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Istituto penitenziario e raccolta differenziata
3 partecipanti
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Istituto penitenziario e raccolta differenziata
Ciao a tutti.
Un istituto penitenziario sta da anni cercando di organizzare una raccolta differenziata interna.
Visto i fallimenti si sta pensando a questa soluzione.
Creare una cooperativa dove lavoreranno alcuni detenuti che avranno il compito di svuotare i cestini delle celle e altre aree e separare i rifiuti depositandoli nei cassoni o cassonetti sempre all'interno della struttura.
Purtroppo il ragionamento è questo: se me lo imponi non mi va di differenziare i rifiuti ma se mi dai qualcosa allora ci metto tutta la buona volontà.
Attualmente tutti i rifiuti indifferenziati vengono conferiti al servizio pubblico.
Ora: la cooperativa raccoglie i rifiuti, li separa e li deposita all'interno dei cassoni.
1) Il produttore del rifiuto rimane comunque l'Istituto?
2) L'attività della cooperativa è una gestione di rifiuti soggetta a qualche autorizzazione o iscrizione? I rifiuti non escono dall'unità locale nella quale sono stati prodotti.
3) Quando il cassone verrà agganciato e portato via, sul formulario il produttore sarà comunque l'Istituto?
Eccovi le mia risposte:
1) il produttore è sempre l'istituto;
2) non è gestione di rifiuti (l'unico dubbio è il fatto che effettua una cernita ma sempre all'interno dell'unità locale);
3) sul formulario il produttore è sempre l'Istituto.
Il costo sopportato dall'Istituto per pagare la cooperativa sarebbe poca cosa paragonato al guadagno realizzato dal conferimento di rifiuti ben separati e dalla detassazione che di potrà chiedere al comune (si parla ci centinaia di migliaia di euro annui i tarsu/tia).
Ciao e grazie.
Un istituto penitenziario sta da anni cercando di organizzare una raccolta differenziata interna.
Visto i fallimenti si sta pensando a questa soluzione.
Creare una cooperativa dove lavoreranno alcuni detenuti che avranno il compito di svuotare i cestini delle celle e altre aree e separare i rifiuti depositandoli nei cassoni o cassonetti sempre all'interno della struttura.
Purtroppo il ragionamento è questo: se me lo imponi non mi va di differenziare i rifiuti ma se mi dai qualcosa allora ci metto tutta la buona volontà.
Attualmente tutti i rifiuti indifferenziati vengono conferiti al servizio pubblico.
Ora: la cooperativa raccoglie i rifiuti, li separa e li deposita all'interno dei cassoni.
1) Il produttore del rifiuto rimane comunque l'Istituto?
2) L'attività della cooperativa è una gestione di rifiuti soggetta a qualche autorizzazione o iscrizione? I rifiuti non escono dall'unità locale nella quale sono stati prodotti.
3) Quando il cassone verrà agganciato e portato via, sul formulario il produttore sarà comunque l'Istituto?
Eccovi le mia risposte:
1) il produttore è sempre l'istituto;
2) non è gestione di rifiuti (l'unico dubbio è il fatto che effettua una cernita ma sempre all'interno dell'unità locale);
3) sul formulario il produttore è sempre l'Istituto.
Il costo sopportato dall'Istituto per pagare la cooperativa sarebbe poca cosa paragonato al guadagno realizzato dal conferimento di rifiuti ben separati e dalla detassazione che di potrà chiedere al comune (si parla ci centinaia di migliaia di euro annui i tarsu/tia).
Ciao e grazie.
Bottins- Utente Attivo
- Messaggi : 98
Data d'iscrizione : 30.12.10
Età : 31
Località : Provincia di Milano
Re: Istituto penitenziario e raccolta differenziata
Questo è un argomento interessante.
Su questo forum non si finisce mai di confrontarsi con siuazioni nuove e di imparare qualcosa.
Secondo me dovrebbe essere come tu dici, visto che in fondo in fondo i rifiuti son cerniti dentro casa (sarebbe un po' come se io mi rovesciassi sul pavimento il cestino e separassi le varie frazioni) e, a mio avviso, il singolo produttore (l'Istituto) dovrebbe potersi differenziare i rifiuti come meglio crede, l'importante è che li differenzi....
Attendiamo comunque il parere di chi è più esperto di me in RSU (argomento su cui sono molto ma molto ignorante)
Su questo forum non si finisce mai di confrontarsi con siuazioni nuove e di imparare qualcosa.
Secondo me dovrebbe essere come tu dici, visto che in fondo in fondo i rifiuti son cerniti dentro casa (sarebbe un po' come se io mi rovesciassi sul pavimento il cestino e separassi le varie frazioni) e, a mio avviso, il singolo produttore (l'Istituto) dovrebbe potersi differenziare i rifiuti come meglio crede, l'importante è che li differenzi....
Attendiamo comunque il parere di chi è più esperto di me in RSU (argomento su cui sono molto ma molto ignorante)
_________________
Un vale più di mille parole!
Ma, a volte è ancora meglio!
isamonfroni- Moderatrice
- Messaggi : 12744
Data d'iscrizione : 18.10.10
Età : 67
Località : roma
Re: Istituto penitenziario e raccolta differenziata
Buongiorno.Aposao ha scritto:Purtroppo il ragionamento è questo: se me lo imponi non mi va di differenziare i rifiuti ma se mi dai qualcosa allora ci metto tutta la buona volontà.
Dalle mie parti, un detto recita che "nemmeno il cane muove la coda per nulla" .. motivo per cui da almeno 15 anni sostengo (avendo realizzato diversi progetti di raccolta in tutta Italia) che le raccolte differenziate, affinchè abbiano successo (e mantengano i buoni risultati nel tempo), devono essere per forza collegate alla molla economica.
Meno rifiuti indifferenziati conferisco al servizio di raccolta (quindi .. più separo) meno pago. Se poi, si riesce ad innescare un meccanismo che riconosce un contributo economico per ogni unità di rifiuto differenziato .. il gioco è fatto (parole innovative, che null'altro sottendono il vecchio e collaudato (in Europa già lo fanno .. da sempre) VUOTO A RENDERE.
Ciò premesso, la soluzione che adotterei io è:
INDIFFERENZIATO: scarrabile/pressa da almeno 15 mc, affidato in gestione al gestore pubblico;
RACCOLTE DIFFERENZIATE: scarrabili/presse gestite direttamente dall'Istituto, previo accordo con aziende private, che riconoscono un contributo (direttamente all'istituto) in €/ton di materiale conferito.
Per agevolare il lavoro della coopertiva, adotterei all'interno dell'istituo delle presse in grado di riconoscere direttamente un contributo .. direttamente all'utente che conferisce (la lattina in alluminio, la bottiglietta di plastica, etc.): questo consente di avere un materiale di qualità, già separato a monte (non serve prevedere operatori in linea di separazione), nonchè introdurre una campagna di sensibilizzazione attiva .. per singola persona (che può spendere i "buoni" raccolti all'interno dell'istituto stesso).
Tornando alla questione macroscopica, una tale gestione INDIFFERENZIATO/DIFFERENZIATO permette inoltre di poter chiedere, al comune di riferimento, la riduzione della TARSU .. o della quota variabile della TIA.
_________________
Come lo scoglio infrango. Come l'onda travolgo.
Gabriele Stefani- Moderatore
- Messaggi : 3268
Data d'iscrizione : 23.11.10
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