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Scarti da produzione di materie plastiche: sottoprodotto, MPS o Rifiuto?
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SistriForum - Il social network italiano sui rifiuti :: Questioni generali :: Classificazione :: Sottoprodotti
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Scarti da produzione di materie plastiche: sottoprodotto, MPS o Rifiuto?
Buongiorno,
ho un dubbio (uno si fa per dire) che rigurda gli scarti di produzione di un azienda che produce materie plastiche. Questa azienda già rivende i propri scarti ad un impresa che li acquista già pressate ed imballate solo con DDT come se fosse MPS...secondo voi è corretto?
Io se non ricordo male per essere MPS occorre che i materiali escano da una operazione di recupero rifiuti....
I sottoprodotti scaturiscono invece anche da una semplice produzione aziendale...
Ma a mio modo di vedere l'azienda che li produce deve pur disfarsene e quindi sarebbe un rifiuto...
secondo voi quel'è il metodo corretto per l'azienda di vendere questi scarti di produzione??
ho un dubbio (uno si fa per dire) che rigurda gli scarti di produzione di un azienda che produce materie plastiche. Questa azienda già rivende i propri scarti ad un impresa che li acquista già pressate ed imballate solo con DDT come se fosse MPS...secondo voi è corretto?
Io se non ricordo male per essere MPS occorre che i materiali escano da una operazione di recupero rifiuti....
I sottoprodotti scaturiscono invece anche da una semplice produzione aziendale...
Ma a mio modo di vedere l'azienda che li produce deve pur disfarsene e quindi sarebbe un rifiuto...
secondo voi quel'è il metodo corretto per l'azienda di vendere questi scarti di produzione??
recuperando- Membro della community
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Re: Scarti da produzione di materie plastiche: sottoprodotto, MPS o Rifiuto?
ti copioincollo le indicazioni dell'art. 184- bis:recuperando ha scritto:
ho un dubbio (uno si fa per dire) che rigurda gli scarti di produzione di un azienda che produce materie plastiche.
I sottoprodotti scaturiscono invece anche da una semplice produzione aziendale...
a) la sostanza o l’oggetto è originato da un processo di produzione, di cui costituisce parte integrante, e il cui scopo primario non è la produzione di tale sostanza od oggetto;
b) è certo che la sostanza o l’oggetto sarà utilizzato, nel corso dello stesso o di un successivo processo di produzione o di utilizzazione, da parte del produttore o di terzi;
c) la sostanza o l’oggetto può essere utilizzato direttamente senza alcun ulteriore trattamento diverso dalla normale pratica industriale;
d) l’ulteriore utilizzo è legale, ossia la sostanza o l’oggetto soddisfa, per l’utilizzo specifico, tutti i requisiti pertinenti riguardanti i prodotti e la protezione della salute e dell’ambiente e non porterà a impatti complessivi negativi sull’ambiente o la salute umana.
Fammi capire, la cosa che ti fa sorgere il dubbio è che li impacchettino e lo vendano correttamente con un DdT ? e come si dovrebbe far viaggiare, secondo te, un sottoprodotto?
L'unica condizione che distingue un "rifiuto di processo" da un "sottoprodotto di processo" è la natura merceologica. Se stiamo parlando di natura merceologica assolutamente uguale, e l'unica cosa che cambia tra podotto e sottoprodotto è il suo aspetto esteriore, per come la vedo io non era un "rifiuto" nemmeno prima, se non giuridicamente perchè il produttore se ne "disfaceva" materialmente, ma secondo me, vendere contro corrispettivo qualcosa non è disfarsene, è appunto vendere.
Ed anzi l'obbligo a dover trattare come "rifiuti" tutti indistintamente i sottoprodotti che non avessero almeno la "sagoma" che assomigliava al prodotto fiinito (penso per esempio ai jeans scartellinati affianco ai ritagli di stoffa jeans, che secondo me pure sono sempre stati sottoprodotti dello stesso tipo ma vo0n differente valore commerciale) sia stata una indebita penalizzazione a carico dei produttori ed un altrettanto indebito sostegno di stato alla categoria dei trasportatori di rifiuti, quando non peggio.
Anche il prosciuttificio o il caseificio si disfano a prezzo più basso di prosciutti e formaggi che non sono usciti di qualità eccellente, ed infatti li vendono a meno, ma tuttavia sono prodotti di minor pregio ovvero "sottoprodotti", così come anche il salumiere si disfa di prosciutti e formaggi, anzi addirittura se ne disfa anche "a pezzi": si dà però il caso che questa maniera di disfarsi di un qualcosa si chiami vendita al dettaglio.
Vorremmo forse dire che i consorzi di fliliera che in questi giorni stanno giustissimamente cercando di corsa di vendere le forme di grana e di parmigiano o i prosciutti ancora igienicamente commestibili stanno facendo traffico illecito di rifiuti ovvero stanno violando a fini di lucro le norme di commercializzazione di prodotti alimentari "con l'aggravante" di far mangiare rifiuti alla gente? Li vogliamo forse far finire tutti a compostaggio bruciando milioni euro adesso indispensabili più che mai e affamando il mercato ???
E ma per cortesia!
Aurora Brancia- Moderatrice
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Re: Scarti da produzione di materie plastiche: sottoprodotto, MPS o Rifiuto?
Oddio Aurora, mo l'hai detto..........
Scommettiamo che domani salta fuori qualche bello spirito di sbirretto che si mette a sanzionare qualcuno per smaltimento illecito del parmigiano?
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isamonfroni- Moderatrice
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Re: Scarti da produzione di materie plastiche: sottoprodotto, MPS o Rifiuto?
Grazie Aurora per il tuo contributo...se avessi un decimo del tuo sapere non farei certe domande....
Per una cosa mi trovi in disaccordo.... tu hai scritto "vendere contro corrispettivo qualcosa non è disfarsene, è appunto vendere."
Io penso che sia possibile anche disfarsi di qualcosa, anche un rifiuto, ricavando denaro a prescindere dai sottoprodotti.
Se per esempio un impianto di trattamento RAEE acquista 1ton di schede madri da un CAT, queste non sono rifiuti? non dovrebbero viaggiare con FIR 16.02.16? Penso non basti un DDT anche se il CAT le sta vendendo e contemporaneamente se ne disfa !?
Spero solo che i miei quesiti non siano troppo ovvi e stupidi, io vi chiedo scusa in anticipo per la mia mancanza di conoscenza approfondita della materia,ma sono passato dal settore commerciale a gestire rifiuti da un giorno all'altro....sono maturato come le fragole...
Un altro esempio che mi da da pensare è il fatto che come piccolo impianto di recupero paghiamo un supermercato che ci conferisce i propri cartoni che pressa ed imballa direttamente...Tutto ovviamente viene trasportato con FIR 15.01.01
Anche qui c'è compravendita di rifiuti...Il supermercato se ne disfa e ci guadagna....
E anche qui mi viene da pensare.....ma non fanno trattamento di rifiuti? li selezionano, li pressano e li imballano......praticamente quello che facciamo noi qui....solo che poi noi rivendiamo come MPS con DDT e non con FIR...
Niente mi sa che ci vuole un altra serie di corsi intensivi sui rifiuti......
Per una cosa mi trovi in disaccordo.... tu hai scritto "vendere contro corrispettivo qualcosa non è disfarsene, è appunto vendere."
Io penso che sia possibile anche disfarsi di qualcosa, anche un rifiuto, ricavando denaro a prescindere dai sottoprodotti.
Se per esempio un impianto di trattamento RAEE acquista 1ton di schede madri da un CAT, queste non sono rifiuti? non dovrebbero viaggiare con FIR 16.02.16? Penso non basti un DDT anche se il CAT le sta vendendo e contemporaneamente se ne disfa !?
Spero solo che i miei quesiti non siano troppo ovvi e stupidi, io vi chiedo scusa in anticipo per la mia mancanza di conoscenza approfondita della materia,ma sono passato dal settore commerciale a gestire rifiuti da un giorno all'altro....sono maturato come le fragole...
Un altro esempio che mi da da pensare è il fatto che come piccolo impianto di recupero paghiamo un supermercato che ci conferisce i propri cartoni che pressa ed imballa direttamente...Tutto ovviamente viene trasportato con FIR 15.01.01
Anche qui c'è compravendita di rifiuti...Il supermercato se ne disfa e ci guadagna....
E anche qui mi viene da pensare.....ma non fanno trattamento di rifiuti? li selezionano, li pressano e li imballano......praticamente quello che facciamo noi qui....solo che poi noi rivendiamo come MPS con DDT e non con FIR...
Niente mi sa che ci vuole un altra serie di corsi intensivi sui rifiuti......
recuperando- Membro della community
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Re: Scarti da produzione di materie plastiche: sottoprodotto, MPS o Rifiuto?
Che ci si provi! io so di almeno due ecomafiosi da strapazzo che per certo si offrono volontarie -sin da adesso- ad assumere il ruolo di Consulenti Tecnici della Parte: perchè un Tecnico per definizione non può essere "di" Parte.isamonfroni ha scritto:Oddio Aurora, mo l'hai detto..........
Scommettiamo che domani salta fuori qualche bello spirito di sbirretto che si mette a sanzionare qualcuno per smaltimento illecito del parmigiano?
E sono Tecnici con cui sconsiglierei chiunque di avere a che contendere, in tema di rifiuti. E come di certo hai già immaginato l'ho scritto proprio perche anche io temo che da un momento all'altro uno di quelli che conoscono un solo reato e lo vedono dovunque abbia questa intuizione a tutela della Legge (come se la lègge lui...), magari stracatafottendosene dei cittadini. Quindi, gradisco che ci sia pubblica e visibilissima traccia certa di data certa dell'errore che sarebbe a monte di una simile ca##ata.
@recuperando: tu dici
No, parti male. Cioè, non che i corsi non servano, ma siccome abbiano una norma che bisognerebbe prendere ed impiccare per le palle al pennone più alto del MATTM chi l'ha scritta e promulgata e corretta ed anche ricorretta, se ne esce non stando solo a sentire uno magari laureato in legge che sta lì e racconta, ma prendendo il bestio 152/06 da un lato e le Norme Europee dall'altro e sforzandosi di leggere il primo nell'ottica più generale delle seconde, di cui è recepimento normativo nazionale, al limite anche tutti insieme come facciamo noi qui in questo forum.Niente mi sa che ci vuole un altra serie di corsi intensivi sui rifiuti...
Tu porti 2 esempi, le schede madri e i cartoni.
Le sole schede madri che escono da un CAT (? e che è? immagino sia l'acronimo di Centro Autorizzato al Trattamento, ovvero un R13) a mio avviso non sono "rifiuto" perhè hanno cessato la qualifica di rifiuto nel momento stesso in cui le hanno scippate da dentro a dove erano inserite, che era un rifiuto nel suo complesso. E ha un senso mandarle ad un centro RAEE se detto raee ha la tecnologia per scindere le due componenti principali delle schede, ossia il supporto organico dalla componente elettronica rappresentata dai cazzillini, altrimenti no. Perchè il RAEE "autorizzato" che si compra quella tonnellata di schede madri se le rivende tanto bello agli indiani o ai cinesi che invece il recupero vero di materia lo fanno, noi sia come italiani che come europei ci siamo dati una sonorissima martellata sulle nostre stesse palle. Infatti, ricompreremo pagando per nuovi apparecchi le cui materie prime tutto sono tranne che vergini (bagasce attempatissime, piuttosto) e che noi finiamo di fatto con il pagare infinite volte. Non mi pare una politica economica particolarmente saggia: a me.
Passiamo ai cartoni. Quello che loro selezionano e pressano è un loro bene materiale, l'hanno pagato ampiamente insieme alla fornitura di ciò che contenevano e sul quale hanno anche pagato tanto di CONAI. Quindi, quell scatole sono di loro proprietà, e non sono mai state rifiuti, anche quelle, nel momento stesso in cui le hanno comperate perchè nella gestione economica aziendale quello è un cespite che sarebbe anche fiscalmente scorretto non sfruttare economicamente. Non dovrebbe sfuggire a nessuno che se io vendo una cosa che NON è rifiuto sopra ci si deve applicare l'IVA intera intera, per ora al 21%: infatti, è uno dei tipici reati finanziari che vengono contestati ai recuperatori: ma come, tu vendi la tua MPS come rifiuto, ah lazzarone matricolato che mi evadi mezza IVA! .
Quindi, mettiamoci d'accordo una volta e per sempre. Solo il commerciante di rifiuti acquista e compera rifiuti e solo lui può farlo (sto parlando di categoria 8 naturalmente), e quindi ci va l'iva ridotta. Tutti gli altri non possono "vendere rifiuti" ma possono vendere i beni di loro proprietà, indipendentemente che li abbiano prodotti come tali o che siano sottoprodotti o che abbiano cessato la qualifica di rifiuto -purchè la vendita di quel certo bene non sia altrimenti regolamentata per legge- ma applicandoci la cacchia di IVA per intero.
Per cui, se invece di stare ad imbastire processi penali che costano un botto e sovente vengono persi dall'accusa, su queste basi, se mandiamo un momentino la GdF con queste istruzioni precise che hanno a loro volta un preciso senso normativo coerente con le Dir CE almeno recuperiamo alla collettività una cosarella di soldi.
Così possiamo pagare i sobri ricevimenti con 2000 invitati per festeggiare questa povera repubblica.
Aurora Brancia- Moderatrice
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Re: Scarti da produzione di materie plastiche: sottoprodotto, MPS o Rifiuto?
dolce Aurora, questa ecomafiosa volontaria ti sussurra in un orecchio che CAT sta per Centro Assistenza Tecnica, cioè un posticino dove ufficialmente ti dovrebbero aggiustare il PC, cioè sostituiscono i pezzi non funzionanti e te lo ridanno indietro come nuovo.
Non sono certo autorizzati all'R13 i rifiutucci elettronici li producono soltanto.
Ciao buona domenica.
Non sono certo autorizzati all'R13 i rifiutucci elettronici li producono soltanto.
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isamonfroni- Moderatrice
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Re: Scarti da produzione di materie plastiche: sottoprodotto, MPS o Rifiuto?
'a so', je nun ve support cchiù, vvuje e sti sigle d' 'o caz...pito!
Per il resto, mi vale uguale. In ogni scheda madre c'è un sia pur minuscolo capitale di materie prime rare (e il mare è fatto di gocce), il cui possesso o meno può fare la differenza tra quella che oggi chiamano crescita e quello che oggi chiamano défault. Come ti spiego, mo'... ecco, trovato: "ho la terra fertile e l'acqua" rispetto a "ho la terra ma non l'acqua per irrigarla" oppure "ho l'acqua ma non la terra".
Ok, ti ho accennato alla differenza prossima ventura, ma il concetto è lo stesso
Per il resto, mi vale uguale. In ogni scheda madre c'è un sia pur minuscolo capitale di materie prime rare (e il mare è fatto di gocce), il cui possesso o meno può fare la differenza tra quella che oggi chiamano crescita e quello che oggi chiamano défault. Come ti spiego, mo'... ecco, trovato: "ho la terra fertile e l'acqua" rispetto a "ho la terra ma non l'acqua per irrigarla" oppure "ho l'acqua ma non la terra".
Ok, ti ho accennato alla differenza prossima ventura, ma il concetto è lo stesso
Aurora Brancia- Moderatrice
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Re: Scarti da produzione di materie plastiche: sottoprodotto, MPS o Rifiuto?
Sapessi quanto stanno simpatici a me quelli che parlano solo per acronimi da iniziati.....Aurora Brancia ha scritto: 'a so', je nun ve support cchiù, vvuje e sti sigle d' 'o caz...pito!
Mi pare ovvio che nel merito la penso come te......
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isamonfroni- Moderatrice
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Re: Scarti da produzione di materie plastiche: sottoprodotto, MPS o Rifiuto?
mi intrometto forse a sproposito per segnalare, a proposito di sottoprodotto e normale pratica industriale, che recentemente (sentenza del 12/05 mi pare....) la Cassazione ha sconfessato i molti grandi nomi che in letteratura hanno finora ritenuto che le cosiddette "operazioni minimali" (taglio, macinatura, vagliatura ecc.) fossero normale pratica industriale. Quindi secondo la Cassazione sottoprodotto è qualcosa di assolutamente assimilabile alla materia prima: che poi a casa mia questo si chiami "prodotto" e il 184-bis non serva quindi a un benemerito, beh...
Quindi, siamo tornati al punto di partenza...
Quindi, siamo tornati al punto di partenza...
riger- Moderatore
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Re: Scarti da produzione di materie plastiche: sottoprodotto, MPS o Rifiuto?
con tutto il rispetto, fino a che i signori della Corte di Cassazione non la smettono di vedere il mondo da dietro una pila di libri e vanno un po' in giro a vedere come si campa normalmente uscendo di casa la mattina e spaccandosi schiena, gambe e braccia a lavorare materialmente, continueranno non a "emettere" sentenze, come dovrebbero, bensì a "sparare sentenze". Che non è la stessa cosa.
E ci piaccia o non ci piaccia, questo accade anche perchè il mondo dei pretesi CTU non è all'altezza dei compiti che deve accollarsi, sovente a propria volta campa privo di identità personale magari seguendo solo istruzioni impartite secondo illegittime anticipazioni di giudizio.
D'altronde, per 8,15 €/h lordi non ci si può aspettare di meglio.
...ma no! non mi sono mica svegliata tagliente, anzi mi sento laconica e distaccata, perchè è domenica.
E ci piaccia o non ci piaccia, questo accade anche perchè il mondo dei pretesi CTU non è all'altezza dei compiti che deve accollarsi, sovente a propria volta campa privo di identità personale magari seguendo solo istruzioni impartite secondo illegittime anticipazioni di giudizio.
D'altronde, per 8,15 €/h lordi non ci si può aspettare di meglio.
...ma no! non mi sono mica svegliata tagliente, anzi mi sento laconica e distaccata, perchè è domenica.
Aurora Brancia- Moderatrice
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Re: Scarti da produzione di materie plastiche: sottoprodotto, MPS o Rifiuto?
Che sia per questo che si trova invece sempre qualche consulente, ovviamente molto più bravo, che facendosi pagare molto di più è disposto a difendere qualunque situazione e qualunque condotta, perché il suo cliente – finché apre i cordoni della borsa - è sempre la persona più corretta che esista sulla faccia della Terra?Aurora Brancia ha scritto:E ci piaccia o non ci piaccia, questo accade anche perchè il mondo dei pretesi CTU non è all'altezza dei compiti che deve accollarsi, sovente a propria volta campa privo di identità personale magari seguendo solo istruzioni impartite secondo illegittime anticipazioni di giudizio.
D'altronde, per 8,15 €/h lordi non ci si può aspettare di meglio.
E’ domenica anche qui, quindi il laconismo ed il distacco sono condivisi.
zorba- Utente Attivo
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Re: Scarti da produzione di materie plastiche: sottoprodotto, MPS o Rifiuto?
Verosimilmente sì; per quanto mi consta, più è indifendibile la situazione e più aumentano sia la visibilità d'immagine (spesso di tipo accademico) sia la parcella del CTP. Come diceva un prof che conosco: "ma mica pagano cosa c'è scritto, che spesso vale scientificamente poco, pagano la carta intestata con sopra scritto Università di Pinco Pallo, a peso d'oro perchè spesso funziona".zorba ha scritto:
Che sia per questo che si trova invece sempre qualche consulente, ovviamente molto più bravo, che facendosi pagare molto di più è disposto a difendere qualunque situazione e qualunque condotta, perché il suo cliente – finché apre i cordoni della borsa - è sempre la persona più corretta che esista sulla faccia della Terra?
E’ domenica anche qui, quindi il laconismo ed il distacco sono condivisi.
Personalmente, siccome io alla mia carta intestata ci tengo assai, se non vedo da subito come "difendere", tutt'al più do una mano all'avvocato per mostrargli a quale delle nostre tante antinomie provare ad attaccarsi cavillosamente, ma la faccia a "difendere" certe situazioni non ce la metto. Peraltro, in perfetta coerenza con il mio fare parte di quelli che dicono che se uno sbaglia paga, e si può anche tenere i cocci.
In compenso, quando mi trovo davanti le corbellerie, pur di prendermi il gusto personalissimo e gratificantissimo di fargli fare una figura barbina coram populi e pur di non perdermi 'sti sfizi mi tengo ai minimi della decenza economica per un professionista. Come dire: per il resto c'è mastercard.... Je, po', so' femmena, e se sape ca 'e femmene so' 'nziriùse...*
*(N.d.T.: alla fine io, essendo donna, sono soggetta all'ostinazione tipicamente femminile di averla vinta)
Aurora Brancia- Moderatrice
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Re: Scarti da produzione di materie plastiche: sottoprodotto, MPS o Rifiuto?
Scusate l'intrusione....ma a proposito di iva sui rifiuti......che da un po di tempo no ci sto capedo nulla.......
Praticamente se a me sepermercato un trasportatore di rifiuti acquista i miei cartoni con FIR io devo fare fattura con IVA?? Fino ad ora il trasportatore acquista il mio cartone,lo ritira con FIR e poi io emetto fattura per farmelo pagare...ma senza iva...questo non è corretto??
Ma questi stessi cartoni potebbero viaggiare anche senza FIR se ionon li considero rifiuti??
sono in TILT.....!?!^!^?!^
Potreste illuminarmi su i vari casi...
grazie a tutti...
Praticamente se a me sepermercato un trasportatore di rifiuti acquista i miei cartoni con FIR io devo fare fattura con IVA?? Fino ad ora il trasportatore acquista il mio cartone,lo ritira con FIR e poi io emetto fattura per farmelo pagare...ma senza iva...questo non è corretto??
Ma questi stessi cartoni potebbero viaggiare anche senza FIR se ionon li considero rifiuti??
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beverage- Membro della community
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Re: Scarti da produzione di materie plastiche: sottoprodotto, MPS o Rifiuto?
i rifiuti sono esenti IVA art.74 c.8 DPR 633/72 (la normativa piuttosto vecchiotta li chiama rottami, ma salvo trovare una casistica più indicata di solito si usa quello). l'IVA è da assolversi da parte del cessionario col regime del reverse charge ed è esente bollo.beverage ha scritto:Scusate l'intrusione....ma a proposito di iva sui rifiuti......che da un po di tempo no ci sto capedo nulla.......
Praticamente se a me sepermercato un trasportatore di rifiuti acquista i miei cartoni con FIR io devo fare fattura con IVA?? Fino ad ora il trasportatore acquista il mio cartone,lo ritira con FIR e poi io emetto fattura per farmelo pagare...ma senza iva...questo non è corretto??
Ma questi stessi cartoni potebbero viaggiare anche senza FIR se ionon li considero rifiuti??
sono in TILT.....!?!^!^?!^
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grazie a tutti...
poi a mio avviso non c'è molto spazio per dire che cartoni da imballo post consumo NON sono rifiuti... ma di certo non sottoprodotti!!
riger- Moderatore
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Re: Scarti da produzione di materie plastiche: sottoprodotto, MPS o Rifiuto?
Cmq, anche i rifiuti-rottami che passano da operazioni di recupero, diventando MPS o E.oW., nella fatturazione, sono sempre rottami esenti IVA art.74 c.8 DPR 633/72 e l'IVA è da assolversi da parte del cessionario col regime del reverse charge ed è esente bollo.
Mariangela- Utente Attivo
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Re: Scarti da produzione di materie plastiche: sottoprodotto, MPS o Rifiuto?
A me pare evidente che se il cessionario assolve all'IVA in reverse charge la prestazione non è per nulla esente...Mariangela ha scritto:Cmq, anche i rifiuti-rottami che passano da operazioni di recupero, diventando MPS o E.oW., nella fatturazione, sono sempre rottami esenti IVA art.74 c.8 DPR 633/72 e l'IVA è da assolversi da parte del cessionario col regime del reverse charge ed è esente bollo.
E sempre per ribadire la mia antica convinzione che non è un caso che succedano certi fatti, tutto il "trucco" della passivazione del soggetto IVA di cui all'art. 17 sta nell'applicazione dell'art. 30, cui il 74 continua a fare riferimento, per il quale misteriosamente l'articolo 14 (e quindi la delimitazione della base imponibile al solo valore di mercato del materiale...) si dissolse in uno alla morte dei listini mercuriali, e dell'art 28 del 633 stesso. E quindi, se fino a che campavano entrambi le disposizioni l'iva che il cessionario del rottame si portava in detrazione/compensazione/rivalsa era quella relativa al prezzo del solo rottame, adesso "succede" che finisca con il portarsi anche quella relativa al costo del trasporto (di solito, in fattura c'è solo la merce indicata, ma spesso quel prezzo comprende anche il trasporto), che invece andrebbe pagato al cedente che a sua volta dovrebbe versarla.
Al cessionario risulta un po' una fregatura, perchè anticipa allo stato più IVA di quanto dovrebbe, ma gli torna comodo perchè poi se la porta a rivalsa sul proprio fatturato.
Al cedente, invece, torna comodo perchè non versa l'iva nemmeno su ciò che eventualmente gli competerebbe, ed il tutto senza alcun imbroglio perchè si mette tutto quel fatturato nel righetto apposito nella sezione IVA dell'UNICO, e tutti felici.
Tantissimi annissimi fa, la mia capoufficio preferita -insegnandomi a lavorare- mi raccomandò di leggere sempre tutte le carte dall'inizio alla fine: sul davanti, sul dietro anche se bianco apparentemente, dal diritoo e anche capovolti, e persino lungo la filiforme sezione del foglio lungo tutti e 4 i lati di un foglio, perchè da qualche parte i dati per capire li si trova sempre, volendo cercarli e -una volta trovati- volendo capirli. Gran donna, e insegnamento mai dimenticato.
Aurora Brancia- Moderatrice
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Re: Scarti da produzione di materie plastiche: sottoprodotto, MPS o Rifiuto?
Aurora perdonami.....
Io in questo impianto di recupero mi occupo di rifiuti (carta,cartone e plastica) solo da gennaio,prima ero sempre in questa azienda ma facevo altro..... per quanto riguarda il discorso di copravendita di rifiuti ad oggi si è sempre fatto in questo modo:
Si acquistano i cartoni con FIR senza pagare iva e si rivendono come MPS senza pagare iva.....
Seguendo il tuo discorso allora se compriamo con FIR il cessionario dovrebbe inserire l'iva ridotta (ma a quanto ammonta l'aliquota??) e quando rivendiamo MPS dovremmmo vendere con iva al 21% !?!?
Maaa.. IVA in reverse charge che vòr dì ??!??!
Grazie e scusate l'ignoranza latenteeee...!!!
Io in questo impianto di recupero mi occupo di rifiuti (carta,cartone e plastica) solo da gennaio,prima ero sempre in questa azienda ma facevo altro..... per quanto riguarda il discorso di copravendita di rifiuti ad oggi si è sempre fatto in questo modo:
Si acquistano i cartoni con FIR senza pagare iva e si rivendono come MPS senza pagare iva.....
Seguendo il tuo discorso allora se compriamo con FIR il cessionario dovrebbe inserire l'iva ridotta (ma a quanto ammonta l'aliquota??) e quando rivendiamo MPS dovremmmo vendere con iva al 21% !?!?
Maaa.. IVA in reverse charge che vòr dì ??!??!
Grazie e scusate l'ignoranza latenteeee...!!!
Ultima modifica di recuperando il Mer Giu 06, 2012 11:51 am - modificato 1 volta. (Motivazione : modifica)
recuperando- Membro della community
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Re: Scarti da produzione di materie plastiche: sottoprodotto, MPS o Rifiuto?
Nulla che tu non avresti potuto sapere anche digitando l'espressione su google, comunque cerco di spiegarti "potabile", ovvero "alla femminile" ovvero ancora "per chi non ha studiato scienze economiche alla bocconi, ma nemmeno in e-learning".recuperando ha scritto:
Maaa.. IVA in reverse charge che vòr dì ??!??!
Grazie e scusate l'ignoranza latenteeee...!!!
Quando tu comperi una cosa, sulla fattura di solito c'è l'iva, e tu la versi a chi ti ha fatturato, il quale poi la verserà allo Stato. Questa è l'IVA che chiameremo "base".
Quando tu comperi in "reverse change" (per esempio dall'estero), tu paghi a chi ti ha fatturato solo l'importo della transazione economica, l'eventuale IVA la versi direttamente tu allo stato. Un altro esempio può essere quello di acquisto soggetto ad IVA da una persona privata, che non ha P.IVA.
Poi, questa IVA pagata in reverse change (che possiamo tradure "per conto terzi") te la scaricherai come tutte quelle che sono sulle fatture normali.
E' evidente che se comperi ma vendi anche in reverse change è come se fossi in un normale regime iva, per cui se vendi per più soldi di quanti ne hai spesi per comperare poichè l'iva delle tue vendite sarà assolta dal compratore tu puoi chiedere il "rimborso" per l'eventuale differenza negativa (rispetto alle altre cose che hai comperato versando l'IVA al tuo venditore, pensa solo ai carburanti....) che risulteresti aver versato in eccesso. Ma se vendi parte in reverse change e parte con iva-base ovviamente la tua quota di rimborso diminuisce.
Capisci, adesso?
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sto ancora cercando un aforisma che mi identifichi senza confondimenti indesiderati, ma non c'è.
Aurora Brancia- Moderatrice
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Re: Scarti da produzione di materie plastiche: sottoprodotto, MPS o Rifiuto?
Aurora Brancia ha scritto:
[color=indigo] A me pare evidente che se il cessionario assolve all'IVA in reverse charge la prestazione non è per nulla esente...
giustissima osservazione: la dicitura corretta da usare infatti non è "ESENTE ART.74 C.8 DPR 633/72", ma sarebbe "REGIME DI IMPONIBILITA' IVA PREVISTO DALL'ART.74 C.8 DPR 633/72 - IVA DA ASSOLVERSI DA PARTE DEL CESSIONARIO AI SENSI DELL'ART. 385 D.L. 02/10/2003 N. 269 - ESENTE BOLLO ART.6 DPR 642/72"
ora si capisce perché è molto il voga l'errata dicitura "compressa"...
riger- Moderatore
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Re: Scarti da produzione di materie plastiche: sottoprodotto, MPS o Rifiuto?
Scusate.. a me è capitato una situazione analoga....una azienda che produce imballaggi in plastica (Pellicola per imballaggi) e vende i suoi scarti di produzione ma senza FIR....secondo me è normale che devono trarre guadagno dai loro scarti...dato che c'è richiesta...ma secondo me non è normale che escano con un semplice DDT.... Dato che c'è l'intenzione e la volonta di disfarsene perchè all'interno del processo produttivo non può essere più utilizzato, va bè che se lo vendono ci guadagnano,ok però è rifiuto...
Io almeno sto esaminando questo caso...poi è normale che se parliamo di parmiggiano e prosciutti la cosa cambi....
Sbaglio?!
Io almeno sto esaminando questo caso...poi è normale che se parliamo di parmiggiano e prosciutti la cosa cambi....
Sbaglio?!
smedile- Utente Attivo
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Re: Scarti da produzione di materie plastiche: sottoprodotto, MPS o Rifiuto?
Se tu ritieni che un negoziante che vende pulloverini di cachemire intende disfarsene e quindi sono un rifiuto, e ritieni che questa cosa sia vera, potremmo anche vedere di farceli regalare. Con tanto di scontrino a 0 €.smedile ha scritto:secondo me è normale che devono trarre guadagno dai loro scarti...dato che c'è richiesta...ma secondo me non è normale che escano con un semplice DDT.... Dato che c'è l'intenzione e la volonta di disfarsene perchè all'interno del processo produttivo non può essere più utilizzato, va bè che se lo vendono ci guadagnano,ok però è rifiuto...
OT on
a mio avviso, se eliminassero il regime di reverse change per queste cose, l'incredibile appetibilità della gestione rifiuti da parte di soggetti maldisposti verso il pagamento dei tributi verrebbe a cadere... c'è troppa acquiescenza verso la impropria dicitura "esente ex art. 74"... da parte di troppi.
OT off.
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Aurora Brancia- Moderatrice
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Re: Scarti da produzione di materie plastiche: sottoprodotto, MPS o Rifiuto?
Aurora Brancia ha scritto:Se tu ritieni che un negoziante che vende pulloverini di cachemire intende disfarsene e quindi sono un rifiuto, e ritieni che questa cosa sia vera, potremmo anche vedere di farceli regalare. Con tanto di scontrino a 0 €.smedile ha scritto:secondo me è normale che devono trarre guadagno dai loro scarti...dato che c'è richiesta...ma secondo me non è normale che escano con un semplice DDT.... Dato che c'è l'intenzione e la volonta di disfarsene perchè all'interno del processo produttivo non può essere più utilizzato, va bè che se lo vendono ci guadagnano,ok però è rifiuto...
OT on
a mio avviso, se eliminassero il regime di reverse change per queste cose, l'incredibile appetibilità della gestione rifiuti da parte di soggetti maldisposti verso il pagamento dei tributi verrebbe a cadere... c'è troppa acquiescenza verso la impropria dicitura "esente ex art. 74"... da parte di troppi.
OT off.
Aurora perdonami, io ho capito il senso delle tue parole....ma il caso dei pulloever non ha niente a che fare con un'azienda (piccola industria) che produce imballaggi in plastica...non è che scarterà del materiale buono o un prodotto finito, ma degli scarti, mi pare la stessa parola SCARTI cioè materiale non utilizzabile nel processo produttivo....ok si può ricavare denaro per ammortizzare i costi..ok....ma per me è un rifiuto e va trattato col FIR. Non è perchè ha valore economico non è rifiuto....Allora diciamo a tutti i ristoranti di vendersi l'olio come sottoprodotto e che non è rifiuto....
smedile- Utente Attivo
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Re: Scarti da produzione di materie plastiche: sottoprodotto, MPS o Rifiuto?
Ok, allora parliamo di negozio che vende pulloverini di cachemire "difettati", come i jeans "scartellinati", va bene?
Il tuo esempio invece non calza del tutto, perchè l'olio già cotto è stato usato, ha già assolto allo scopo/utilizzo per cui è stato prodotto: gli scarti (che siano i tranci o i rotoloni usciti difettati o fuori specifica) di produzione lo dice il nome stesso che sono stati prodotti. Ma non possono essere usati come gli altri, nè lo sono stati. Sono quindi prodotti sì, ma di diversa qualità, meno buona e quindi meno commercialmente remunerativa. Io propenderei per il sottoprodotto, atteso che:
1) questi scarti di plastica sono originati -ed anche costantemente -da un processo di produzion il cui scopo primario è la produzione di rotoli di plastica con determinate caratteristiche che questi scarti non hanno (altimenti, non li scartavano);
2) è certo che questi scarti (o anche sfridi, che rende di più l'idea) saranno utilizzati nel corso di un successivo processo di produzione o di utilizzazione, da parte di terzi che di fatto se ne approvvigionano con piacere;
3) questi scarti/sfridi possono essere utilizzati direttamente senza alcun ulteriore trattamento diverso dalla normale pratica industriale, pratica che verosimilmente consiste innanzi tutto in una riduzione volumetrica e poi passa in produzione esattamente come la materia prima acquistata "vergine";
4) l’ulteriore utilizzo è legale, ossia gli scarti soddisfano, per l’utilizzo specifico, tutti i requisiti pertinenti riguardanti i prodotti e la protezione della salute e dell’ambiente e non portano a impatti complessivi negativi sull’ambiente o la salute umana,(o almeno non più di quelli prodotti da materie analoghe "vergini".
E i punti 1,2,3 e 4 sono esattamente le letterille a), b), c) e d) dell'art. 184-bis, che definisce il sottoprodotto e lo distingue dal rifiuto.
Adesso, come la vedi?
Il tuo esempio invece non calza del tutto, perchè l'olio già cotto è stato usato, ha già assolto allo scopo/utilizzo per cui è stato prodotto: gli scarti (che siano i tranci o i rotoloni usciti difettati o fuori specifica) di produzione lo dice il nome stesso che sono stati prodotti. Ma non possono essere usati come gli altri, nè lo sono stati. Sono quindi prodotti sì, ma di diversa qualità, meno buona e quindi meno commercialmente remunerativa. Io propenderei per il sottoprodotto, atteso che:
1) questi scarti di plastica sono originati -ed anche costantemente -da un processo di produzion il cui scopo primario è la produzione di rotoli di plastica con determinate caratteristiche che questi scarti non hanno (altimenti, non li scartavano);
2) è certo che questi scarti (o anche sfridi, che rende di più l'idea) saranno utilizzati nel corso di un successivo processo di produzione o di utilizzazione, da parte di terzi che di fatto se ne approvvigionano con piacere;
3) questi scarti/sfridi possono essere utilizzati direttamente senza alcun ulteriore trattamento diverso dalla normale pratica industriale, pratica che verosimilmente consiste innanzi tutto in una riduzione volumetrica e poi passa in produzione esattamente come la materia prima acquistata "vergine";
4) l’ulteriore utilizzo è legale, ossia gli scarti soddisfano, per l’utilizzo specifico, tutti i requisiti pertinenti riguardanti i prodotti e la protezione della salute e dell’ambiente e non portano a impatti complessivi negativi sull’ambiente o la salute umana,(o almeno non più di quelli prodotti da materie analoghe "vergini".
E i punti 1,2,3 e 4 sono esattamente le letterille a), b), c) e d) dell'art. 184-bis, che definisce il sottoprodotto e lo distingue dal rifiuto.
Adesso, come la vedi?
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