoli
Re: Smaltimento per laboratori ottica
Grazie mille
Fabio Quirici- Membro della community
- Messaggi : 42
Data d'iscrizione : 26.05.10
Età : 47
Località : roma
Re: Smaltimento per laboratori ottica
Riporto in auge questa discussione per sapere se qualcuno di voi si è mai scontrato con l'assegnazione del codice CER ai fanghi da molatura delle lenti ottiche?
_________________
La regola d'oro per postare un nuovo argomento: Usa il tasto cerca (tranquillo non esplode nulla), poi leggi i vari topic....e se proprio non trovi quello che cerchi apri un nuovo topic.
VdT- Moderatore
- Messaggi : 1865
Data d'iscrizione : 23.02.10
Età : 42
Località : Bari e provincia
Re: Smaltimento per laboratori ottica
Tre anni fa abbiamo preso un cliente che rivende lenti e, a richiesta, le sagoma.
Smaltisce un rifiuto che ha la consistenza della ricotta e pure visivamente le assomiglia.
Loro lo hanno sempre classificato con CER 10.11.05
Io ho diversi dubbi sulla giusta attribuzione di questo CER:
- oramai il 90% delle lenti non sono più in vetro
- non è proprio un processo termico quello da cui deriva il rifiuto.
Smaltisce un rifiuto che ha la consistenza della ricotta e pure visivamente le assomiglia.
Loro lo hanno sempre classificato con CER 10.11.05
Io ho diversi dubbi sulla giusta attribuzione di questo CER:
- oramai il 90% delle lenti non sono più in vetro
- non è proprio un processo termico quello da cui deriva il rifiuto.
Bottins- Utente Attivo
- Messaggi : 98
Data d'iscrizione : 30.12.10
Età : 31
Località : Provincia di Milano
Re: Smaltimento per laboratori ottica
L'idea della ricotta non è male......
Allora per le lenti in vetro il CER meno peggio (a mio parere) potrebbe essere proprio il 10.11.05 o anche un 10.11.12
E' vero che molare una lente non è un processo termico in senso stretto, ma arrivare a fare una lente finita (in vetro) richiede fasi termiche - la fusione e fasi non termiche la molatura.
Ciò, daltronde vale per qualunque oggetto di vetro, ci sono fasi di finitura non termiche, ma penso che la ratio della norma sia quella di individuare la derivazione "principale"
Per le lenti sintetiche = plastiche mi orienterei sul 12.01.05 o forse meglio sul 12.01.15
Allora per le lenti in vetro il CER meno peggio (a mio parere) potrebbe essere proprio il 10.11.05 o anche un 10.11.12
E' vero che molare una lente non è un processo termico in senso stretto, ma arrivare a fare una lente finita (in vetro) richiede fasi termiche - la fusione e fasi non termiche la molatura.
Ciò, daltronde vale per qualunque oggetto di vetro, ci sono fasi di finitura non termiche, ma penso che la ratio della norma sia quella di individuare la derivazione "principale"
Per le lenti sintetiche = plastiche mi orienterei sul 12.01.05 o forse meglio sul 12.01.15
_________________
Un vale più di mille parole!
Ma, a volte è ancora meglio!
isamonfroni- Moderatrice
- Messaggi : 12744
Data d'iscrizione : 18.10.10
Età : 67
Località : roma
Re: Smaltimento per laboratori ottica
Grazie ragazzi, avevo optato anch'io per i codici 10 dopo aver riflettuto un po su come stavano le cose. Vedo che non mi sono sbilanciato poi molto.
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VdT- Moderatore
- Messaggi : 1865
Data d'iscrizione : 23.02.10
Età : 42
Località : Bari e provincia
Re: Smaltimento per laboratori ottica
quoto integralmente Isa, alla quale va sempre il mio sommesso ma sentitissimo ringraziamento sociale per essere tra coloro - non certo diffusi nè numerosi - che hanno messo a fuoco come si assegna un codice, ed aggiungo che anche io tra 10 11 05 e 10 11 12 ritengo che il secondo sia più "attagliato" alla fattispecie.
Lo penso in base alla amara considerazione che, in sede di compilazione del FIR, ad un controllore poco informato risultarebbe facilmente contestabile lo stato fisico "fangoso palabile" a fronte di una nome codificato del rifiuto "polveri e particolato dalla fabbbricazione di prodotti di vetro", che fanno istintivamente pensare a qualcosa di asciutto, sottilissimo ed appunto pulverulento, ed anche dettagliando la natura del rifiuto nel campo "descrizione" non è detto che si elimini il rischio di fraintendimento.
Lo penso in base alla amara considerazione che, in sede di compilazione del FIR, ad un controllore poco informato risultarebbe facilmente contestabile lo stato fisico "fangoso palabile" a fronte di una nome codificato del rifiuto "polveri e particolato dalla fabbbricazione di prodotti di vetro", che fanno istintivamente pensare a qualcosa di asciutto, sottilissimo ed appunto pulverulento, ed anche dettagliando la natura del rifiuto nel campo "descrizione" non è detto che si elimini il rischio di fraintendimento.
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sto ancora cercando un aforisma che mi identifichi senza confondimenti indesiderati, ma non c'è.
Aurora Brancia- Moderatrice
- Messaggi : 3848
Data d'iscrizione : 02.09.11
Età : 71
Località : Napoli
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